Il bollettino sull’epidemia di coronavirus in Italia cambia, anzi si sdoppia. Nel giro di qualche settimana, infatti, avremo un doppio bollettino con i dati separati per vaccinati e non vaccinati. Del resto, in Italia le epidemie sono due: quella che colpisce lievemente i vaccinati e quella, ben più grave, che mette in pericolo coloro che non sono vaccinati. Dopo 18 mesi, dunque, si è deciso di cambiare il report con i dati su contagi, ricoveri e morti da Covid per rendere ancora più chiara l’importanza della vaccinazione. Serve il tempo di allineare le Regioni, perché non tutte hanno già attivato questa distinzione. Alcune – come Campania, Sicilia e Veneto – già eseguono un differente monitoraggio, le altre invece dovranno recuperare.



A rivelare la novità è Il Messaggero, secondo cui si vuole verificare più chiaramente l’effettiva gravità del contagio e renderlo ancor più evidente a coloro che ancora non vogliono vaccinarsi. “L’idea di fondo è di evidenziare le due epidemie distinte, una degli immunizzati che raramente finiscono intubati e una dei non vaccinati”, ha dichiarato al quotidiano un alto funzionario del Ministero della Salute che si sta occupando del dossier.



“DOPPIO” BOLLETTINO COVID ANCHE CONTRO FAKE NEWS

Ma non è l’unico obiettivo. Con il ‘doppio’ bollettino del Ministero della Salute (che si aggiunge a quello giornaliero sui vaccini) si intende anche prevenire il fenomeno dilagante delle fake news, “che si moltiplicheranno quando in autunno le ospedalizzazioni saliranno”. Quindi, si vuole evitare quanto accaduto in Israele, dove la variante Delta ha mandato in ospedale anche una parte di vaccinati facendo esplodere la propaganda no vax. L’alto dirigente a tal proposito ha chiarito che “la percentuale di vaccinati ricoverati in Israele è infinitamente più bassa di quella dei non vaccinati”. Ma per un “paradosso statistico è sembrato che i vaccini non funzionassero quando è vero invece l’esatto contrario”. Lo confermano i dati di Campania, Sicilia e Veneto, dove i non vaccinati ricoverati superano enormemente coloro che sono immunizzati. Peraltro, questa distinzione è utile anche per monitorare l’efficacia dei vaccini anche in chiave terza dose.

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