Sono 5.035 i nuovi casi riportati nel bollettino coronavirus Lombardia di oggi, martedì 27 ottobre, con 29.960 tamponi effettuati, per un tasso di positività pari al 16,8%. Dei nuovi contagi registrati, 260 risultano “debolmente positivi” e 26 sono stati scoperti a seguito di test sierologico. Un forte aumento si registra purtroppo sul fronte dei decessi: se ieri i morti erano stati 17, oggi sono invece 58, per un totale di 17.310 dall’inizio dell’epidemia. Il totale complessivo dei guariti/dimessi è di 90.774 (+418), di cui 3.284 dimessi e 87.490 guariti. Preoccupa invece l’andamento della gestione ospedaliera dell’emergenza sanitaria: nelle ultime 24 ore sono aumentati di 29 unità i pazienti costretti al ricovero in terapia intensiva e adesso i posti letto occupati in reparto sono 271. Negli altri reparti Covid invece i degenti sono 2.715 (+256). A dir poco allarmante la conferenza a Milano e provincia: con 1.940 nuovi casi, di cui 768 a Milano città. (agg. di Dario D’Angelo)



CORONAVIRUS LOMBARDIA: VERSO NUOVO LOCKDOWN?

La Lombardia si prepara al lockdown? Dopo il bollettino della Regione diffuso ieri, pur con minori tamponi come sempre durante nel post-weekend, avverte ancora una volta sulla situazione tutt’altro che tranquilla a livello epidemiologico e di ricoveri: così oggi in diversi retroscena sui quotidiani (su tutti il Messaggero, ndr) si lancia la “voce” secondo cui nei prossimi giorni sul tavolo del Governatore Fontana potrebbe spuntare la doppia, durissima, scelta. O ridurre a zona rossa (con anche la variante del coprifuoco dalle 21) diverse aree della Lombardia – a cominciare da Milano, ancora ieri centro del contagio regionale con 2023 nuovi casi, 960 in città (davanti a Monza 439, Brescia 177, Como 141 e Lecco 114) – oppure l’ancor più spauracchio lockdown per almeno 2 settimane. In attesa del nuovo bollettino coronavirus in arrivo questo pomeriggio, come sempre dopo le 16.30 sui canali di Palazzo Lombardia, i dati di ieri non sono ben auguranti: 3570 nuovi positivi (ma con 21.324 tamponi, 10mila in meno rispetto al pre-weekend), di cui 17 morti (su 17.252 da inizio pandemia), 124 debolmente positivi, 22 a seguito di test sierologici, 1211 nuovi guariti e dimessi. Ad oggi in Lombardia sono positivi al Sars-CoV-2 50.325 persone: di questi, 2459 sono ricoverati con sintomi (+133 in sole 24 ore), 242 terapie intensive occupate da casi Covid (+11) e 47.624 infetti in isolamento domiciliare con pochi o zero sintomi.



CORONAVIRUS LOMBARDIA: IL PUNTO DI FONTANA

I dati sanitari, parallelamente alle misure imposte prima dalla ordinanza coprifuoco in Lombardia e poi dal Dpcm 24 ottobre, non fanno ben sperare per le prossime settimane con le “minacce” di lockdown che potrebbero andare ben oltre la mera ipotesi da operare. Ieri sera gli scontri a Milano hanno fatto ben comprendere come la tensione sociale – al netto dei facinorosi e violenti che purtroppo si ripresentano tanto a Napoli quanto a Roma e Torino – sia altissima ed ennesime chiusure potrebbero essere valutate con molta più avversità rispetto al lockdown tra marzo e maggio. «Continuo a ritenere l’ordinanza di Regione Lombardia, seppur rigorosa, molto equilibrata nella ricerca di tutele per quegli imprenditori che avevano fatto ogni sforzo per rendere le proprie attività sicure e compatibili con le regole anti Covid», ha scritto ieri sera su Facebook il Governatore lombardo Fontana, davanti alle scene di guerriglia iniziate sotto il Palazzo della Regione e confuse poi in zona Buenos Aires a Milano. «Ho rappresentato, sia nella sede della Conferenza delle Regioni, sia nel confronto con il Governo seri dubbi verso le chiusure di teatri e cinema, bar e ristoranti, palestre e piscine contenuti nel dpcm. Mi sento, quindi, impegnato ora a pressare il Governo per rendere immediati i ristori per queste categorie annunciati domenica dal Presidente Conte. E mi sento anche impegnato, insieme alla mia Giunta, a ricercare ogni modalità utile ad integrare quelle risorse», spiega ancora il n.1 della Lombardia. La pressione degli esperti scienziati mette ancora una volta la Regione davanti alla diatriba molto “fastidiosa” del binomio salute-economia, con entrambi i lati in crescente sofferenza. Fontana così prova a chiosare, in attesa di capire assieme al Governo le misure migliori da prendere, «L’unica bussola da seguire deve essere quella della salute dei cittadini e della tenuta della vita economica e sociale delle nostre comunità. Ogni scelta che non tenesse conto di queste priorità potrà offrire magari un premio effimero sui media ma nessun reale vantaggio per i nostri concittadini».