Sono purtroppo ancora 546 le vittime nelle ultime 24 ore segnalate dal Ministero della Salute nel bollettino di domenica: dati sul coronavirus in Italia che restano sostanzialmente sulla “scia” degli ultimi giorni, con però una netta discesa dei tamponi (ieri 227mila, oggi poco più di 195mila) che fa dunque salire l’indice di positività all’attuale 17,4% (+1,0%). Sono in tutto 33.979 gli aumenti dei casi tra sabato e domenica: di questi, 546 sono purtroppo decessi (su 45.229 da inizio pandemia), 9.376 sono guariti-dimessi (su 420.810 totali) e 24.055 i nuovi casi “effettivi” delle ultime 24 ore. Al momento in Italia sono positivi al coronavirus 712.490 persone: di queste, 677.021 sono in isolamento domiciliare con pochi o zero sintomi, 3.422 le terapie intensive complessive (+116 rispetto a ieri) 32.047 i ricoverati con sintomi negli ospedali italiani (+649). Le aree ancora più colpite dal contagio restano la Lombardia con 8.060 nuovi casi, segue la Campania con 3.771, Piemonte 3.682, Emilia Romagna 2.822, Veneto 2.792, Toscana 2.653, Lazio 2.612, Sicilia 1.422, Liguria 822, Puglia 905.
IL BOLLETTINO DI IERI
Da oggi Campania e Toscana diventano zona “rossa” secondo l’ultima ordinanza del Ministero della Salute mentre altre 3 Regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche) da “gialle” diventano zone “arancioni”. In attesa del nuovo bollettino sull’andamento del coronavirus oggi in Italia, gli ultimi dati confermano sempre un raffreddamento della curva epidemiologica anche se questo non significa un parallelo drastico calo di vittime e contagi: di certo, al netto delle situazioni particolari delle singole Regioni più in “sofferenza” sul fronte ospedaliero, i 37.255 nuovi casi totali visti ieri nel bollettino Covid rappresentano un andamento in “trend” dell’ultimo periodo e per fortuna non un aumento esponenziale. Sono purtroppo 544 i morti ravvisati (44.683 totali da inizio pandemia), 12.196 i dimessi-guariti (su 411.434) e 24.509 l’aumento netto dei nuovi casi di coronavirus tra venerdì e sabato. Ad oggi in Italia sono positivi al Sars-CoV-2 688.435 persone, di queste però 653.731 sono in isolamento domiciliare con pochi o zero sintomi, 3306 le terapie intensive occupate (+76) e 31.398 i ricoverati con sintomi (+484, dato in diminuzione rispetto agli ultimi giorni).
CORONAVIRUS ITALIA: IL NATALE E LA POLITICA
Le aree più colpite ancora dalla diffusione del contagio, secondo il bollettino del Ministero della Salute di ieri, rimangono la Lombardia (8.129 nuovi casi), il Piemonte con 4.471, Veneto 3.578, Campania 3.351, Lazio 2.997, Emilia Romagna .637, Toscana 2.420. Dopo le ultime decisioni della cabina di regia venerdì scorso, in tutto restano 7 le Regioni in zona rossa e 9 quelle in zona arancione, un obiettivo dichiarato dal Governo nel tentativo di affermare quel “lockdown leggero” che non necessiti di nuovi Dpcm per una serrata totale del Paese. Già così infatti buona parte d’Italia è sottoposta a misure di distanziamento e divieto di spostamenti per provare un estremo sacrificio in vista del mese di dicembre: qui, al netto delle mille polemiche sorte ancora ieri sulla necessità o meno di festeggiare il Natale ritornando nelle case di parenti/amici, il Governo riafferma con il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri le ultime novità. «Sono fiducioso che i numeri si stiano stabilizzando, ci sono evidenze che lo dimostrano,ma aspetterei qualche giorno per dire che il picco della seconda ondata è stato toccato.Per quanto riguarda cosa ci attende a Natale, è presto per sbilanciarsi perché dovremo vedere l’andamento dell’epidemia e valutare le soluzioni più adatte: verosimilmente avremo Regioni con andamento migliore e altre con più difficoltà», spiega il n.2 di Roberto Speranza. Sempre ieri, il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro (membro Cts) spiegava come l’obiettivo ora è quello di «portare l’Rt sotto 1 nel più breve tempo possibile. L’epidemia in Italia mostra un primo segnale precoce di impatto delle misure di mitigazione messe in atto dal 14 ottobre. Bisogna monitorizzare l’andamento e mantenere una grande consapevolezza del rischio attuale, alto in quasi tutte le regioni italiane».