Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 155.659 contagiati da coronavirus, con per fortuna anche 30.399 guariti ma purtroppo anche 157 morti positivi al Covid (139.038 da inizio pandemia): sono questi i dati emersi nell’ultimo bollettino nazionale diffuso dal Ministero della Salute nel pomeriggio del 9 gennaio 2022.
In Italia, al momento, risultano ancora contagiati dal virus 1.943.979 di persone: a queste quasi 2 milioni di unità, bisogna distinguere in 1.926.737 attualmente in isolamento domiciliare, 15.647 ricoverati in reparti ordinari Covid (+717 rispetto al bollettino di ieri), 1.595 terapie intensive occupate (+38). Anche a fronte di 993.201 tamponi processati, il tasso di positività cala fino al 15,7% pur facendo rimanere alta la soglia di allerta per la crescita esponenziale di contagi che potrebbe portare nei prossimi giorni ad un “picco” di ricoveri. Le Regioni ancora una volta più coinvolte risultano la Lombardia (+36mila casi in 24 ore), Emilia Romagna +17mila, Veneto +13mila, Sicilia e Lazio con più di 12mila contagi a testa.
IL BOLLETTINO DI IERI
In Italia ad oggi vi sono 14.591 ricoverati nelle strutture ospedaliere con sintomi Covid: oltre a questi, ci dice il bollettino del Ministero della Salute diffuso ancora ieri, 1.499 sono in terapia intensiva.
Il tasso di positività presente al momento nel Paese segna il 16,2% al netto di un milione e 220mila tamponi processati nella sola giornata di ieri: si sono contati nell’ultimo bollettino anche 197.552 contagi da Covid-19, con 52.529 guariti e purtroppo anche 184 morti positivi al coronavirus. La situazione epidemiologica in Italia resta monitorata dal Governo con l’allarme dei numeri dei ricoveri che salgono ogni giorno, senza ancora – per fortuna – giungere a quote oltre le soglie di allerta ampiamente superate durante le prime tre ondate precedenti a questa. Regole su scuola, lavoro e vaccini stanno cambiando rapidamente nel giro di pocissime settimane, il che rende il procedere dell’emergenza tutt’altro che prevedibile per il semplice cittadino.
CORONAVIRUS ITALIA: BATTISTON, “DELTA RIMANE ANCORA”
In attesa di capire domani nella conferenza stampa del Premier Draghi le varie spiegazioni sugli ultimi tre decreti approvati dal Governo in merito alla gestione dell’emergenza coronavirus, dai prossimi giorni scattano tutta una serie di misure atte a limitare, il più possibile, la diffusione della variante Omicron. Senza dimenticarsi però – osserva su “La Repubblica” il matematico Roberto Battiston (docente di Fisica all’Università di Trento e coordinatore dell’Osservatorio epidemiologico) – che la variante Delta è tutt’altro che scomparsa. Come evidenzia il bollettino Covid del Ministero della Salute ormai tutti i giorni, al momento «è come se ci fossero due epidemie diverse: quella dovuta appunto alla Delta e quella riconducibile a Omicron, con effetti meno gravi sulla salute ma così contagiosa da farci rischiare un lockdown di fatto. Per poter affrontare efficacemente questa fase, è fondamentale avere chiara tale distinzione. E magari adoperarsi per distinguere chi si ammala di una variante piuttosto che dell’altra»; per il docente i numeri al momento sono abbastanza chiari, «Supponiamo anche che Omicron rappresenti l’80% dei 200mila nuovi casi giornalieri: ne restano 40 mila che sono riconducibili alla Delta. Nonostante l’esplosione di Omicron, Delta ha continuato a espandersi nelle ultime settimane: a ridosso di Natale causava 30-35mila nuovi contagi al giorno, oggi ne provoca, probabilmente, circa 40mila». Non solo, la “Delta” è responsabile dei casi più gravi nei non vaccinati tra ricoveri e decessi: «Se non la si argina rapidamente o non si prendono opportune misure di potenziamento delle strutture di emergenza, si rischia il collasso del sistema ospedaliero nei prossimi 30 giorni», avverte allarmato il prof. Battiston.