Calano i contagi ma aumentano le vittime rispetto al bollettino coronavirus dell’Azienda Zero di ieri: i nuovi dati in arrivo da Regione Veneto mostrano per oggi 28 dicembre 2.782 nuovi casi positivi registrati nelle ultime 24 ore, con dato generale che schizza a 243.434 contagi da inizio pandemia. Si registrano purtroppo ancora 69 morti in più rispetto a ieri, con la quota drammatica dei decessi veneti che sale a 6.107: a livello di ospedalizzazioni, il bollettino Veneto registra la pressione in crescita sui reparti non critici (+77 sui 3.007 attuali ricoverati) mentre nelle terapie intensive calano per fortuna di 4 unità rispetto a ieri per un totale di 387 ricoverati in rianimazione.
«Variante inglese spiega l’aumento dei contagi in Veneto? Il Veneto sinora ha fatto 36 sequenze complete del virus e nessuna corrisponde alla variante inglese. Poi se sono stati sequenziati ‘pezzetti’ di virus, e sembra che alcuni condividano delle mutazioni, non vuol dire che siamo in presenza della variante inglese e che questa sia responsabile dei contagi in Veneto», ha spiegato il professor Andrea Crisanti intervenendo stamani a “L’Aria che Tira” su La7. «I numeri nella regione sono legati alla zona gialla, con una maggiore circolazione delle persone che favorisce la trasmissione del virus. Più persone si ammalano e più persone di fatto muoiono, come probabilità. L’altro elemento è legato ai tamponi rapidi, che hanno una sensibilità bassa e hanno permesso che le Rsa venissero infettate», conclude Crisanti nella disamina sul Veneto.
IL BOLLETTINO DI IERI
Ancora ieri si è confermato il Veneto come la regione più colpita dalla seconda ondata di coronavirus: 52 morti, 3.337 contagi nel giorno in cui i tamponi sono stati più alti della media nazionale (12.851 test effettuati) ma comunque senza raggiungere le vette prima del Natale. Il territorio veneto resta ancora il più “malato” d’Italia, seppur i numeri sui ricoveri siano per fortuna ancora contenuti: si guarda con speranza alla campagna di vaccini iniziata ieri, nel frattempo si attendono novità anche nel nuovo bollettino Covid-19 di questo mezzogiorno.
Al momento, positivi al tampone in tutto il Veneto restano 90.021 persone, con 87.035 in isolamento domiciliare senza sintomi particolari, 360 in terapia intensiva (+2, con 21 ingressi ieri) e 2.626 ricoverati con sintomi (+44). I dimessi-guariti sono in tutto 144.593 dopo gli ultimi 2.106 nuovi negativizzati registrati nelle ultime 24 ore: si alza invece purtroppo il conto delle vittime con gli ultimi 52 decessi che raggiungono quota 6.038 da inizio pandemia.
CORONAVIRUS VENETO, IL PUNTO DI ZAIA
Raggiunto dal Corriere della Sera per commentare l’inizio della campagna vaccinale e il momento particolarmente delicato del suo Veneto, il Presidente Luca Zaia spiega «In Veneto la situazione è assolutamente seria, e lo sarà fino a quando avremo dimesso l’ultimo paziente. Il Covid è un incubo. Ma da qui al leggere i dati senza la necessaria consapevolezza, ce ne corre». Il Governatore spiega nel dettaglio il motivo per cui quei dati sono allarmanti ma non sono tragici: «Noi da sempre facciamo un gran numero di tamponi rapidi. Che però, sulla base della circolare del febbraio scorso, non possono essere inclusi nella statistica. O meglio: i positivi sono contati, ma il loro numero viene caricato sui soli tamponi molecolari. Ma nei prossimi giorni, questo cambierà».
Il Veneto passa ogni giorno della seconda giornata per la Regione con il maggior numero di contagi, ma questo è un dato “fasullo” secondo Zaia: «Il primo giorno che ci siamo presi il primato avevamo fatto circa 60 mila tamponi tra rapidi e molecolari. I contagiati erano 3.000, quindi il 5%. In quello stesso giorno, la regione che passava per la migliore della classifica aveva trovato 40 positivi su 400 tamponi. Il che significa il 10%: il doppio». Ora però la novità del Ministero della Salute potrebbe sparigliare le carte: «Il ministero ci ha inviato la bozza della circolare che sostituirà quella di febbraio, che include i tamponi rapidi. La verità è che la nostra regione in ottobre aveva il 5% dei positivi sui test, in novembre e dicembre l’8%. Mentre la media nazionale è del 12,48%. Il tasso di positività oltre il 36% non esiste».