Mancano meno di 30 giorni alla data di cessazione del servizio di Maggior Tutela per l’energia elettrica. Questa è l’ultima chiamata se siete tra quei 4,5 milioni di utenze domestiche che non sono passate a una fornitura a prezzi concorrenziali e non appartenete alla categoria dei vulnerabili (che termine infausto per indicare i consumatori di oltre 75 anni in un Paese dove questi rappresentano circa il 12% della popolazione; saremmo dunque una nazione vulnerabile?). Che cosa vi succederà al 30 giugno?
Sostanzialmente niente di rilevante, a dispetto di alcune spregiudicate tecniche comunicative di certi televenditori senza scrupoli che lasciano intendere che rinunciando all’offerta proposta si rischia il taglio della corrente. Scivolerete automaticamente nel servizio a tutele graduali in una delle 20 aziende che hanno partecipato alle aste e alla quale, secondo una logica territoriale, siete stato attribuito. Probabilmente avrete già ricevuto una notifica da parte dell’operatore aggiudicatario del lotto di utenze a cui appartenete. Fino al 31 marzo 2027 sarete serviti in continuità di corrente elettrica a prezzo variabile, aggiornato trimestralmente dall’Autorità in base ai mercati spot. Concluso anche questo ennesimo periodo transitorio, se non sceglierete un fornitore o un’offerta alternativa, sarete automaticamente serviti dallo stesso esercente sulla base di un’offerta Placet, ossia con condizioni contrattuali prefissate definite dall’Autorità, ma a prezzi liberamente stabiliti dal venditore. Ovviamente avete la facoltà di recedere in qualsiasi momento e cambiare fornitore e offerta.
In questi mesi le associazioni di consumatori hanno contestato la riforma del mercato elettrico retail ritenuta poco vantaggiosa per l’utenza. Al netto delle pratiche di televendite da Far West che andrebbero regolamentate senza soggiacere al ricatto della lobby dei call center, e che non c’entrano con la bontà e l’efficacia della liberalizzazione del mercato dell’energia, diverse voci critiche si sono alzate contro la difficoltà di orientarsi nella giunga delle offerte. In verità accedendo al portale offerte luce e gas sul sito dell’Arera è possibile in modo immediato avere un confronto semplice e affidabile tra le offerte luce e gas impostando pochi parametri essenziali come le caratteristiche dell’offerta (a prezzi fissi o variabili) il profilo d’utilizzo (livello di potenza, fasce orarie, residenziale, numero di elettrodomestici, ecc.). Compare l’elenco delle offerte, con possibilità di scendere nel dettaglio delle componenti addizionali di servizio che possono spaziare dalla garanzia di energia 100% green, servizi per l’efficienza energetica o la partecipazione a programmi di fidelizzazione. A dimostrazione della massima trasparenza del portale, per ciascuna offerta viene evidenziata la differenza rispetto all’offerta in Maggior Tutela.
Il problema è che, effettuata in data odierna una simulazione, nel caso di un’utenza tipo, non vi è tra le centinaia di offerte riscontrate né un’offerta a prezzo fisso, né una a prezzi variabili che sia più conveniente dell’offerta in Maggiore Tutela. Si passa da una maggiorazione minima di 84,96, a diverse centinaia fino a oltre un migliaio di euro in più sulla bolletta annua. E pur vero che in prospettiva è difficile stabilire se un’offerta a prezzi fissi meno conveniente oggi non possa comportare un risparmio futuro in ragione dell’andamento dei mercati all’ingrosso del gas. Tra il 2012 e 2021 le offerte su Mercato Tutelato erano inferiori a quelle sul mercato libero, ma con la guerra in Ucraina e l’impennata dei prezzi energetici, gli utenti che avevano sottoscritto un’offerta sul mercato libero a prezzi fissi hanno pagato molto, molto meno delle utenze sul Mercato Tutelato che subivano i picchi di quotazione del mercato spot elettrico. Di converso, per gli operatori che non si erano tutelati con dei contratti a termine di acquisto della materia prima è stato un bagno di sangue per i bilanci aziendali.
Con il Decreto Bersani del 1999 che dispose la liberalizzazione del mercato elettrico, si è compiuto un balzo indietro a prima del 1962 anno della nazionalizzazione dell’elettricità. Il superamento definitivo della Maggiore Tutela ha comunque subito molti rinvii: dal 2017 al 2019, e poi al 2021, inizialmente solo per Pmi, nel 2022 per le microimprese e altre utenze, ed infine il 1 luglio per tutti tranne eccezioni.
Negli ultimi 10 anni, il mercato di Maggiore Tutela si è ristretto passando da 80% a meno del 30% del bacino di utenza. I fautori del mercato libero fanno notare che molti clienti passati al regime di mercato libero hanno cambiato fornitore trovando offerte più rispondenti alle proprie esigenze, ma non hanno fatto ritorno ai regimi di tutela, È invece il caso di ricordare che questi sono gli ultimi giorni per tornare al regime di servizio a tutele graduali il quale paradossalmente, per effetto delle aste (come spiegato qui) propone offerte complessivamente più convenienti di quelle attive sul mercato tutelato.
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