28 vittime in più rispetto a ieri e ancora 2.677 nuovi contagi in tutta Italia nelle ultime 24 ore dove però sono tornati a crescere anche i tamponi processati (anche se, occorre sempre ricordare, non è immediata conseguenza il numero di contagi dal numero dei tamponi per i quali servono anche 48 ore per un esito definitivo): il nuovo bollettino del Ministero della Salute pubblicato oggi 6 ottobre 2020 vede crescere il dato generale dei casi di Covid in Italia fino a 330.263 dall’inizio dell’emergenza coronavirus. Ad oggi però in Italia sono positivi al virus “solo” 60.134 cittadini, con aumento di 1.231 rispetto alla giornata di ieri: vi sono poi 1.418 nuovi guariti (sui 234.099 totali) e appunto, purtroppo, 28 nuovi morti sui 36.030 generali. A livello ospedaliero, cala di 4 unità il numero delle terapie intensive occupate – ad oggi 319 – mentre cresce di 138 il numero dei ricoverati nei reparti Covid (3.625 in tutta Italia). Per quanto riguarda infine la distribuzione territoriale del contagio, la Campania supera di nuovo tutti con 395 contagi in 24 ore, seguita dalla Lombardia con 350, 275 Lazio, 259 Piemonte, 209 Toscana, 189 Veneto, 172 Emilia Romagna.
BOLLETTINO DI IERI
In attesa del nuovo bollettino del Ministero della Salute sul coronavirus in Italia – come sempre diffuso attorno alle 17 di ogni pomeriggio – stamane il titolare della Sanità Roberto Speranza in Parlamento ha presentato il nuovo Dpcm che dal 7 ottobre varrà su tutto il territorio nazionale per contrastare in maniera ancora più efficacia la diffusione del contagio Covid. Mascherine all’aperto obbligatoria, maggiori controlli con dure sanzioni per i contravventori ma nessun coprifuoco su orari ristoranti e locali: il Governo prova la linea “morbida” per non gravare troppo sulla ristorazione e i settori dei servizi, ma resta alta l’allerta visti anche gli ultimi numeri sui contagi. Anche se resta comunque una netta differenza tra le 4mila terapie intensive occupate di marzo e le 300 di oggi, il bollettino del Ministero della Salute diceva ieri che 2257 sono i nuovi contagi (ma con la metà dei tamponi processati, 60.241 rispetto ai 120mila di domenica), con purtroppo ancora 16 morti (36.002 totali da inizio emergenza) e 767 guariti (su 232.681). Al momento sono positivi al tampone in tutta Italia 58.903 persone, con incremento di 1.474 tra domenica e lunedì: a livello ospedaliero invece sono 323 le terapie intensive (+20) e 3.487 i ricoveri in reparti Covid (+200). Sulla distribuzione del contagio a livello territoriale, si segnala ancora la Campania la regione più colpita con 431 nuovi contagi: segue la Lombardia con 251, Lazio 248, Veneto 230, Toscana 185, Emilia Romagna 167.
CORONAVIRUS ITALIA, DOMANI IL NUOVO DPCM
Per questi dati e per il trend ormai consecutivamente in ascesa da 9 settimane, il Governo punta a rinnovare lo stato d’emergenza fino al 31 gennaio 2021 (in serata il CdM per il decreto collegato) e soprattutto da domani sarà in vigore con la firma del Premier Conte il nuovo Dpcm anti-Covid. «Nella diffusione del coronavirus non c’è più una dinamica di territorialità come all’inizio. In questa seconda fase i numeri segnalano che la crescita è diffusa e generalizzata. Nessuna Regione può sentirsi fuori dai rischi che tutto il Paese corre», ha spiegato il Ministro della Salute Roberto Speranza nell’informativa al Parlamento di questa mattina sulle regole aggiornate per l’emergenza coronavirus. «E’ evidente che siamo in una cambio di fase, c’è una inversione di marcia con il ripristino delle misure restrittive. E’ una tendenza chiara che riguarda tutti i Paesi europee e riguarda anche noi», sottolinea Speranza non prima di aggiungere «In due mesi c’è stato un salto in avanti significativo dei casi: 3.487 ora sono i ricoverati e in terapia intensiva abbiamo 323 persone. Questi numeri ad oggi sono sostenibili per il nostro Ssn. E’ chiaro che rispetto ai giorni più difficili con 4mila persone in terapia intensiva la situazione è gestibile ma non possiamo non vedere la tendenza». Il virus – ha concluso il ministro – «circola e continua a mandare persone in stato di grande sofferenza. Inoltre nella prima fase l’eta’ media dei casi era di 70 anni ora è di 41 anni, anche in questo caso la tendenza non può farci stare tranquilli perchè ad agosto l’età media era di 31 anni».