Calano i tamponi e anche i contagiati, ma purtroppo risale il tasso di positività: ieri al 7,8%, oggi al 9,4%, con purtroppo ancora 73 morti registrati in sole 24 ore. Il nuovo bollettino del Ministero della Salute di oggi 19 ottobre rileva tra domenica e lunedì l’aumento complessivo di 9.338 casi: di questi, 73 per l’appunto sono le vittime con tampone positivo al Covid (su 36.616 totali da inizio pandemia), 1.498 i guariti-dimessi (su 252.959) e 7.766 l’aumento netto dei contagi stretti tra ieri e oggi. Ad oggi in Italia sono positivi al coronavirus 134.003 persone (423.578 da inizio emergenza Covid-19): di questi, 8.473 sono ricoverati in reparti Covid, con aumento molto importante di 545 unità rispetto a ieri; 797 sono in terapia intensiva (+47) mentre i restanti 125.530 positivi sono in isolamento domiciliare con pochi o zero sintomi. A livello di distribuzione territoriale del contagio, mentre le stesse Regioni contemplano la possibilità di irrigidire le misure del Dpcm, è la Lombardia a rimanere la più colpita a livello nazionale con +1687 nuovi casi: segue Campania con 1.593, Toscana con 986, Lazio 939, Piemonte 933, Emilia Romagna 552, Veneto 502.



IL BOLLETTINO DI IERI

Il coronavirus continua a determinare gran parte della vita pubblica e politica del Paese, con oggi 19 ottobre 2020 primo giorno del nuovo Dpcm in azione per frenare la risalta dei contagi: il bollettino del Ministero della Salute diffuso ancora ieri mostrava un ulteriore aumento di infetti, ricoveri e terapie intensive anche se il nuovo decreto anti-Covid tanto atteso dagli esperti scienziati non ha “soddisfatto” l’indirizzo di lockdown locali o coprifuoco nazionali. «La curva dei contagi è in preoccupante risalita: avanti a testa alta, serve collaborare per superare tutti insieme l’avversità del Covid-19», così ancora stamattina il Premier Giuseppe Conte intervenendo in videoconferenza al congresso degli assicuratori Ania. In attesa dei nuovi dati di oggi in arrivo dopo le ore 17 dal Ministero della Salute, ieri su 146.541 tamponi sono stati rilevati 11.705 casi totali: di questi, 69 morti purtroppo (su 36.543 totali) mentre sono 2.334 i nuovi guariti-dimessi (251.462 a livello generale) e l’incremento netto degli attuali positivi che sale di 9.302 unità. In Italia ad oggi sono 126.237 le persone infettate dal Covid-19: su questo numero, vanno contati 750 terapie intensive occupate (aumento di 45 tra sabato e domenica), 7.131 ricoverati con sintomi (+514 ricoveri in sole 24 ore) e 118.356 in isolamento domiciliare con pochi o zero sintomi del tutto. «Siamo molto distanti da marzo, tra l’altro per un’età media diversa dei soggetti positivi. Sarà crisi quando si arriverà a 600mila contagi, e le misure messe in campo servono proprio ad evitare di arrivare al punto di crisi. Vediamo che due terzi dei nuovi contagiati adesso è asintomatico. Un aspetto di cui tenere conto», ha sottolineato stamattina a Omnibus la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa.



CORONAVIRUS ITALIA: IL PUNTO CON I 4 ESPERTI

In merito alla diffusione del contagio da coronavirus in giro per l’Italia, le aree ancora più colpite sono la Lombardia e la Campania (seppur con numero di tamponi processati ancora diversissimo, forbice di 20mila test a favore dei lombardi): sono 2.975 i contagi nuovi segnalati da Regione Lombardia, 1.376 quelli in Campania, segue poi Lazio a 1.198 contagi, 1.123 Piemonte, Toscana 906, Veneto 800, Sicilia 548. Dopo l’uscita del Dpcm e dopo le nuove misure anti-contagio che hanno scongiurato (per ora) lockdown o coprifuoco, il punto oggi sull’evoluzione epidemiologica viene fatto a più livelli da 4 esperti ormai divenuti molto noti all’opinione pubblica: «Alcuni lockdown mirati vanno fatti subito. Non bisogna aspettare Natale, perché oggi magari bastano due settimane ma quando si va più avanti, poi non bastano più», spiega il consulente del Ministero della Salute, Walter Ricciardi. Pessimista anche il virologo Andrea Crisanti che a Coffee Break ribadisce «Se non si stabilizzano i nuovi casi bisogna inasprire le misure. Nel frattempo – aggiunge – bisogna implementare finalmente un piano di sorveglianza nazionale in modo da non sprecare e anzi consolidare i vantaggi raggiunti con il sacrificio di tutti quanti». Per il primario di rianimazione del Sacco di Milano Massimo Galli – intervistato da Sky Tg24 – la situazione è molto seria e si rischia il collasso: «Scuola chiuse? Sto con De Luca. La risalita del Covid è colpa dell’estate sciagurata, servono misure più restrittive». Sul finire, il professore del San Matteo di Genova Matteo Bassetti a “Non è l’Arena” di Giletti ha ribadito la necessità di raccontare per bene e fino in fondo le evoluzioni dell’epidemia: «Non mi piace essere messo in contrapposizione con altri professionisti che hanno curato il Covid. Ho passato gli ultimi mesi della mia vita a lavorare in corsia e a vedere malati, ho sempre pensato che dire alla gente che siamo davanti ad un virus gestibile e che siamo diventati più bravi nell’affrontarlo fosse un modo corretto di comunicare. Qualcuno ha interpretato ciò come un liberi tutti, ma è sbagliato così come lo è pensare che tutti moriranno per coronavirus».

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