Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 12.932 nuovi casi di contagio da coronavirus: questi i dati in arrivo dal Ministero della Salute con il bollettino quotidiano aggiornato al 28 novembre 2021.

Sono purtroppo ancora 47 i morti positivi al tampone Covid (133.674 da inizio pandemia), con 5.383 guariti-dimessi e con un totale di casi dall’inizio emergenza che raggiunge quota 5.007.818. Al momento sono positivi al tampone 186.443 italiani, con un tasso di positività che sale al 2,5% a fronte di 512.592 test processati. I ricoverati nelle strutture ospedaliere, all’interno dei reparti Covid ordinari, crescono di ben 138 unità rispetto alla giornata precedente: al momento sono 5.602, di cui però 638 in terapia intensiva (+14). «Sono soddisfatto di essermi vaccinato, perché il vaccino nel nostro caso ha funzionato in maniera egregia», spiega al giornale Radio Rai è il “paziente zero” italiano della variante Omicron. «Considerati i sintomi blandi miei e della mia famiglia, che è stata contagiata e comprende persone tra gli 8 e gli 81 anni, posso dire che l’infezione si è manifestata solo in modo lieve», aggiunge il manager in isolamento e monitorato in maniera costante da medici e autorità sanitarie.



BOLLETTINO COVID DI IERI

Mentre la variante Omicron con i suoi ancora pochissimi casi in tutto il mondo già sta riportando i livelli di allerta mediatica all’inizio della pandemia (senza ancora effettivi elementi per stabilire i veri effetti delle nuove mutazioni del coronavirus), la situazione della pandemia in Italia prosegue sui binari degli ultimi giorni.



Il bollettino diffuso dal Ministero della Salute nella giornata di sabato – in attesa dei nuovi dati in arrivo dopo le ore 17 anche per oggi 28 novembre – mostrava 12.877 nuovi casi di contagio, con purtroppo 90 morti (133.627 da inizio emergenza) e 6.541 guariti-dimessi. Il tasso di positività scende al 2,2% a fronte degli ultimi 596.898 tamponi-test rapidi, con il numero di persone attualmente positive al Covid che sale a 178.946. A livello di pressione ospedaliera, si segnalano 5.450 ricoverati nei reparti ordinari (+96 rispetto a venerdì), di cui 624 in terapia intensiva (+18).



CORONAVIRUS ITALIA, I TIMORI SULLA VARIANTE OMICRON

«Era vaccinato con due dosi il professionista campano, dipendente di una azienda internazionale, rientrato nei giorni scorsi dal Mozambico e risultato positivo al Covid con una sequenza genomica riconducibile alla nuova variante Omicron»: questo è quanto ha reso noto ieri sera l’Iss dopo il primo caso rilevato di variante Omicron in Italia. Le fonti del Governo all’ANSA sottolineano che l’uomo è paucisintomatico e che le sue condizioni al momento non destano alcuna preoccupazione. Tutto questo basta per gettare l’Italia, come il resto d’Europa, nel timore di nuove recrudescenze del Covid con la mutazione di Omicron giunta ormai nel nostro Continente seppur in casi ancora minimissimi (come rileva l’ultimo bollettino OMS). Emersa in Paesi – Sud Africa e Botswana – dove il livello di vaccinazione è ancora molto basso (sotto il 30% della popolazione), la variante Omicron ancora va verificata se e quanto riduce l’efficacia del vaccino sull’organismo: «Ho detto tantissime volte che questo virus non andrà via, l’ho ripetuto, anche con grande frustrazione e dispiacere, ma è cosi. Non c’è nulla di sorprendente in quello che sta accadendo, è successo con altre pandemie e con altre malattie infettive. Non capisco la sorpresa. Sappiamo che, più il virus circola in popolazioni non vaccinate e più è possibile che si selezionino delle varianti. Sappiamo che in Africa il tasso di copertura vaccinale è bassissimo, che alcune varianti ci daranno filo da torcere, che non è detto che quest’ultima sia fra queste. Prima di terrorizzare le persone e di far partire l’allarme che percepisco, bisogna analizzare Omicron e fare molte valutazioni. Gli europei devono rendersi conto che l’unico strumento di cui disponiamo è il vaccino», lo spiega la virologa Ilaria Capua, a capo dell’One Health Center dell’Università della Florida, intervistata oggi da “La Stampa”.