Il nuovo bollettino della Regione Lombardia sul coronavirus conferma un trend di miglioramento, anche se i dati sono da prendere con la dovuta cautela, visto che si riferiscono ai risultati su 5.053 tamponi. I nuovi casi sono 590, per un totale che sale quindi a 73.479. I morti sono 124, quindi il bilancio dei decessi sale a quota 13.449. I dati più positivi riguardano la pressione sul sistema sanitario regionale che cala. Sono -26 le persone ricoverate in terapia intensiva, dove ora ci sono 680 malati. I ricoverati in altri reparti Covid sono invece 7.525 grazie ad un decremento di 956 persone. Cresce il numero dei dimessi: sono 1.409 per un totale di 48.471. «I dati sono in linea con il trend degli ultimi giorni. Abbiamo più che dimezzato le terapie intensive rispetto a inizio mese, questo significa che il lockdown ha funzionato e i lombardi si sono comportati bene», dichiara Fabrizio Sala, vicepresidente della Regione Lombardia in conferenza stampa. È dunque soddisfatto dei numeri: «Sono dati estremamente importanti, ma frutto del lavoro incredibile fatto dai sanitari».
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— ilSussidiario (@ilsussidiario) April 27, 2020
Ma in conferenza stampa è stato fornito anche il dato provinciale. Sono 188 i nuovi casi nella provincia di Milano (18.559), di cui 79 a Milano città (7.867). Crescono di 85 unità a Pavia (4.219). Sono +37 e +35 i nuovi casi rispettivamente di Bergamo (11.150) e Brescia (12.559), mentre a Sondrio non si registrano nuovi casi. (agg. di Silvana Palazzo)
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NUOVO BOLLETTINO LOMBARDIA SU CORONAVIRUS
Il giorno dopo il calo drastico di contagi e decessi in Lombardia, l’attesa per il nuovo bollettino coronavirus (con il ritorno della conferenza stampa in diretta video streaming dalla sede della Regione dopo la pausa del weekend) è altissima: nei dati di ieri si è visto il miglior trend da metà marzo, con “solo” 56 vittime, 920 contagi in più e ben 18 persone in meno ricoverate in terapia intensiva. Sono aggiornamenti importanti che non dicono che la Lombardia è fuori dall’emergenza coronavirus – affatto – ma possono far spendere qualche luce di speranza in fondo al tunnel nei giorni in cui si entrerà nella fase 2 stabilita ieri dal Governo Conte: il bollettino aggiornato a prima del 27 aprile mostra come vi siano ancora 35166 attualmente positivi al Covid-19 sui casi totali che sono 72889 (+920 rispetto a sabato), con il numero delle vittime salito drammaticamente a 13325, ma con trend in aumento più basso dal metà marzo fino ad oggi. Diminuisce ulteriormente la pressione sugli ospedali, -18 in terapia intensiva (totale 706), -8 i ricoverati in altri reparti Covid (8.481) mentre sale il numero dei dimessi (+890) su totale di 47062.
CORONAVIRUS LOMBARDIA, FONTANA SCETTICO SULLA FASE 2
Resta ancora alta l’attenzione su Milano visto che dei 920 nuovi contagi praticamente la metà si concentra sulla provincia del capoluogo: 463 (totale 18.371), di cui 241 a Milano città (totale 7.788). Sono poi stati registrati nel bollettino della Regione Lombardia anche 83 casi di coronavirus a Como, 60 a Varese, Cremona e Monza, 66 a Bergamo, 23 a Lodi e Mantova, 24 a Brescia, 20 a Lecco, 8 a Pavia e 2 a Sondrio. Tra i primi commenti invece alla situazione “economica” e “sociale” oltre alla pur rimanente emergenza sanitaria, Attilio Fontana non vede di buon occhio la fase 2 troppo rigida ancora avanzata ieri dal Governo: «Io sono sempre stato molto rigido nel momento in cui era necessario essere rigidi, e sono stato anche preso in giro per questa rigidità. Adesso però bisogna cercare di capire fino a che punto possiamo andare avanti così e quanto invece dobbiamo cercare di assumere qualche atteggiamento magari anche un po’ coraggioso», ha spiegato il Governatore lombardo intervistato a “Centocittà” su Rai Radio 1.
In merito al nuovo Dpcm, i due “nemici” Fontana e Gori (sindaco di Bergamo) si trovano però concordi: «È tutta una situazione (quella di bar e ristoranti) che rischia di far scomparire un intero comparto, un’intera sezione della nostra economia rischia di essere travolta» attacca il Presidente leghista, mentre il sindaco Pd scoppia su Twitter «Riaprono le sale da gioco ma bar, ristoranti e parrucchieri restano chiusi fino all’1 giugno. Tre mesi e mezzo senza incassi: ma chi li regge? Si fissino criteri, distanze, capienze massime, ma si dia a questi operatori la possibilità di tornare al lavoro».