Diminuiscono i tamponi rispetto a ieri ma sale purtroppo del 2,1% il tasso di positività rispetto alla giornata di sabato (13,1%) nell’ultimo bollettino coronavirus diffuso dal Ministero della Salute: dopo la presentazione dell’ultimo Dpcm nella conferenza stampa del Premier Conte, si conferma quella «curva epidemiologica in forte criticità» anche con i nuovi dati del 25 ottobre. 21.273 sono i nuovi casi di contagio con aumento totale tra ieri e oggi, di questi purtroppo 128 sono le vittime in 24 ore (37.338 da inizio pandemia), 2.086 i nuovi dimessi-guariti su 266.203 totali e 19.059 l’aumento netto dei nuovi contagi rispetto a sabato. Ad oggi in Italia, secondo i dati ufficiali del Ministero della Salute – a fronte di 161.880 tamponi processati rispetto a ieri – sono positivi al Covid 222.241 cittadini (525.782 da inizio emergenza): di questi, 1208 sono le terapie intensive occupate (+80), 12.006 i ricoveri con sintomi (+719) e 209.027 persone con pochi o zero sintomi in isolamento domiciliare. Tra le Regioni maggiormente colpite si segnala ancora la Lombardia con 5762 nuovi casi in 24 ore, segue Piemonte con 2287, Campania 2590, Toscana 1863, Lazio 1541, 1192 in Emilia Romagna. «Dobbiamo reagire subito e con determinazione se vogliamo evitare numero insostenibili», scrive su Facebook il Ministro della Salute Roberto Speranza, a poche ore dalla firma del nuovo Dpcm, «misure restrittive volte a ridurre le occasioni di contagio. Ogni scelta comporta sacrifici e rinunce: ne sono consapevole. Ma dobbiamo intervenire con fermezza se vogliamo contenere il virus nel tempo che manca all’arrivo di vaccini e cure efficaci e sicuri».



IL BOLLETTINO DI IERI

Con la risalita dei contagi per la terza settimana consecutiva il Governo si appresta a varare la domenica un nuovo Dpcm, anche se quest’ultimo (valido dal 26 ottobre fino al 24 novembre) porta l’Italia in uno stato di semi-lockdown molto stretto. Dopo l’ultimo bollettino del Ministero della Salute di ieri – che contava ancora 19.644 nuovi casi, 151 morti e 2309 guariti – il Governo ha accelerato varando nuove misure anti-contagio che impongono chiusure di cinema, teatri, sale giochi, palestre, piscine e con locali chiusi dalle ore 18 in poi, tranne la domenica (dove rimane l’orario normale). La protesta del Paese sale assieme al numero dei contagi e i mesi che si apprestano ad arrivare non saranno semplici: «È tempo di mantenere i nervi saldi ed evitare divisioni e polemiche. Il Paese è molto più preparato in termini di disponibilità di mascherine, tamponi, posti letto attivati o attivabili nelle unità di terapia intensiva e sub-intensiva», spiega al Corriere della Sera il membro Cts e Presidente Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli. In attesa dei nuovi provvedimenti della politica, sono i numeri del coronavirus a spaventare: dei 19.644 nuovi contagi ieri, 151 appunto sono le vittime (37.210 totali da inizio pandemia), 2309 guariti (su 264.117) e aumento netto di nuovi infetti a 17.180 unità.



CORONAVIRUS ITALIA: NUOVO DPCM, CTS “EVITARE PANICO”

Ad oggi in Italia sono positivi al Covid 203.182 persone, a fronte di 177.669 tamponi processati ancora ieri (tasso positività sanità all’11,1%): in attesa del nuovo Dpcm e del nuovo bollettino coronavirus del Ministero della Salute, ieri le terapie intensive sono aumentate di 79 unità (su 1.128 totali) mentre i ricoveri con sintomi sono saliti a 11.287 (+738), con gli isolamenti domiciliari con pochi o zero sintomi a quota 190.767. Le regioni più colpite restano sempre le stesse: Lombardia con 4.956 nuovi casi in 24 ore, 1.718 Campania, 1548 Piemonte, 1729 Veneto, 1687 Lazio, 1526 Toscana, 1180 Emilia Romagna. Al netto dei contagi, per il prof. Locatelli il panico non deve essere scatenato: «L’epidemia non è più governabile? Non è così, non siamo vicini alla perdita di controllo. C’è stata una marcata accelerazione di casi. Però l’impatto in termini di ricoveri nelle terapie intensive e di numeri di persone che perdono la vita non è certamente paragonabile a quello osservato nei mesi di marzo-aprile. Evitiamo, quindi, di farci prendere dal panico». Decisamente più “duro” è invece l’intervento del consulente del Ministro della Sanità Walter Ricciardi, sentito dal Messaggero: «Molte Regioni non hanno fatto ciò che dovevano fare quest’estate per adeguare il sistema, oggi ne paghiamo le conseguenze. Abbiamo poche settimane per intervenire. Servono chiusure locali, anche regionali, perché il coprifuoco non funziona». La parola lockdown viene evidenziata dallo stesso Ricciardi quando avverte che se non interverranno subito nuove chiusure – ben oltre il nuovo Dpcm in arrivo da domani – si rischiano «chiusure generalizzate» già nei prossimi giorni.

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