Nuovo record di casi di coronavirus in Italia. Superata anche la soglia dei 10mila casi giornalieri. Il bollettino di oggi diffuso dal Ministero della Salute rivela che nelle ultime 24 ore sono stati registrati 10.010 contagiati. Invece i morti sono purtroppo 55, mentre i guariti-dimessi 1.908. Per quanto riguarda le terapie intensive, ci sono 52 malati in più, mentre 382 sono i ricoveri in altri reparti Covid. Di conseguenza, nel complesso i casi certificati dall’inizio dell’epidemia sono 391.611, quindi l’Italia si avvicina a sforare la soglia dei 400mila casi. Invece il numero totale dei deceduti sale a 36.427, mentre quello dei dimessi-guariti nel complesso è di 247.872. Questo vuol dire che le persone attualmente positive al coronavirus in Italia sono 107.312. Di queste, 100.496 sono in isolamento domiciliare, 638 in terapia intensiva, invece 6.178 sono i ricoverati in altri reparti Covid. Le Regioni con più casi oggi sono Lombardia 2.419, Campania 1.261, Piemonte 821, Lazio 795 e Toscana 755. (agg. di Silvana Palazzo)
#Bollettino di #MinisteroSalute con i #dati di #coronavirus di oggi 16 Ottobre 2020 pic.twitter.com/Y13ilZxObt
— ilSussidiario (@ilsussidiario) October 16, 2020
CORONAVIRUS ITALIA: OGGI NUOVO BOLLETTINO
Sono ore di profonda tensione tanto nel Governo quanto nelle Regioni: la risalita esponenziale dei contagi – ma per fortuna, al momento, non per le ospedalizzazioni – ha portato prima la Campania e poi la Lombardia a immaginare nuove ordinanze per inasprire la stretta oltre il Dpcm. Ieri il bollettino coronavirus del Ministero della Sanità ha registrato per l’Italia l’aumento di 8.804 nuovi contagi, con purtroppo 83 morti (su 36.372), 1.899 dimessi-guariti (su 245.964 da inizio pandemia) e l’incremento degli stretti casi di Covid nel saldo giornaliero che ieri si è fermato a +6.821. Per questi numeri e per il trend mostrato dall’ultimo monitoraggio dell’ISS, con l’indice Rt salito a 1.17 in tutta Italia con solo 3 regioni rimaste sotto la quota di inizio allerta (ovvero 1), il Governo su pressing del Cts pensa ad una stretta già in questo weekend: tra stasera e domani si riunirà il Consiglio dei Ministri per varare misure che vadano da potenziale nuovo coprifuoco alle 22 dei locali fino alla didattica a distanza per le sole scuole superiori. Dopo gli ultimi 162mila tamponi effettuati (nuovo record che aiuta a far capire perché non si possano fare paragoni allarmanti con la situazione di marzo, almeno a livello ospedaliero) al momento in tutto il Paese ci sono 99.266 persone positive al Covid-19: di queste, 586 sono in terapia intensiva (+47 tra mercoledì e giovedì), 5.796 ricoverati con sintomi (+326) e il 95% ancora in isolamento domiciliare senza alcun sintomo (o molto pochi), ovvero 99.266 persone.
CORONAVIRUS ITALIA: PRESSING CTS PER NUOVA STRETTA, MA NO LOCKDOWN
In attesa del nuovo bollettino coronavirus del Ministero della Salute, ieri la Lombardia era la Regione in termini di numero di contagi che ancora primeggiava con 2.067 nuovi infetti (su record però di tamponi, oltre quota 30mila), seguita da Campania con 1.127, Piemonte 1.033, Veneto 600, Lazio 594, Toscana 581. «Alla luce dei nuovi dati emersi e della nuova fase servono misure più stringenti per far fronte al progressivo aumento dei contagi», ribadisce il Cts nel pressare il Governo a nuovi disposizioni che superino l’ultimo Dpcm 13 ottobre. Conte tentenna ma nelle prossime ore potrebbe convocare nuovo Consiglio dei Ministri per discutere delle nuove strette che da un lato evitino il lockdown nazionale e dall’altro però impongano nuovi sacrifici per le libertà personali e soprattuto per commercianti e studenti. «Lockdown nazionale o a Natale? Assolutamente no, non stiamo pensando a nuovi confinanti. Piuttosto lavoriamo per le misure ideali su trasporti, scuola (che dovrebbe restare in presenza laddove possibile) e tamponi-tracciamenti», ha spiegato la sottosegretario alla Salute Sandra Zampa intervenuta a Rai News2. Per Franco Locatelli, Presidente Consiglio Superiore Sanità e membro Cts, il lockdown non è in programma: così nell’intervista di oggi al Corriere della Sera «Siamo ancora in tempo per invertire la marcia, ma tutto dipende da cosa siamo disposti a fare, come Paese, per fare in modo che ciò possa avvenire. È quindi fondamentale che tutti, nessuno escluso, facciano quanto è nelle proprie possibilità per limitare la diffusione del virus. Non ci possiamo più permettere deviazioni dalle buone regole». Tutto sta dunque nel vedere cosa accadrà dopo il bollettino del Ministero, con le decisioni del Governo che si fanno ancora difficili da prevedere nel dettaglio. Di certo l’allarme risuonato ancora oggi dal professor Crisanti pesa anche nelle aree meno rigide del Governo: «Non si riesce a fare tracciamento sul territorio e non si riesce ad arrestare la trasmissione. Siamo arrivati al punto di rottura in cui le misure non funzionano più».