Il prezzo dell’energia elettrica per il mercato tutelato nel primo trimestre del 2024 sarà inferiore del 10,8% rispetto al quarto trimestre del 2023. La notizia è positiva, ma per comprendere quello che è accaduto sui mercati energetici bisogna allargare il campo. La premessa necessaria è che per quanto in calo rispetto agli ultimi mesi, il prezzo dell’elettricità in Italia rimane sensibilmente superiore a quello che si è registrato mediamente fino al 2021. La media dei prezzi degli ultimi tre mesi è il doppio di quella che si è registrata dal 2004 al 2020. I prezzi sono in calo rispetto al picco dell’estate 2022, ma il sistema non è tornato alla normalità precedente alla guerra in Ucraina e alle sanzioni contro il gas russo.
I prezzi dell’elettricità in Italia rimangono ancorati a quelli del gas; non potrebbe essere altrimenti perché, anche a novembre, dalle centrali a gas è arrivata il 40% dell’elettricità italiana contro il 12% dell’eolico. Nel mese precedente l’eolico si è fermato al 7% della domanda totale, mentre il gas ha generato il 44% dell’elettricità. Il prezzo dell’elettricità a 1 anno in Italia è sostanzialmente speculare all’andamento del prezzo del gas, misurato con l’indice TTF.
Questo è il secondo inverno di fila particolarmente mite. I consumi di gas per il riscaldamento sono inferiori alla norma, sia per le temperature più alte della norma, sia perché da due anni gli italiani prestano più attenzione al termostato. L’Europa è entrata nella stagione invernale con gli stoccaggi alti ma questo non è decisivo per la sicurezza del sistema. Nel 2022 sono bastati tre mesi di temperature più alte della media per far rientrare l’emergenza dei prezzi. Bastano due settimane di temperature particolarmente rigide per mandare il sistema in fibrillazione, soprattutto se avvengono all’inizio dell’inverno. Le tensioni geopolitiche finora non hanno influenzato in modo decisivo i flussi fisici di gas liquefatto; anche quello russo continua ad arrivare e la Spagna, per fare un esempio, importa più gas liquefatto russo di quanto non accadeva prima del conflitto.
Torniamo alle rinnovabili. La principale novità del 2023 non è né l’eolico né il solare, ma l’idroelettrico, nonostante sia fermo da decenni in termini di capacità. La generazione idroelettrica vale quasi il doppio di quella eolica e il 35% in più di quella solare, con in aggiunta il bonus senza prezzo della sua programmabilità. La produzione idroelettrica è aumentata considerevolmente, semplicemente perché nel 2023, a differenza che nel 2022, non c’è stata la siccità.
La capacità eolica in Italia è ferma al palo perché gli incentivi attuali non sono appetibili. Il sistema si poteva permettere incentivi pubblici molto generosi quando le rinnovabili erano un piccolo lusso che un sistema basato sul gas economico si poteva permettere. Ma se le rinnovabili diventano il fulcro del sistema, allora quegli stessi incentivi diventano economicamente impraticabili, a meno di ipotizzare prezzi dell’elettricità molto più alti di quelli del vecchio ciclo, distruggendo la competitività del sistema, oppure black-out diffusi.
La capacità solare invece è in grande crescita come effetto del 110%, che si prende da solo o quasi il merito dell’incremento della capacità rinnovabile in Italia del 2023. È un’ottima notizia per i mesi primaverili e estivi, mentre per quelli invernali e autunnali, per ovvie ragioni, la storia non cambia particolarmente. Gli incentivi all’eolico oggi sarebbero appetibili per le imprese private a livelli intorno ai 100 euro a megawattora, ma il sistema fino al 2020 e per i decenni precedenti è rimasto su prezzi dell’elettricità pari alla metà. La conclusione è ovvia: mettere al centro l’eolico vuol dire spostare il sistema per i prossimi decenni su prezzi doppi di quelli del vecchio ciclo.
Il prezzo dell’elettricità in Italia scende, fortunatamente, perché il sistema è ancora basato sul gas e perché il settore del gas ha beneficiato del secondo inverno mite di fila e di una relativa calma sui mercati energetici globali nonostante le crisi geopolitiche. Se queste due condizioni dovessero cambiare, nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, i prezzi salirebbero immediatamente nonostante qualsiasi esplosione della ventosità o qualsiasi periodo particolarmente soleggiato. L’unico cuscinetto vero è l’idroelettrico, che però è fermo da decenni e osteggiato per i suoi impatti ambientali. I ringraziamenti per il calo della bolletta elettrica spettano quindi al gas. Non ad altre fonti.
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