E’ stato reso noto pochi minuti fa il nuovo bollettino coronavirus del ministero della salute di oggi, 5 ottobre. I dati, così come accade ogni lunedì, sono in flessione rispetto ai numeri di ieri, a cominciare dai nuovi infetti scoperti. Se ieri infatti i contagiati erano stati 2.578, oggi sono scesi a 2.257, quasi 300 in meno. Leggermente in calo anche il numero delle vittime, leggasi 16 nuovi decessi (ieri erano stati 18), in linea comunque con la media degli ultimi giorni. Cresce invece il numero dei guariti di 70 unità esatte, passando dai 697 di ieri ai 767 di oggi. Evidentemente il calo nei tamponi processati, che oggi sono stati solamente 60.241, praticamente la metà di quelli di venerdì e sabato. Infine la situazione riguardante gli ospedali, dove si registrano nelle ultime 24 ore duecento ricoveri in più, con l’aggiunta di 20 terapie intensive. I numeri restano da attenzionare ma non sono ancora allarmanti, e per ora gli esperti non sono ancora pronti a indire un nuovo lockdown, ma bisognerà continuare a mantenere la guardia altissima. Di seguito i numeri del bollettino coronavirus del ministero della salute di oggi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

BOLLETTINO CORONAVIRUS 5 OTTOBRE, DATI MINISTERO SALUTE: VERSO NUOVE REGOLE IN DPCM

Sono giorni molto delicati quelli che l’Italia vive nell’ansia di un possibile nuovo lockdown generale finora smentito dal Governo in ogni sua voce ufficiale: l’aumento dei casi anche nell’ultimo bollettino Covid 4 ottobre del Ministero della Sanità è importante e il trend è in ascesa, come certificato anche dal professor Galli nell’intervista odierna ad Agorà. Di contro, l’aumento dei casi in ospedale ancora non è paragonabile – per fortuna – ai livelli di marzo e aprile, ma si cerca di correre ai ripari con un nuovo Dpcm che da mercoledì con ogni probabilità imporrà nuove strette su movida, locali e importerà l’obbligo della mascherina anche all’aperto in tutto il territorio nazionale. L’ultimo bollettino Covid-19 – in attesa dei nuovi dati di oggi 5 ottobre – vede l’aumento di altri 2.578 nuovi positivi, con purtroppo 18 morti (35.986) e 697 guariti dopo secondo tampone (su 231.914). Al momento in Italia ci sono 57.429 persone positive al coronavirus (su 325.329 totali da inizio emergenza), con aumento di 1.863 rispetto alla giornata di sabato: le terapie intensive occupate da casi Covid sono 6 in più (309 totali) mentre i ricoverati salgono a 3.287 con gli ultimi +82 punti ieri.

CORONAVIRUS ITALIA: NUOVE REGOLE NEL PROSSIMO DPCM

A livello di distribuzione territoriale del coronavirus, il bollettino della domenica diffuso dal Ministero della Sanità – con 92.714 tamponi processati – vede ancora la Campania in cima alla lista delle Regioni più colpite con 412 nuovi casi: segue la Lombardia con 314, il Veneto con 261, Lazio 244, Toscana 188, Piemonte 173, Emilia Romagna 179. «Qualsiasi misura sarà adottata in piena trasparenza e all’insegna dei principi di proporzionalità e adeguatezza. È stato così nella fase acuta della pandemia e così continuerà a essere. Tutelare la salute dei cittadini e quindi garantire condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e ovunque si svolga la vita sociale, significa preservare anche l’economia e il nostro tessuto produttivo», spiega il Premier Giuseppe Conte al Corriere della Sera anticipando le nuove misure presenti nel prossimo Dpcm in partenza il 7 ottobre prossimo. Obbligo mascherine, locali chiusi dalle 23, discoteche ancora chiuse e stretta su controlli e tamponi: secondo indicazione del Cts, anche limitazioni a feste private ed eventi con ulteriore contingentamento di tetto massimo di persone (max 200). Lo schema è simile alla Fase 1 con Dpcm che impone la linea rigida e le Regioni che possono solo irrobustire e irrigidire le norme Covid: «riterrei intollerabile togliere poteri alle Regioni all’indomani della rinnovata fiducia alla maggior parte dei governatori che hanno gestito emergenza Covid. Sarebbe un vero e proprio esproprio democratico», commenta polemico il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, nonché vicepresidente della Conferenza Stato-Regioni.