Sono ancora 79 le vittime registrate nelle ultime 24 ore (ieri erano state 65), di cui però “solo” 15 in Lombardia che vede abbassarsi i dati negativi rispetto alla giornata di lunedì: il bollettino della Protezione Civile pubblicato questo pomeriggio mostra inoltre +283 persone positive al coronavirus (235.561 numero totale da inizio pandemia), in sostanziale conferma con quanto visto ieri (+280 era stato il trend di aumento). Di tutti questi casi, vanno considerati ancora positivi e malati al Covid-19 “solo” 32.872 pazienti, decremento record in 24 ore di 1.858 unità. Nel bollettino 9 giugno si specifica inoltre che delle 79 vittime registrate, in realtà 32 provengono da conteggi passati e comunicati solo oggi dalla Regione Abruzzo. Dati confortanti ad ampio raggio se si considera che oggi 17 regioni su 21 sono sotto i 10 casi accertati: sopra i 10 solo Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio.

Sono infine 16 le regioni su 21 con 5 o meno casi accertati: “zero contagi” in Calabria, Valle d’Aosta, Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Puglia e Marche: bene ancora il dato sui guariti, +2.062 sui 168.646 totali mentre sul fronte ospedaliero si contano ancora nuovi progressi confortanti: 4.581 persone ricoverate in reparti Covid (-148), 263 persone in terapia intensiva (-20), 28.028 le persone in isolamento a casa (-1690). Per quanto riguarda il dato delle singole Regioni, il coronavirus colpisce ancora 18.297 persone in Lombardia (+15 morti e -1022 malati), seguono Piemonte con 3.671, Emilia Romagna con 2.156 e Veneto con 1.004.

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I DATI DELLA PROTEZIONE CIVILE

Il 69,2% dei nuovi contagiati da coronavirus proviene dalla Lombardia ed è ancora su quella Regione che provengono i maggiori allarmi anche sul bollettino nazionale della Protezione Civile: 32 morti su 65 nelle ultime 24 ore, +194 contagiati sui 280 nazionali. Mentre risuona l’allerta ancora sulla Regione già più colpita d’Italia, i nuovi dati emersi nell’ultimo bollettino prima del 9 giugno danno parallelamente una situazione confortante per altre zone del Paese. Sono ben 7 le Regioni senza nuovi contagi (Basilicata, Molise, Calabria, Valle d’Aosta, Sardegna, Umbria, Abruzzo) e solo altre 7 hanno più di 2 contagi registrati dalle attività locali (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Liguria, Lazio): non solo, cresce il numero di guariti (+747 sui 166.584), e calano gli altri numeri ospedalieri. Sono -532 malati di Covid-19 (sui 34.730 attuali, -101 anche in Lombardia), -4 in terapia intensiva (283 totali), -135 ricoverati con sintomi (4.729), -393 in isolamento domicilare (29.718).

BOLLETTINO CORONAVIRUS: I NUOVI “IDENTIKIT” DELL’ISS

A livello di numeri totali sui singoli contagi delle Regioni, il bollettino della Protezione Civile di ieri mostra 19.319 persone ancora malate in Lombardia, 3.866 in Piemonte, 2.282 in Emilia-Romagna, 1.080 in Veneto, 721 in Toscana, 248 in Liguria, 2.615 nel Lazio, 1.075 nelle Marche, 717 in Campania, 698 in Puglia, 81 nella Provincia autonoma di Trento, 853 in Sicilia, 144 in Friuli Venezia Giulia, 632 in Abruzzo, 97 nella Provincia autonoma di Bolzano, 29 in Umbria, 56 in Sardegna, 8 in Valle d’Aosta, 77 in Calabria, 119 in Molise e 13 in Basilicata. Secondo l’ultimo report dell’Iss illustrato oggi da Patrizio Pezzotti (epidemiologo dell’Istituto superiore di Sanità) sul Corriere della Sera, nella fase 2 e ora nella fase 3 è cambiato radicalmente l’identikit dei nuovi contagiati: «Sono persone più giovani di quelle che vedevamo prima, 55 anni rispetto a 60 anni di media».

Attenzione però questo non significa che il coronavirus attacchi ora i più giovani ma semplicemente che «Essendoci meno infezioni, le capacità del sistema di fare diagnosi sulle persone meno sintomatiche è aumentata». L’Iss vuole dunque contrastare l’idea che altri esperti del settore ribadiscono da giorni, ovvero che il Covid-19 sia in qualche modo mutato e con meno “letalità” rispetto al picco di marzo-aprile: «È un quadro con meno ‘sotto diagnosi’. Per la maggiore capacità diagnostica di identificare casi lievi, la proporzione dei casi gravi è diminuita, ma non perché sia cambiata la malattia». Insomma, non aumentano i casi né sono più “lievi” ma semplicemente l’attività sanitaria è più libera nel segnalare e individuare anche casi con meno sintomi.

Questo non toglie però che a livello anche visivo la presenza di malati Covid in ospedale è drasticamente diminuita, come ribadisce ancora il Professor Alberto Zangrillo (direttore della terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano) «Nelle ultime due settimane abbiamo ricoverato cinque pazienti, ma sono ricoveri precauzionali, nuove diagnosi senza alcun rilievo clinico». Si “schiera” con l’evidenze mostrate da Zangrillo anche il primario della clinica di Malattie infettive San Martino di Genova, Matteo Bassetti che sempre al CorSera spiega «Ci sono tanti soggetti che definiamo ‘grigi‘, arrivano con sintomi respiratori e rimangono per un paio di giorni. Su una trentina di soggetti, negli ultimi 15 giorni neanche uno era Covid».