Il bollettino coronavirus Lombardia di oggi, martedì 1 dicembre 2020, fa registrare 4.048 nuovi positivi, di cui 189 ‘debolmente positivi’ e XX a seguito di test sierologico. Ieri erano stati 1.929. Rispetto a 24 ore fa è aumentato però il numero dei tamponi processati: 34.811 contro 16.987. Il dato che fa più ben sperare rispetto all’evoluzione dell’epidemia in regione è però relativo all’ambito sanitario: calano i ricoverati, sia nei reparti di terapia intensiva che negli altri reparti Covid. In particolare, per quanto riguarda le terapie intensive sono 876 i pazienti attualmente degenti, con un calo di 30 unità rispetto a ieri; i ricoverati non in terapia intensiva sono invece 7.342 (-91). Sul fronte dei decessi: ieri i morti erano stati 208, oggi si sale a 249. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono morte in Lombardia per Covid 22.104 persone. Il totale dei guariti/dimessi è di 268.702 (+8.174), di cui 5.954 dimessi e 262.748 guariti. (agg. di Dario D’Angelo)



CORONAVIRUS LOMBARDIA: I DATI DI IERI

In attesa del nuovo Dpcm che normerà questo ultime mese del 2020 sul fronte epidemiologico, sanitario e organizzativo, la Regione Lombardia ieri è stata per una volta non il primo territorio per contagi da coronavirus: sono “solo” 1.929 i nuovi casi di Covid-19 registrati nell’ultimo bollettino diffuso da Palazzo Lombardia, con 268 debolmente positivi, 56 a seguito di test sierologico, 8.949 nuovi guariti-dimessi e purtroppo anche 208 morti positivi al Covid nelle ultime 24 ore. Al momento in Lombardia restano positivi al coronavirus – dopo gli ultimi 16.987 tamponi processati – ben 125.408 persone: di queste, 117.069 sono in isolamento domiciliare senza o con pochi sintomi; 906 le terapie intensive occupate (-1) e 7.433 i ricoverati con sintomi negli ospedali (+33 in 24 ore). Restano ancora Milano, Monza, Brescia, Varese e Lecco le aree più colpite dai contagi Sars-CoV-2.



CORONAVIRUS LOMBARDIA: I DATI SUL CONTAGIO

«In Lombardia fino al 93% dei contagi nella seconda ondata di Covid-19 dopo il lockdown è stato di tipo domestico», sono le prime conclusioni del nuovo studio firmato da Carlo Signorelli (docente di Igiene e Sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) e Giovanni Rezza (direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, nonché membro Cts). Contattato dall’Adnkronos Salute, Signorelli ha spiegato come lo studio scientifico mirava a identificare la trasmissione del coronavirus attraverso «l’analisi dei cluster e dei piccoli focolai rilevati dal sistema di sorveglianza della Regione Lombardia nel corso della seconda ondata epidemica». Con la chiusura dei locali e di ogni possibilità di socialità fuori casa – spiega ancora Signorelli – ha portato in Lombardia un aumento esponenziale delle infezioni domestiche (dal 72,8% al 92,7%): «Il contagio nelle scuole è diminuito dal 9,8% al 3,4%, negli ambienti ospedalieri e nelle case di cura è passato dal 5,2% al 2%». In attesa dei prossimi aggiornamenti epidemiologici sulla Lombardia, Signorelli considera tali risultati in quanto «suggeriscono che le misure di contenimento sono state efficaci nel controllare la circolazione del virus nella comunità ma non a livello familiare e potrebbero essere utili per futuri interventi, tra cui l’istituzione e l’utilizzo di strutture (Covid hotel) per l’isolamento delle persone contagiate».