E’ stato diramato poco fa il bollettino coronavirus Lombardia con i dati aggiornati ad oggi, venerdì 9 ottobre. Ancora una volta i numeri sono decisamente preoccupanti in quanto nelle ultime 24 ore sono stati trovate altre 983 persone affette da covid. Un dato che conferma il trend in forte in rialzo in questi ultimi giorni non soltanto in Lombardia ma in generale in tutta Italia. Ieri erano stati 683 i nuovi casi, di conseguenza il surplus di oggi è di +300. Stesso identico bilancio per quanto riguarda le vittime, un morto così come ieri, mentre per quanto riguarda i guariti, il numero è cresciuto di più di 100 unità del nuovo bollettino coronavirus Lombardia, passando dai 153 di ieri ai 260 di oggi (82.744 guariti/dimessi da inizio emergenza, dallo scorso 21 febbraio). Nelle ultime 24 ore sono stati processati 25.623 tamponi (contro i 22mila circa di ieri), mentre la situazione negli ospedali vede 3 persone in più ricoverate in terapia intensiva (totale 44), con un aumento anche nei reparti ordinari, 10 pazienti in più (totale 371). (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
#Bollettino di #RegioneLombardia con i #dati di #coronavirus di oggi 9 Ottobre 2020 pic.twitter.com/mRZVQgK4of
— ilSussidiario (@ilsussidiario) October 9, 2020
BOLLETTINO CORONAVIRUS LOMBARDIA 9 OTTOBRE, 41 TERAPIE INTENSIVE, 10MILA CASI ATTUALI
Ancora ieri la Lombardia è stata una delle regioni più colpite dalla nuova ondata di casi da coronavirus, anche se con numeri che vanno sempre paragonati con estrema completezza rispetto al periodo terribile della fase 1: il bollettino della Regione – disponibile anche oggi attorno alle ore 16.30 sui canali social di Palazzo Lombardia – ha visto ieri un aumento di 683 nuovi positivi. Di questi, 71 sono debolmente positivi, 7 a seguito di test sierologici, 153 sono guariti-dimessi (82.484 totali) e purtroppo ancora una vittima nelle ultime 24 ore (rispetto alle 16.979 totali da inizio emergenza): al momento in Lombardia vi sono 10.406 persone positive al tampone, con casi totali da febbraio che invece salgono a 109.869 unità. Tra mercoledì e giovedì sono stati processati nella sola Lombardia 22.069 tamponi, con la situazione negli ospedali che resta decisamente migliore di quella dei mesi del lockdown: 41 terapie intensive (+1), 361 ricoverati in reparti Covid-19 (+22 rispetto a mercoledì). L’incremento dei casi per provincia vede invece Milano guidare la lista con 282 nuovi casi (133 nella sola città), Monza con 90, Varese 43, Brescia 60, Bergamo 40, Pavia 42, Como 28, Lecco e Sondrio 21, Mantova 12, Lodi 9, Cremona 6.
CORONAVIRUS LOMBARDIA: IL TIMORE DI NUOVI LOCKDOWN
In attesa però dei nuovi dati del bollettino coronavirus Lombardia, avanzano i timori a livello della comunità e della stessa Regione di possibili nuovi restrizioni in arrivo dal Governo nazionale nel prossimo Dpcm 15 ottobre: seppure Conte, Boccia e Speranza abbiano smentito la possibilità di un confinamento nazionale, ieri le parole di Walter Ricciardi (consulente del Ministero della Salute) sulla possibilità di lockdown “locali” specie in Lombardia e Campania per frenare il contagio da Covid ha messo tutti di nuovo in allarme. Il segretario generale della Cna Lombardia Stefano Binda, a capo di 23mila imprese artigiane, manda appello alle autorità nazionali e locali: «Non è economicamente sostenibile. Così come credo che il divieto di circolazione sia possibile, esclusivamente per le persone e non per le merci, solo a livello di nazioni. Se proprio si deve perché aumentano troppo i contagi, meglio parlare di microlockdown settoriali. Se serve chiudere pub e discoteche se ne può discutere, ma ci vuole un piano concreto di aiuti economici». Nel frattempo l’assessore alla Sanità Lombardia Giulio Gallera, intervenendo al Forum Mediterraneo 2020 di Bari, ha spiegato come al momento non esista il grave allarme della medicina del territorio: «Ora le regioni devono ragionare in modo nuovo, serve un nuovo contratto nazionale per il personale medico, se diciamo che si faranno vaccinazioni di massa, dobbiamo fare l’impossibile perché si facciano. Dobbiamo incentivare i medici di base. Ho imparato sulla mia pelle che bisogna costruire il consenso».