Arriva ancora dall’Ordine dei Medici italiani l’appello al Governo di stringere ancora le maglie del contagio applicando quello che finora si è cercato di escludere, ovvero un secondo lockdown totale: dopo gli ultimi dati emersi oggi dal bollettino del Ministero della Salute, la Fnomceo (Federazione Nazionale Ordine dei Medici Chirurgi e Odontoiatri) con il proprio presidente Filippo Anelli spiega su Facebook e in una intervista al GR2 «L’Ordine dei medici chiede il lockdown totale in tutto il paese». L’Ordine chiede poi nuove assunzioni di medici specialisti e anestesisti: «Sarebbe una boccata d’ossigeno per il sistema». Il problema è che al momento il sistema rischia di non reggere più: «i numeri se fossero quelli dell’ultima settimana proiettati da qui ad un mese renderebbero la situazione davvero molto difficile. Non solo, a breve si sovrapporrà la temibile influenza stagionale e così il sistema non reggerà più: ci vorrà un mese per avere effetti positivi di un lockdown totale, ma serve più che mai», aggiunge sempre Anelli in una seconda intervista a Rai News24. Il Covid si ferma solo se la gente rimarrà in casa: questo è l’appello finale del n.1 Fnomceo, molto duro, che rimette alla responsabilità delle persone il problema di oggi «così il sistema non regge, siamo sul ciglio di un precipizio. Vedo troppa gente in zona gialla e arancione che continua a fare le stesse attività di prima: non possiamo permetterci altri 30mila ricoveri come in questa settimana, non sappiamo più come curare le altre malattie, non solo il Covid».



BOLLETTINO ITALIA 8 NOVEMBRE

Calano e di molto i tamponi – ieri 231mila, oggi 191mila in tutta Italia – ma il l’indice di positività resta tutto sommato “fisso”: il nuovo bollettino coronavirus del Ministero della Salute mostra ancora 331 morti in 24 ore (41.394 totali da inizio pandemia), nuovi totali casi generali in aumento di 32.616 unità, con anche 6183 guariti-dimessi (335.074 totali). Ad oggi in Italia sono positivi al tampone Covid-19 558.636 persone: di questi, 529.447 sono in isolamento con zero o pochi sintomi, 2.749 sono le terapie intensive occupate sull’intero suolo nazionale (+115), mentre i ricoverati con sintomi resto 26.440 (+1331 in 24 ore). A livello di diffusione del contagio regionale, è ancora la Lombardia a segnalare 6.318 nuovi casi dopo gli ultimi 38mila tamponi processati: in Piemonte sono 3.884 i nuovi casi (14mila tamponi), la Campania con 25mila tamponi ma anche 4.601 casi. Seguono Veneto con 3362, Emilia Romagna 2360, Toscana 2479, Lazio 2489.



IL BOLLETTINO DI IERI

«Le valutazioni del rischio regionale non sono pagelle, ma strumenti tecnici. Nella nostra cabina di regia non si fa politica», lo spiega oggi in una intervista a Repubblica il presidente Iss Silvio Brusaferro provando a spegnere la polemica ancora in corso tra Governo e Regioni sulla realizzazione delle “zone rosse” nell’ultimo Dpcm. Il nodo reale resta però la tenuta sanitaria e ospedaliera quando ancora ieri il bollettino coronavirus del Ministero della Salute registrava 39.811 contagi totali, con 425 morti e tasso di positività al 17,2% (con 231.673 tamponi processati solo tra venerdì e sabato). In attesa dei nuovi dati in arrivo oggi nel pomeriggio della domenica, l’attenzione delle autorità sanitarie è sul numero di ospedalizzazioni: dopo la quota tremenda di 41.063 morti da inizio pandemia, ieri la buona notizia era rappresentata almeno dal numero di guariti (+5966, 328.891 da inizio emergenza). In Italia tra venerdì e sabato si è raggiunta la quota di 532.536 persone attualmente positive al Covid-19 (+33.418 nelle ultime 24 ore): di questi, 504.793 sono in isolamento domiciliare senza sintomi o con pochissimi, 2.634 sono in terapia intensiva (+119 ancora ieri) e 25.109 i ricoverati in reparti Covid (ancora +1104 in 24 ore). A livello di diffusione del contagio nel Paese, il 29% dei nuovi casi arriva dalla Lombardia (11.489 solo ieri), segue Piemonte con 4437, Campania 4309, Veneto 3815, Toscana 2787, Lazio 2618, Emilia Romagna 2009.



CORONAVIRUS ITALIA: ALLARME SUGLI OSPEDALI

E così stamane ai colleghi di Repubblica è ancora Brusaferro a lanciare il prossimo step da conquistare per evitare il collasso delle strutture ospedaliere: «Già dalla prossima settimana speriamo di vedere miglioramenti negli indicatori dell’epidemia. Se rispettiamo i divieti, potremo ridurre la diffusione del virus e riaprire le attività commerciali». Intanto però dalla Agenas – l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali – risuona l’allarme pervenuto al Governo: «i posti di rianimazione occupati dai pazienti Covid hanno superato il 30%, ma in alcuni casi la situazione è molto più seria». Dal Piemonte “pieno” al 46%, al 49% della Lombardia, Umbria al 51%, Bolzano e provincia 55%: secondo l’Agenas «il contagio corre soprattutto nel Nord Ovest e in Toscana. Con ricoveri Covid oltre il 40% in 10 Regioni si è vicini al collasso». È così che nelle ultime ore tanto la Lombardia, quanto il Piemonte e la Campania hanno sospesa ogni attività chirurgica “non essenziale” che preveda il ricorso alla terapia intensiva. «Non esistono scorciatoie – conclude il n.1 1 dell’Iss Brusaferro – non azzereremo l’epidemia finché non avremo il vaccino, ma possiamo arrivare a una nuova normalità di convivenza col Covid. Se ci atteniamo alle prescrizioni, avremo un Natale diverso dall’anno scorso, ma sereno».