L’emergenza coronavirus resta dilagante negli Stati Uniti, e tra le vittime del covid-19 c’è ora anche un personaggio spesso tirato in ballo nel dibattito sulla pena di morte negli Usa. Si tratta di Jerry Givens, per 17 anni il direttore della camera della morte più attiva negli Usa dopo quella del Texas, quella della Virginia. Givens aveva inflitto personalmente 62 esecuzioni durante il suo mandato, 37 volte aveva premuto il pulsante della sedia elettrica della Virginia e per 25 volte aveva amministrato l’iniezione letale. Nonostante questo, negli ultimi anni Givens era diventato una sorta di simbolo nella lotta contro la pena di morte, avendo manifestato più volte pubblicamente pentimento e disaccordo ormai totale verso la pena capitale. L’episodio che l’aveva cambiato era stato il salvataggio per un pelo di un imputato poi rivelatosi innocente, arrivato a un passo dall’esecuzione: da allora Givens aveva organizzato proteste, aveva raccontato la sua testimonianza in parlamento, incontrato famiglie di condannati e delle loro vittime.



IL BOIA DELLA VIRGINIA SI ERA TRASFORMATO COL TEMPO

A 67 anni, Jerry Givens si è dovuto però arrendere al coronavirus con la pandemia che sta minando molte certezze negli Stati Uniti. Givens viene ora citato per il suo repentino cambiamento e gli ultimi anni passati a battersi per i diritti civili negli Usa. “E’ stato uno dei pochi boia pronti a parlare in pubblico della loro esperienza e di come quell’esperienza lo aveva trasformato nel tempo“, così dopo aver appreso la notizia della sua morte lo ha ricordato Michael Stone, che ricopre il ruolo del direttore esecutivo dell’organizzazione abolizionista Virginians for Alternatives to the Death Penalty. L’episodio che aveva radicalmente cambiato la visione di Givens sulla pena di morte era avvenuto nel 1985. Considerato in America un caso di scuola a livello giudiziario, quello di di Earl Washington Jr, reo confesso di aver stuprato e ucciso una 19enne madre di tre figli. Washington, che soffriva di disturbi mentali, stava per essere giustiziato da Givens quando, a pochi giorni dall’esecuzione, i suoi avvocati ottennero la prova del Dna che lo scagionò completamente. Da allora Givens fece un passo indietro e iniziò a battersi strenuamente contro la pena di morte.

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