In un periodo storico dove le bollette domestiche della luce e del gas sono in costante aumento, sempre meno italiani fanno attenzione alle scadenze contrattuali con i fornitori delle varie utenze. Un rischio che inevitabilmente comporterebbe a dei potenziali aumenti in bolletta.

Soltanto un italiano su tre è attento alle offerte poco prima della scadenza contrattuale con il suo fornitore di energia e/o di gas. Eppure, molte compagnie approfittano del “rinnovo con il tacito silenzio” per aggiungere dei sovrapprezzi in bolletta.



Perché la scadenza delle bollette luce e gas è importante

Osservare la scadenza contrattuale delle bollette della luce e del gas può far risparmiare parecchi soldi. Il report dell’azienda Switcho, ha notato che solo 1 italiano su 3 è realmente attento ai termini ultimi sottoscritti nei contratti.

Con il passaggio al libero mercato la normativa europea implica e impone ai fornitori d’energia di comunicare con almeno tre mesi di preavviso, i consumatori finali circa le nuove condizioni a cui saranno sottoposti.



A quel punto i clienti potranno cambiare l’offerta cercando – senza multe – un fornitore più economicamente vantaggioso, oppure rinnovare tacitamente il contratto senza provvedere al cambio o alla rinuncia.

Per rendere l’offerta e l’avviso chiaro e specifico, i fornitori d’energia saranno tenuti a darne comunicazione in strumenti ben tracciati e duraturi, come ad esempio in forma cartacea oppure tramite posta elettronica (evitando invece newsletter o messaggi che potrebbero finire negli SPAM).

Valutazione e disdetta nei tempi corretti

Dal report Switcho risulterebbe che il target più attento al risparmio e alle scadenze contrattuali è quello maggiormente più anziano, il cui sesso è prevalentemente femminile. Mentre territorialmente (Tra Sud, Centro e Nord Italia) non ci sarebbero particolari differenze.



Dal momento in cui quando si cambia fornitore l’iter richiederebbe tra i 40 e i 60 giorni massimo, l’Osservatorio suggerisce di guardare le eventuali offerte commerciali con almeno due mesi d’anticipo rispetto alla scadenza originaria.

Tuttavia, visto che i fornitori sono più orientati – o almeno così dovrebbe essere – a tenersi caro il cliente, le nuove condizioni contrattuali potrebbero essere più favorevoli o anche “uguali”.