Felici e confusi. Così si sono dovuti sentire gli utenti del mercato dell’energia elettrica in tutela quando a fine anno l’Autorità per l’Energia, Arera, ha comunicato l’aggiornamento delle tariffe regolamentate per la fornitura di elettricità in vigore dal 1 gennaio al 31 marzo 2023.

Il prezzo dell’energia tasse incluse per la famiglia tipo diminuisce del 19,5% a 53,11 centesimi di euro per kWh contro i 66,01 centesimi di euro per kWh del trimestre precedente. Era da marzo scorso, all’indomani dell’invasione dell’Ucraina, che non si vedeva un segno negativo alle bollette dopo i continui rialzi del prezzo all’ingrosso dell’elettricità. Ora, per il primo trimestre dell’anno nuovo, il 33% degli utenti che non sono ancora passati al mercato libero (famiglie con potenza impegnata sotto i 3 kW e attività commerciali con contatori fino a 16,5 kW di potenza) trovano una boccata di ossigeno. La variazione è dovuta alla discesa dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità, scesi sulla pressione del ritocco al ribasso del gas dell’ordine del 25% circa 16 cent in meno al kWh.



Ma in questi stessi giorni si legge anche dell’atteso aggiornamento dei prezzi regolamentati della bolletta del gas, che saranno annunciati oggi, stimato in un aumento dell’ordine del 25-30%. Com’è possibile se le quotazioni spot del gas alla borsa di Amsterdam sono tornate ai livelli di prima della guerra? Venerdì, ultimo giorno di contrattazioni prima della chiusura di Capodanno, i future di gas, il contratto per consegna differita a febbraio del combustibile, è stato negoziato a 73 euro al MWh perdendo in una giornata quasi il 15%. Circa 4,5 volte meno delle quotazioni dello scorso agosto in cui avevano raggiunto 340 euro al MWh. A influenzare la dinamica del mercato sono le temperature relativamente miti, una domanda ridotta (-5,4% a novembre) per effetto di misure di risparmio ed efficientamento (e del rallentamento dell’attività industriale per il periodo di festività), la contrattualizzazione di forniture alternative di gas liquido e i depositi tuttora pieni per oltre l’83% della capacità.



La forbice nell’aggiornamento tra i prezzi tutelati dell’energia elettrica e quelli del gas dipende dal differente principio seguito da Arera per determinare ciascuna tariffa regolamentate. L’adeguamento della bolletta dell’elettricità viene calcolato ogni tre mesi con metodo previsionale. Le bollette di dicembre, assieme a quelle di novembre e ottobre sono state fissate a fine settembre in base al prezzo atteso dell’ultimo trimestre 2022. Quest’ultimo riflette l’andamento del prezzo unico nazionale, PUN, ovvero il prezzo di riferimento all’ingrosso dell’energia elettrica che viene acquistata sul mercato della Borsa Elettrica Italiana.



Sono previsioni piuttosto complesse in considerazione dell’alta volatilità del mercato. Per il IV trimestre 2022 Arera aveva stimato un prezzo unico nazionale medio di 442 euro al MWh sulla base dell’andamento del prezzo all’ingrosso nei mesi di luglio, agosto e settembre. Mesi con trend rialzista e particolarmente turbolenti. In agosto, nel pieno della corsa al riempimento degli stoccaggi e conseguente tensioni sulle quotazioni del gas, il megawattora aveva toccato i vertici di 730 euro per MWh.

La previsione di Arera per primo trimestre 2023 si basa sull’andamento del prezzo all’ingrosso degli ultimi tre mesi del 2022. Anche in questo caso, il periodo rimane segnato da elevata volatilità. Dopo essere precipitato a 100 €/MWh a novembre, il prezzo all’ingrosso dell’elettricità a dicembre ha sfondato i 400€/MWh; tuttavia, nel periodo in esame, il PUN si è mediamente mantenuto sotto i 300 €, in pratica sotto i minimi del trimestre precedente. Per questo si giunge a una marcata variazione di segno meno del costo dell’energia elettrica per gennaio, febbraio e marzo 2023 rispetto all’ultimo trimestre 2022. Un segnale che non deve comunque spingere a conclusioni affrettate raccomanda il presidente dell’Autorità Stefano Besseghini. “I mercati sono caratterizzati ancora da una marcata volatilità e la stagionalità inciderà sulle variazioni dei prezzi del gas e i valori assoluti rimangono ancora straordinariamente alti”.

Diversamente, per il gas, l’Autorità calcola mensilmente la tariffa riservata al mercato in tutela, a consuntivo. La tariffa di gennaio viene fissata con la media dei prezzi effettivi del gas scambiato in Italia a dicembre. Sono da attendersi dei rincari nonostante i prezzi bassi intorno agli 80 euro al MWh dell’ultima settimana di dicembre. La media del mese sarà comunque in crescita sul mese precedente, spiega Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, in quanto sconta i valori elevati di inizio dicembre quando il combustibile superava 140 euro al MWh.

In conclusione, i costi dell’energia continueranno a rimanere su un ottovolante nonostante un calo dei prezzi del gas che tornano sui livelli pre-guerra e sebbene la borsa di Amsterdam, TTF che per convenzione rappresenta il riferimento per il gas scambiato in Europa seppure non corrisponda al reale volume di transazioni di molecole di gas sul continente, sia al suo punto più basso da giungo.

Gli annunciati molto dibattuti provvedimenti Ue col macchinoso tetto dinamico europeo al prezzo del gas, in vigore dal prossimo 15 febbraio. la formulazione di una riforma del funzionamento del mercato elettrico nazionale con un tetto ai prezzi dell’elettricità prodotta da tecnologie di generazione diverse da gas naturale e in particolare da rinnovabili, così come le prossime misure governative da 21 miliardi di euro a supporto contro il caro energia, avranno ripercussioni sul prezzo dell’energia, ma non tali da neutralizzare completamente i fattori destabilizzanti del quadro energetico internazionale dei prossimi 12 mesi.

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