Il nuovo bollettino della Regione Veneto vede una sostanziale “conferma” di quanto visto anche ieri: sono 7 i nuovi contagi in Veneto a fronte di una sola vittima registrata rispetto a ieri pomeriggio, con il rischio “focolaio” allertato nei giorni scorsi che non sembra aver avuto per fortuna conseguenze gravi sulla diffusione del coronavirus in Veneto. Da inizio pandemia, sono 2037 le persone morte in Veneto (+3 rispetto al bollettino di ieri, ma due vittime sono registrate nella serata di ieri) mentre sono 19358 le persone contagiate dal Covid-19, di cui 392 attualmente positivi e 16.929 negativizzati virologici. Dei sette nuovi contagi, il bollettino del 9 luglio registra 2 italiani (di 90 e 50 anni), una persona con origini nigeriane di 26 anni, una persona nata in Kenya di 34 anni, una persona nata in Rep Dem Congo di 43 anni, una persona nata in Kosovo di 55 anni, una persona nata in Costa d’Avorio di 51 anni: le persone in isolamento sono 1110, i ricoverati positivi sono 17 mentre il numero con anche i negativizzati raggiunge quota totale 141, di cui 8 posti occupati in terapie intensive. (agg. di Niccolò Magnani)
I DATI DI IERI
E’ atteso anche nella giornata di oggi, giovedì 9 luglio, il nuovo bollettino della regione Veneto, con tutti gli aggiornamenti sull’epidemia di coronavirus. Stando a quanto comunicato ieri sera alle ore 17:00, al momento troviamo 389 persone con il covid-19 in Veneto, di cui venti ricoverati, e di questi, solo due si trovano nei reparti di terapia intensiva degli ospedali della zona. In totale, tenendo conto anche dei negativizzati, sono 164 i ricoverati, e 9 sono in terapia intensiva. Dal 21 febbraio scorso, giorno di inizio dell’emergenza, sono state dimesse 3.631 persone, mentre le vittime sono state 2.036, di cui 1.434 negli ospedali. Attualmente risulta essere quella di Padova la provincia più colpita dalla pandemia, con 61 casi su un totale di 3.971, seguita da Treviso a quota 58, e da Verona a 37. Venezia ne conta 26, Belluno 21, e infine Rovigo solo due. Tra i nuovi infetti registrati ieri troviamo tre stranieri, due uomini del Kosovo di 67 e 75 anni, e una donna brasiliana di 36 anni, a conferma di come quella dei casi importati sia una vicenda spinosa.
BOLLETTINO CORONAVIRUS VENETO, CRISANTI: “BISOGNA FARE DI PIÙ PER I CASI IMPORTATI”
“L’Italia in questa fase sta sottovalutando i casi importati dall’estero – ha detto a riguardo il direttore del Laboratorio di virologia e microbiologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, parlando ai microfoni de Il Messaggero – mentre dovrebbe attuare maggiori controlli sugli arrivi da Paesi a rischio. La maggior parte dei focolai sono tutti di importazione – ha aggiunto – e sicuramente non è stato forse valutato a pieno quello che sta succedendo negli altri Paesi”. Secondo lo stesso esperto, quello che da molti viene considerato il salvatore della regione Veneto nella Fase 1, il governo dovrebbe fare molto di più per contrastare questo fenomeno, a cominciare da test e tamponi per tutti coloro che entrano in Italia via aerea: “Chiaramente serve la logistica – ha detto – bisogna vedere quanti passeggeri ogni giorno vengono tracciati. Occorre poi fare delle stime. Servirebbe dotare le frontiere della possibilità di accesso al codice di prenotazione che permette di identificare il tragitto. Teoricamente saremmo ancora in tempo, diciamo che siamo all’ultimo momento giusto”.