Nella odierna conferenza stampa dalla Regione Veneto, il Governatore Luca Zaia ha insistito sulla revisione delle chiusure attuali con la possibilità di prossime deroghe per combattere in maniera ancora più efficace il coronavirus: «Le chiusure attuali vanno interpretate anche con ulteriori deroghe», spiega il Presidente ribadendo il caso del Veneto dove una ditta che ci produce letti per la terapia intensiva «ha bisogno di un impianto di stampaggio di materie plastiche, che risulta chiuso. Bisogna rivedere le filiere». La lettura del bollettino coronavirus purtroppo vede nuove 21 vittime rispetto agli ultimi aggiornamenti di ieri sera, dato allarmante che inverte la tendenza degli ultimi giorni dove i morti erano rimasti sotto la decina per giorno: come riportano i dati della Regione pubblicati sul Gazzettino, i decessi si sono registrati nell’ospedale dell’università di Padova (1), 5 nell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona – Borgo Roma, 4 nell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona – Borgo Trento, 1 nell’ospedale di Vittorio Veneto, 2 nell’ospedale di Dolo, 2 nell’ospedale di Schiavonia, 2 nell’ospedale di Vicenza, 1 nell’ospedale di Valdagno, 3 nell’ospedale di Legnago. A livello di contagiati, il bilancio totale sale a 6442 in tutto il Veneto con l’incremento di 373 infetti rispetto alla giornata di ieri: 17mila sono invece le persone in isolamento. Nuovo caso nel cluster di Vo’ Euganeo, ma al momento è “singolo”: aumentano poi i casi di coronavirus nelle province di Padova (+137), Treviso (+75) e Verona (+68).

VERSO LA CONFERENZA DI ZAIA

I numeri non sono preoccupanti come per la Lombardia o l’Emilia Romagna, eppure per il Veneto l’ultimo bollettino sul coronavirus aggiornato prima del 25 marzo non sorride certo tanto per i contagiati quanto per le vittime registrate: 6.069 in totale i contagiati in Veneto, +121 in più rispetto alla mattina di ieri, mentre sono 16.220 le persone in isolamento fiduciario. I decessi in totale del 24 marzo sono stati 21, come confermato dal Presidente Luca Zaia nella conferenza stampa con tutti gli aggiornamenti: le persone scomparse vengono da Padova (1), 1 Borgo Trento, 2 Treviso, 1 Conegliano, 1 Dolo, 2 Jesolo, 2 Schiavonia, 1 Camposampiero, 3 Santorso, 1 Bassano, 3 Asiago, 1 Vicenza, 1 Legnago, 1 Negrar.

Sono in totale 237 le vittime che il Veneto “paga” dall’inizio dell’emergenza coronavirus, facendone la quinta regione d’Italia per numero di decessi da Covid-2 (dopo Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Marche). «Arriveremo a un punto che se la curva dei contagi non si ferma non avremo più letti per i pazienti. Anche oggi ne abbiamo parlato con i direttori delle aziende sanitarie, dobbiamo creare nuovi posti in terapia intensiva. A metà aprile picco, il modello ci dice che un paio di milioni di persone verranno contagiate, spero sempre che il modello sia smentito», commenta il bollettino il Governatore leghista.

BOLLETTINO VENETO, IL PUNTO DI ZAIA

Mentre a livello nazionale sono state introdotte nuove sanzioni e misure più dure nel Decreto 24 marzo (che riassume tutti i Dpcm precedenti del Premier Conte, qui tutti i dettagli) il Presidente della Regione Veneto fa il punto in merito ai temi “caldi” di controlli e tamponi per ridurre al minimo la diffusione del contagio da coronavirus. «Abbiamo uno studio fatto con Agenda digitale e Azienda zero – ha commentato ancora Zaia – che dimostra che la nostra ordinanza ha fatto diminuire del 44% i transiti nella nostra regione. Abbiamo censito tutti gli spostamenti con un gestore telefonico, ovviamente in maniera anonima. I veneti si stano comportando bene, hanno dimostrato di avere rispetto per la propria salute e soprattutto di avere senso di solidarietà nei confronti del prossimo, di chi vive in questa comunità».

A margine del bollettino riferito nel primo pomeriggio di ieri, il Governatore della Regione Veneto ribadisce la sua “personale” battaglia sul fronte tamponi: «Nel progetto del professor Crisanti è previsto anche un campione casuale – finché facciamo tamponi ai contatti del positivo il dato non è rappresentativo – se facciamo tamponi in strada il campione è molto più rappresentativo. Il tampone è una foto del momento, non è garanzia poi di non essere contagiato. A Treviso si stanno facendo tamponi agli automobilisti per evitare che le gente positiva entri in ospedale».