E’ atteso stamattina il primo bollettino della regione Veneto sull’epidemia di coronavirus. Anche quest’oggi, giovedì 6 agosto, scopriremo come è evoluta la curva epidemiologica in regione, quindi se ci sono nuovi contagi, guariti ed eventuali vittime. Stando agli ultimi dati comunicati ieri da Azienda Zero, i casi al momento positivi in regione sono 1.087, e di questi sono 41 i ricoverati nei vari ospedali regionali, di cui sei in terapia intensiva. Se prendiamo in considerazione anche i negativizzati, i ricoveri totali sono 128, di cui 8 nei reparti di rianimazione. Nonostante i contagi siano aumentati in maniera considerevole nelle scorse 24 ore, continua ad essere fermo il dato relativo alle vittime, sempre 2.077, di cui 1.453 verificatesi negli ospedali. I dimessi da inizio emergenza, dallo scorso 21 febbraio, sono invece 3.779, mentre la provincia più infetta continua ad essere quella di Padova con 283 nuovi casi. Segue a ruota Treviso a quota 278, con Venezia a 171, Verona a 87 e Vicenza a 80. Infine Rovigo e Belluno con 18 e 12 casi.

BOLLETTINO CORONAVIRUS VENETO, PARLA L’ASSESSORE DONAZZAN

Nella giornata di ieri è uscita allo scoperto l’assessore all’istruzione del Veneto, Elena Donazzan, che parlando in vista della riapertura delle scuole prevista per il 14 settembre prossimo, ha sottolineato numerose incertezze: “Non c’è ancora nulla di certo – si legge sull’edizione di oggi, 6 agosto, de Il Gazzettino – non è chiaro il riparto degli organici, per quanto tempo ci sarà la copertura finanziaria per sostenere il numero di docenti necessari per sopperire alle indicazioni dettate dalle linee guida Covid, non è stata ancora data risposta sui tempi in cui questi banchi saranno consegnati a chi ne ha bisogno. Nessun passo in avanti per quanto concerne il problema dei trasporti che così come è stato immaginato il piano è semplicemente inattuabile”. Parole che giungono dopo che le regioni hanno tenuto un incontro con la ministra Azzolina. La Donazzan puntualizza anche sulla richiesta dei docenti in più: “Come mai alcuni chiedono 14-17 mila docenti in più? Queste richieste arrivano da quelle Regioni dalle quali spesso provengono i docenti in esubero, che poi trovano spazio nei nostri istituti”.