Ha urlato alla censura Laura Boldrini quando ha saputo che sull’Huffington Post non avrebbe pubblicato il suo intervento per la giornata contro la violenza sulle donne. L’ex presidente della Camera se l’è presa col direttore del giornale, Mattia Feltri, accusandolo di aver bloccato il suo post perché chiamava in causa il padre. È stata la stessa Boldrini a rendere nota la vicenda, facendo di fatto scoppiare il caso. Su Facebook ha infatti spiegato che aveva tirato in ballo Vittorio Feltri per l’articolo su Libero dal titolo “La ragazza stuprata da Genovese è stata ingenua”, perché attribuiva «come avviene troppo spesso, anche alla ragazza la colpa dello stupro». Quindi, si è scagliata anche contro il figlio: «Un direttore di una testata giornalistica sceglie di non pubblicare un intervento per via dei suoi rapporti familiari. Ma è accettabile una cosa del genere? Per me no, non lo è», ha scritto la Boldrini. Inoltre, ha implicitamente accusato Mattia Feltri di non rispettare così la dignità delle donne, affermando infatti che si impegnerà perché ciò avvenga «nell’informazione e sul piano del linguaggio». Ma Laura Boldrini si è sentita anche privata della sua libertà di parola.

LA REPLICA DI MATTIA FELTRI A LAURA BOLDRINI

Non è tardata ad arrivare la replica di Mattia Feltri, ex editorialista de La Stampa e direttore dell’Huffington Post da aprile. «Ritengo sia libera di pensare e di scrivere su mio padre quello che vuole, ovunque, persino in Parlamento, luogo pubblico per eccellenza, tranne che sul giornale che dirigo», ha scritto sul suo giornale. Inoltre, ha rivelato di aver chiamato Laura Boldrini e di averle chiesto cortesemente di omettere il riferimento al padre. «Al suo rifiuto e alla sua minaccia, qualora il pezzo fosse stato ritirato, di renderne pubbliche le ragioni, a maggior ragione ho deciso di non pubblicarlo». Il figlio di Vittorio Feltri ha rivendicato il diritto, in quanto direttore del giornale, di decidere cosa pubblicare e cosa no. «Se questa facoltà viene chiamata censura, non ha più nessun senso avere giornali e direttori». Inoltre, gli ha ricordato che sull’HuffPost cura un blog: «Quindi è un’ospite. E gli ospiti, in casa d’altri, devono sapere come comportarsi». Mattia Feltri ha tirato in ballo anche Carlo Verna, presidente dell’Ordine dei giornalisti, che lo ha «condannato» senza averlo contattato per sentire la sua versione, essendo iscritto all’Odg.

VITTORIO FELTRI E GIOVANNI SALLUSTI VS BOLDRINI

Sulla vicenda era infatti intervenuto nel frattempo anche Carlo Verna. «Lascia basiti la notizia della censura (peraltro estranea alla tradizione editoriale del giornale online in questione) denunciata», aveva scritto il presidente dell’Ordine dei giornalisti in un comunicato. Inoltre, aveva precisato che i contenuti dell’articolo pubblicato dal padre, Vittorio Feltri, su Libero, «sono già al vaglio dei competenti organismi in quanto permane in ogni caso la responsabilità deontologica del direttore che firma il giornale». La polemica si è quindi infiammata e Vittorio Feltri su Twitter ha gettato benzina sul fuoco. «Cara Boldrini invece di rompere l’anima al mio grande figlio Mattia, mandi a me l’articolo che lei ha scritto sulla mia trascurabile persona. Giuro che lo pubblico ovviamente con mia risposta educata». Giovanni Sallusti ha scritto sulla vicenda per Dagospia, ricordando a Laura Boldrini che libertà di stampa non significa «obbligo da parte della stampa di pubblicare qualunque contenuto gli venga inviato da un esponente del potere politico» e che una scelta editoriale non è censura.