Impennata di casi positivi nel bollettino coronavirus della Lombardia di oggi, giovedì 15 ottobre 2020. Come reso noto dalla Regione, sono stati registrati 2.067 contagiati in più rispetto a ieri, di cui 123 debolmente positivi e 16 individuati a seguito di test sierologici. 32.507 i tamponi processati nelle ultime 24 ore. La provincia più colpita resta quella di Milano con 1.053 nuovi infettati, di cui 515 Milano città. Da non sottovalutare i 196 nuovi casi positivi nella provincia di Monza e Brianza e i 170 nuovi casi positivi nella provincia di Varese. Purtroppo, annotato un aumento di decessi: +26 morti nelle ultime 24 ore, totale di 17.037 vittime dall’inizio dell’epidemia. +209 le persone guarite-dimesse rispetto a ieri, totale di 84.624. Infine, l’aumento di ricoverati negli ospedali della Lombardia: +8 pazienti in terapia intensiva (72) e +81 pazienti negli altri reparti Covid (726). (Aggiornamento di MB)
#Bollettino di #RegioneLombardia con i #dati di #coronavirus di oggi 15 Ottobre 2020 pic.twitter.com/cOM78pReB6
— ilSussidiario (@ilsussidiario) October 15, 2020
BOLLETTINO CORONAVIRUS LOMBARDIA: GLI AGGIORNAMENTI DI IERI
Sono ore decisive in Lombardia per capire se sarà necessario il varo di nuove misure restrittive più dure rispetto al Dpcm vista la risalita di contagi e ospedalizzazioni degli ultimi giorni: ieri il bollettino della Regione Lombardia ha spaventato anche le autorità sanitarie e politiche, anche se è il trend dell’ultima settimana a consegnare un quadro complessivo allarmante ma non ancora devastante. Proprio per evitare il peggioramento, la Regione valuta assieme al Cts locale misure e disposizioni più “dure” per contrastare la risalita del coronavirus: il bollettino di ieri mostrava un aumento considerevole di nuovi casi (+1844 in 24 ore), con però un rapporto tra positivi e tamponi che resta sulla scia degli ultimi giorni essendo stati fatti 29.048 test in un solo giorno, record fino ad oggi da inizio emergenza. Dei 1.844 nuovi casi, 189 sono debolmente positivi, 13 a seguito di test sierologici, 17 vittime (su 17.011 totali) e 865 nuovi guariti-dimessi sui 84.415 da febbraio ad oggi. Al momento in Lombardia sono attivi col virus 15.218 persone: di queste, 64 in terapia intensiva (+2 ieri), 645 ricoverati con sintomi (+99, dato allarmante) e 14.509 in isolamento fiduciario e domiciliare con pochi o zero sintomi.
CORONAVIRUS LOMBARDIA, IL PUNTO DI FONTANA E TRIVELLI
A livello di distribuzione territoriale del coronavirus in Lombardia, le provincie più colpite restano soprattutto Milano (1032 casi in un giorno, di cui 504 in città), Monza Brianza con 150, Varese 110, Pavia 201, Brescia 81, Bergamo 46, Como 67, Cremona 30, Lecco 29, Lodi 23, Mantova 42, Sondrio 14. In attesa del nuovo bollettino Covid di Regione Lombardia, il Presidente Attilio Fontana ha annunciato questa mattina che è in corso un monitoraggio stretto delle autorità, «nelle prossime ore diremo se è necessario prendere qualche misura o se invece basterà essere rigorosamente rispettosi di quanto è già stato disposto. In Lombardia nelle ultime giornate si sono fatti molti più tamponi, la percentuale tra i tamponi e gli infettati è più o meno sempre la stessa dei giorni precedenti, ma è sicuramente comunque in crescita». È prevista per domani una riunione urgente del Cts Lombardia per capire quali possibili misure prendere in vista di una probabile nuova ordinanza nel weekend, sempre attendendo i nuovi dati dall’Iss sulla situazione dell’indice Rt regionale: «il 92% dei positivi manifesta pochi sintomi o addirittura nessuno. Tuttavia, sulla base di questi numeri assoluti, i pazienti ricoverati nei reparti dei nostri ospedali aumentano di 99 unità, mentre rimane contenuto (due in più rispetto a ieri) il saldo dei pazienti in terapia intensiva (64 nel complesso)», ha spiegato ieri il Direttore Generale della Sanità lombarda Marco Trivelli. Tra le ipotesi allo studio, come ha sottolineato lo stesso Trivelli, maggiore scaglionamento degli orari di ingresso scuola e uffici, chiusura anticipata dei locali e smart working incentivato (per non gravare sui trasporti).