“A febbraio i costi delle bollette potrebbero calare del 40%”. Ad annunciarlo, come riportato da Il Messaggero, è stato Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Economia del Governo di Giorgia Meloni, che ha ammesso di “contare” su un taglio da parte dell’Arera, l’Autorità per l’energia. Le anticipazioni sono state calcolate sulla base dell’andamento medio del prezzo del metano sul mercato Psv, che sembrerebbe fino a questo momento capace di fornire uno sconto notevole.
È una boccata di ossigeno sia per le famiglie sia per le imprese, che secondo le stime della Cgia di Mestre nel 2022 hanno dovuto affrontare un aumento delle tariffe di gas e luce pari a 91,5 miliardi, tenendo conto anche delle manovre attuate dal Governo per diminuire l’impatto sulle bollette. Giancarlo Giorgetti, da parte sua, ha parlato anche dell’avvento di un nuovo provvedimento, che non è stato ancora illustrato nei dettagli. Il ministro dell’Economia lo ha definito come un meccanismo “per il quale si paghi a un prezzo che ho definito ‘politico’ i consumi in linea con i precedenti e con prezzi che seguono il mercato le eccedenze, per premiare i virtuosi e chi risparmia nei consumi”.
Bollette, a febbraio calo costi del 40%: la spiegazione di Tabarelli
A spiegare nei dettagli il motivo per cui a febbraio i costi delle bollette potrebbero calare del 40% è stato inoltre Davide Tabarelli, numero uno di Nomisma Energia, sulle colonne de Il Messaggero. “A dicembre il prezzo medio del gas era stato di 117 euro al megawattora, mentre questo mese fino ad ora siamo a 74 euro”. È inevitabile dunque che da questi dati ci si aspetti “una riduzione delle tariffe regolate da parte dell’Arera del 34-35%”. Una diminuzione importante se si considera che ad agosto i prezzi si erano spinti a picchi record da 350 euro a megawattora.
Le motivazioni della discesa dei prezzi sono diverse. “Le temperature più miti hanno permesso di mantenere alto il livello delle scorte. Ma anche le centrali nucleari francesi, molte delle quali erano state fermate per delle manutenzioni, ora stanno procedendo a ottimi ritmi”. In Germania inoltre sono stati costruiti altri tre rigassificatori. Da capire se l’Italia in un futuro prossimo seguirà l’esempio o meno.