«È giunta mezzanotte, si spengono i rumori, si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè». Quest’oggi ci permettiamo di scomodare il celebre Domenico Modugno, ma, effettivamente, dal prossimo luglio le luci si spegneranno per davvero.

Chiariamoci subito. Nessun blackout in qualche area circoscritta del nostro Paese, bensì si tratta di un vero e proprio click su quel nascosto interruttore della convenienza o più comunemente denominata tutela. Stiamo, infatti, parlando del mercato tutelato dell’elettricità italiana che, come indicato, dal primo luglio vedrà una definitiva cessazione al pari di un comune e inaspettato flash post-cortocircuito.



La notizia era nota e in agenda da tempo, ma, di questi tempi, l’avvicinarsi alle scadenze in programma sembra poter rappresentare un ultimatum piuttosto che un appuntamento al quale adempiere. Pertanto, riprendendo alcune recenti dichiarazioni del Presidente dell’Autorità di Regolamentazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), Stefano Besseghini, «il primo luglio finisce un’era, quella del regime tutelato, dove i prezzi sono stabiliti dall’Autorità. Prevista più volte e sempre rinviata, la fine della tutela ormai è legge. Il regime è nato nel 2007 per accompagnare in modo graduale i consumatori verso la liberalizzazione del mercato energetico, decisa dall’Unione Europea e introdotta in Italia dai decreti Bersani». E, ancora, «la tutela è stato uno strumento che ha permesso di avere un bilanciamento del meccanismo di scelta e di offrire un prezzo efficiente della fornitura, che ha sempre garantito un benchmark». È vero, dopo oltre sedici anni di luce (tutelata) finisce un’era, click.



E come poteva terminare questa idilliaca convivenza (e convenienza) tra fornitori e consumatori? Oggettivamente, nel miglior modo, infatti, la stessa Arera ha diffuso in queste ultime ore la Scheda tecnica su “L’aggiornamento delle condizioni di tutela II trimestre 2024 nel dettaglio” e, come plasticamente si può evincere dal grafico contenuto nel documento, il costo dell’energia registra una decisa e significativa diminuzione: «Nel secondo trimestre 2024 si registrerà una riduzione del costo dell’energia elettrica per la famiglia tipo (rif. La famiglia tipo ha consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW; per il gas i consumi sono di 1.400 metri cubi annui) in tutela con una variazione della spesa complessiva del -19,8% rispetto al trimestre precedente».



Una flessione di poco inferiore ai venti punti percentuali che, come mostrato, a partire dal 2017 vede il solo secondo trimestre dello scorso anno quale ribasso maggiormente marcato. Possiamo dire che ci troviamo di fronte a una degna e lieta conclusione di una storia iniziata all’insegna della salvaguardia del consumatore che, poi, con il trascorrere dei moltissimi anni, ha garantito una funzione di ammortizzatore versus le innumerevoli e inaspettate dinamiche esogene che l’intero sistema-mondo ha di volta in volta presentato. Tra qualche mese, però, tutto finisce. Click.

Fermo restando le previste modalità di “subentro” al nuovo status e le ovvie tutele per tutti coloro che ne hanno diritto, le premesse che in queste ultime ore sono emerse fanno decisamente spegnere qualche ulteriore luce o, se così non fosse, di certo, almeno di lampadina possiamo parlare: «La spesa stimata per l’elettricità nel 2024 per i clienti del mercato libero è di circa 38 centesimi di euro al kilowattora, mentre per i clienti del servizio di maggior tutela è sui 33 centesimi di euro al kilowattora» (Ansa). Ecco la recentissima dichiarazione del Presidente di Arera, Stefano Besseghini, in audizione davanti alla Commissione Attività produttive della Camera. Click.

Verosimilmente, tale considerazione, più che di monito per l’imminente futuro, potremmo compararla a una vera e propria lettura (anticipata) dei nostri prossimi contatori dell’elettricità. Inutile recriminare, ora non serve, guardiamo avanti finché ci sarà la luce anche se più cara rispetto al passato. Centesimo più, centesimo meno, non si può escludere l’utilizzo di una sottovalutata risorsa com’è l’energia elettrica. Un bisogno necessario che, in ogni istante della nostra vita, registra sempre una voce di spesa a noi evidente, ma mai affrontata con responsabilità: lo spreco. E quindi, se con il celebre Domenico Modugno abbiamo iniziato, così, oggi, terminiamo. «È giunta ormai l’aurora. Si spengono i fanali. Si sveglia a poco a poco. Tutta quanta la città». Buon risveglio Italia. Click.

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