Salgono i contagi e i tamponi ma diminuisce il tasso di positività (7,5%, ieri sfiorava il 10%) nell’ultimo bollettino del Ministero della Salute sull’evoluzione del coronavirus: mentre tanto la Lombardia quanto la Campania si dirigono verso un coprifuoco notturno (di oggi l’annuncio dell’ordinanza-copia del Governatore Vincenzo De Luca), i numeri del Covid in Italia registrano 10.874 nuovi casi totali nelle ultime 24 ore: di questi, 89 purtroppo sono vittime positive al tampone (su 36.705 totali da inizio pandemia), 2.045 nuovi dimessi-guariti (su 255.005) e incremento di casi infetti tra ieri e oggi che sale di 8.736 unità. Da inizio emergenza i casi di coronavirus nel Paese sono stati 434.449, ma ad oggi le positività si fermano a 142.739: di questi, 870 sono le terapie intensive occupate (+75 rispetto ai dati di lunedì), 8.454 i ricoveri con sintomi nei reparti Covid (+778, aumento importante rispetto a ieri) e 133.415 persone in isolamento fiduciario con pochi o zero sintomi. Sulla diffusione del contagio, Lombardia ancora in testa con 2.023 nuovi casi in 24 ore, Campania con 1312, Lazio 1.224, 1.396 in Piemonte, Liguria 907, Toscana 812, Emilia Romagna 507 e Veneto 490.



IL BOLLETTINO DI IERI

Ancora ieri, nonostante la diminuzione del numero totale dei tamponi, l’emergenza coronavirus in Italia è rimasta molto alta: il tasso di positività è risalito nell’ultimo bollettino Covid del Ministero della Salute, con il 9,4% in crescita rispetto al 7,8% del giorno precedente. Ieri sono stati 9.388 gli aumenti complessivi del coronavirus in Italia, con 73 morti totali in 24 ore (su 36.616 totali da inizio pandemia), 1.498 nuovi guariti (252.959 il computo totale) e 7.766 nuovi casi “stretti” nel saldo degli attualmente positivi tra domenica e lunedì. Ad oggi in tutto il Paese sono positivi al Covid-19 134.003 persone: di questi, 797 sono i posti occupati in terapia intensiva (aumento di 47 unità), 7676 ricoverati con sintomi nei reparti Covid (+545) e 125.530 gli isolamenti domiciliari con pochi o zero sintomi del virus. A livello di distribuzione del contagio a livello regionale, ancora la Lombardia è in testa con 1.687 nuovi casi, segue la Campania con 1.593, Toscana 986, Lazio 939, Piemonte 933, Emilia Romagna 552, e Veneto 502 le altre più “critiche”. «Non ha più avuto riscontri il Piano nazionale tamponi», attacca l’esperto di malattie infettive Andrea Crisanti su Lettera 150 criticando la gestione del Cts e del Governo negli ultimi mesi, «si proponeva di dotare l’Italia di una rete di laboratori fissi e mobili per incrementare a 400.000 la capacità di effettuare tamponi ed eliminare differenze regionali con l’obiettivo di consolidare i risultati del lockdown e mantenere i contagi a un livello basso che non interferisse con la qualità della vita e le attività produttive».



CORONAVIRUS ITALIA: SI TEME ANCORA IL LOCKDOWN

In attesa del nuovo bollettino del Ministero della Salute, sono in corso le riflessioni a livello nazionale e regionale su quali interventi mirati eventualmente prendere laddove le misure del Dpcm non dovessero “bastare” per frenare contagi e ospedalizzazioni. È però sulla Regione Campania e Lombardia che si concentrano in queste ore le “attenzioni” maggiori da parte del Governo: nella seconda scatterà un coprifuoco notturno (dalle 23 alle 5) da giovedì 22 ottobre, mentre sulla prima è ancora stamattina il sindaco di Napoli de Magistris a considerare come molto probabile il lockdown totale di tutta la regione visti i numeri delle terapie intensive e viste quelle che il primo cittadino campano definisce «gravi errori» del Governatore De Luca. «Non prendiamocela con i cittadini che hanno avuto in gran parte un atteggiamento responsabile. Andremo sicuramente al lockdown in Campania, sono rimasti 15 posti in terapia intensiva», attacca de Magistris. Intanto il virologo Andrea Crisanti, intervenuto ad Agorà su Rai 3 considera il caso della Lombardia con il nuovo coprifuoco come l’unica vera alternativa al momento per evitare lockdown totali: «il coprifuoco in Lombardia è un passo che va sicuramente tentato prima di arrivare a una chiusura generalizzata, per evitare un nuovo lockdown». Per il direttore di Microbiologia e Virologia dell’università di Padova occorre al più presto ridurre i numeri dei contagi, perché spiega «con 10mila casi nessun sistema può reggere. E’ un’analisi fuorviante pensare che il problema sia la quarantena – aggiunge ancora Crisanti – ma è l’individuazione e la messa in quarantena dei contatti. Non possiamo fare come la Cina che su 11 casi ha testato 11 milioni di cittadini […] Bisogna portarlo a un livello di trasmissione bassa e avere una qualità di vita decente, e questo si fa solo interrompendo le catene di trasmissione».