Lo scandalo abusi su minori travolge la Chiesa in Bolivia e altri preti, dopo l’arresto del parroco cattolico Milton Murillo, sono finiti sotto accusa con il racconto delle presunte vittime uscite allo scoperto dopo anni di silenzio. Sarebbero decine i bambini e gli adolescenti coinvolti, alcuni dei quali oggi adulti che avrebbero descritto fatti e circostanze confluiti al centro di una maxi inchiesta tuttora in corso.



La misura cautelare a carico del sacerdote boliviano, secondo quanto riporta Associated Press, sarebbe stata eseguita pochi giorni fa dalla polizia di Tarija, nel sud del Paese, all’esito delle indagini preliminari scattate dall’inchiesta pubblicata dal quotidiano El País (entrato in possesso di un diario personale di un prete spagnolo deceduto nel 2009, Alfonso Pedrajas, nel quale sarebbe contenuta la confessione di almeno 85 casi di abuso su minori all’epoca in cui svolgeva il suo servizio come gesuita in Bolivia. Murillo sarebbe accusato di violenze sessuali aggravate e pedofilia ai danni di diversi studenti di un seminario in cui risultava inserito fino a circa dieci anni fa.



Bolivia, Conferenza episcopale sui presunti casi di pedofilia nella Chiesa: “Tolleranza zero”

Una nota della Conferenza episcopale boliviana, pubblicata negli ultimi giorni, sottolinea la linea della fermezza sui casi di pedofilia nello scandalo che sta travolgendo la Chiesa cattolica nel Paese.Tolleranza zero, si legge nel comunicato, sarà l’approccio annunciato ufficialmente dai vertici della Segreteria generale poche ore fa.

Dopo la denuncia sollevata giorni fa dal quotidiano spagnolo ‘El País’ – scrive il segretario generale della Conferenza episcopale in Bolivia – sul caso di pedofilia che ha coinvolto il sacerdote gesuita Alfonso Pedrajas (ora deceduto), che ha vissuto nel nostro Paese per diversi anni, la Chiesa cattolica, dai tempoi di Papa Francesco, si è impegnata a usare ‘tolleranza zero’ nei confronti degli abusi sessuali su minori e persone vulnerabili, e a lavorare con determinazione sulla prevenzione, creando ambienti sicuri che impediscano che i casi continuino a verificarsi, all’interno e all’esterno della Chiesa. (…) Chiediamo perdono alle vittime ed esprimiamo loro che condividiamo la loro sofferenza e delusione per questi gravi eventi che hanno segnato la loro vita e hanno causato profondo dolore. La Chiesa cattolica conferma la disponibilità a cooperare con le autorità civili nella ricerca di una buona e migliore cura dei bambini, degli adolescenti e dei giovani e affinché l’indagine si svolga nel quadro della trasparenza e imparzialità, auspicando che la questione non si politicizzi“.