Anche con meno tamponi effettuati – come sempre accade durante il weekend – il contagio da coronavirus in Italia resta tutto sommato stabile proseguendo nella lenta diminuzione della “quarta ondata” di Covid-19. Il bollettino diffuso dal Ministero della Salute registra infatti 77.029 nuovi casi positivi, con 686.544 tamponi processati nelle ultime 24 ore e un tasso di positività ancora stabile all’11,2%.



Ad oggi gli italiani ancora positivi al tampone Covid sono in tutto 2.073.248: di questi però, 2.053.319 sono ancora in isolamento domiciliare con pochi o zero sintomi, 1.431 sono le terapie intensive occupate (+20 rispetto ai dati registrati ieri) e 18.498 i ricoverati in area medica, calo drastico di altre 117 unità rispetto al bollettino di sabato. Si registrano purtroppo ancora 229 morti (148.771 da inizio pandemia) ma sono ancora altissimi i numeri per fortuna sui guariti-dimessi, +134.009 in sole 24 ore. Non ci sono Regioni oggi sopra i 10mila contagi giornalieri: le più alte per il contagio territoriale restano Lombardia e Lazio con rispettivamente 8.370 e 8.483.



IL BOLLETTINO COVID DI IERI

Il coronavirus in Italia rallenta ancora e sembra davvero che il “ciclone” della quarta ondata sia definitivamente terminato, almeno nel suo picco più alto: in attesa del bollettino Covid di questo pomeriggio, i dati mostrati ieri dal Ministero della Salute si allineano a quelli più “rassicuranti” visti nel monitoraggio Iss presentato alla Cabina di regia venerdì scorso.

Nella giornata di sabato i nuovi casi segnalati di coronavirus nel nostro Paese sono stati 93.157, con 846.480 tamponi processati: il tasso di positività si abbassa ulteriormente all’11%, con il numero di contagiati attualmente in Italia che scende fino a quota 2.128.543. Di questi, 2.108.517 sono in isolamento domiciliare, 18.615 i ricoverati in area medica – con calo di ben 385 unità rispetto al giorno precedente – e con 1.411 terapie intensive totali, -29 con 104 ingressi giornalieri. Ancora alto il numero dei morti – ieri 375 nel bollettino del Ministero – ma con numeri tutte da “verificare” in vista del potenziale prossimo cambio di “calcolo” del bollettino quotidiano: come spiega all’ANSA Claudio Giorlandino, direttore scientifico dell’Istituto di Ricerca Altamedica, «Dei 400 morti al giorno dei quali si parla, in realtà non possono essere più di 50-80». Numero ‘falsato’, conclude il professore, come dimostra il report dell’Iss: «L’Istituto superiore di sanità, non potendo analizzare le cartelle cliniche dei deceduti, infatti, con estremo rigore metodologico e scientifico, non imputa affatto tali decessi come morti di Covid ma li registra come ‘soggetti deceduti positivi a SarS-CoV-2. Ben diverso»,



CORONAVIRUS ITALIA, IL PUNTO DI FIGLIUOLO E LOCATELLI

Come ha spiegato stamane a “La Repubblica” il generale Figliuolo nel commentare l’ultimo bollettino Covid e soprattutto l’andamento attuale della pandemia in Italia, «Contagi e ricoveri in calo ma il virus circola, l’attenzione resti alta, si entra in una fase più favorevole, in cui le risorse sanitarie potranno essere ribilanciate verso la cura delle patologie gravi e la prevenzione». Figliuolo loda la scelta del vaccino “booster” che avrebbe aiutato a mitigare la curva del virus riportando il Paese su una china decisamente meno pericolosa rispetto a dicembre-gennaio: «Senza l’accelerazione sul booster ci sarebbero state ben altre conseguenze, anche sull’economia. Una quarta dose come le precedenti per ora non è prevista». Per il coordinatore del Cts, prof. Franco Locatelli, la fase nuova che si sta aprendo nel nostro Paese non potrà che portare ad un ripensamento delle regole e delle restrizioni, come del resto fatto già capire dal Ministero della Salute negli ultimi annunci: «tutti gli indicatori mostrano che stiamo uscendo dalla fase più critica», spiega il pediatra primario dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, «Il risultato si deve allo straordinario successo della campagna vaccinale e alla “gradualità nell’allentamento delle restrizioni. Ora va gestita tutta la fase di riapertura, sempre con progressività e pianificazione», conclude Locatelli al “Corriere della Sera”.