Mentre il Governo inizia a pianificare per la prossima settimana una nuova strategia di “contenimento” della curva di contagio – un lockdown “leggero”, come spieghiamo in questo focus – i dati che arrivano ancora oggi dal bollettino del Ministero della Salute sono ancora una volta negativi: in tutto l’aumento dei casi sale di 32.961 unità, di cui 623 sono purtroppo vittime (42.953 totali da inizio pandemia), 9.090 dimessi-guariti (su 372.113) e 23.248 i casi positivi in più rispetto alla giornata di ieri. Ad oggi in Italia si contano ufficialmente infettati dal coronavirus 613.358 persone: di queste, 613.358 sono in isolamento domiciliare con zero o pochi sintomi, 3.081 le terapie intensive occupate (aumento di altre 110 unità rispetto a martedì) e 29.444 ricoverati in reparti Covid con sintomi (+811). I tamponi processati tra ieri e oggi sono stati 225.640, con tasso di positività sceso dell’1,5% al 14,6% attuale. Per la diffusione del contagio è ancora la Lombardia la più colpita con 8.180 nuovi casi, segue Campania con 3166, Piemonte 2953, Veneto 3082, Emilia Romagna 2428, Lazio 2479 e Toscana 2507.



IL BOLLETTINO DI IERI

L’emergenza coronavirus vede sempre due “filoni” paralleli che preoccupano ugualmente: l’ambito sanitario, con il bollettino del Ministero della Salute che ancora ieri registrava 580 morti e più di 35mila contagi; l’ambito economico, con i lockdown “a zone” deciso nell’ultimo Dpcm che sta provocando un’ulteriore flessione di attività e commercio in un quadro molto più allargato di sostanziale crisi economica ormai da 9 mesi a questa parte. In questa difficile palude tenta di muoversi il Governo, chiamato entro il 15 novembre – su pressing di Iss e Cts – a decidere se estendere la zona rossa a tutta l’Italia qualora la curva dei contagi non dovesse “mitigarsi” come ieri spiegato dal Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro. Si attendono intanto i nuovi dati in arrivo oggi pomeriggio dal Ministero della Salute, nel giorno in cui la nuova ordinanza del Ministro Speranza entra in vigore (con 5 nuove zone arancioni e una rossa, in Alto Adige): ieri il bollettino mostrava 35.098 nuovi casi totali in aumento, di questi 580 purtroppo erano vittime (su 42.330 totali da inizio pandemia), 17.734 dimessi-guariti e 16.776 nuovi casi positivi in 24 ore. Al momento in Italia sono positivi al tampone da coronavirus – ancora ieri 217.758 test processati – 590.110 persone: in queste sono calcolate 558.110 persone in isolamento domiciliare con pochi o zero sintomi, 2971 in terapia intensiva (+122) e 28.633 ricoverati con sintomi (+997).



CORONAVIRUS ITALIA: RICCIARDI “PROSSIMI MESI TERRIBILI”

Guardando la mappa del contagio di coronavirus nelle ultime 24 ore, emerge come ancora la Lombardia sia la più tartassata (ma anche quella con più tamponi e maggior densità di popolazione) con 10.955 casi, segue il Piemonte con 3.659, Campania 2716, Veneto 2763, Emilia Romagna 2430, Lazio 2608, Toscana 2223. In attesa del nuovo bollettino del Ministero della Salute, ha parlato il suo consulente Walter Ricciardi ospite di Agorà su Rai3 tracciando i prossimi step dell’emergenza Covid in Italia: «Prossimi mesi saranno terribili, il virus è rapidissimo. Il personale medico e sanitario è più restio oggi a entrare nei reparti Covid perché è stato anche vilipeso. Dopo la prima fase ‘eroica’ oggi è cambiata la situazione». Se è vero che nel 2021 arriverà il vaccino Pfizer – e non solo – Ricciardi mette in guardia «E’ una notizia bellissima, ma le prime dosi arriveranno auspicabilmente all’inizio dell’anno prossimo, non prima, per questioni di autorizzazioni. Siamo fiduciosi che nel 2021 – ha concluso – avremo uno o forse 2 vaccini, ma anche allora dovremo stare attenti». Intanto il Premier Giuseppe Conte nell’intervista a La Stampa torna sul “rischio lockdown totale” e continua nell’opera di esclusione di tale eventualità: «siamo al lavoro per evitare il lockdown totale. La curva dei contagi sta salendo ma mi aspetto che nei prossimi giorni, anche per effetto delle nostre misure, cominci a flettere. Il lockdown generalizzato avrebbe costi troppo elevati».