Risalgono vittime e contagi in Lombardia secondo l’ultimo bollettino 24 luglio, ma resta comunque una situazione per il momento lontano dall’emergenziale e con bilanci comunque in diminuzione sul medio periodo per quanto riguarda sia i decessi che le persone positive al Covid in Lombardia: i nuovi aggiornamenti vedono +3 morti rispetto a ieri (totale 16.801), mentre sono 82 le persone positive (di cui 12 “debolmente positivi” e 30 asintomatici) che fanno salire la quota generale da inizio pandemia fino a 95.715 colpiti dal Covid-19. Di questi, attualmente positivi restano 6.941 (-34) mentre guariti-dimessi sono in totale 71.973 (+113), tra cui 70.004 guariti del tutto e 1.969 dimessi dagli ospedali: in corsia restano 139 persone in reparti Covid-19 (-10) mentre restano stabili le terapie intensive occupate, solo 17 sulle 49 nazionali al momento con pazienti Covid. Nell’incremento quotidiano dei casi per provincia, da segnalare i +27 a Bergamo sugli 82 totali, +17 contagi positivi a Milano, +15 Varese, +6 Brescia, + 3 a Cremona, Pavia e Monza Brianza.
IL BOLLETTINO DI IERI
Il coronavirus in Lombardia resta ancora presente ma in quantità, diffusione e “letalità” decisamente diminuito rispetto ai mesi drammatici che abbiamo passato tra febbraio e l’inizio di giugno: in attesa del nuovo bollettino Covid-19 in arrivo oggi pomeriggio dopo la consueta diretta video streaming della conferenza stampa delle ore 16.45, i dati visti ieri confermano il trend “minore” di queste ultime settimane. Addirittura mercoledì la Lombardia non è stata la regione col maggior numero di casi registrati in 24 ore: +51 positivi, in Emilia Romagna sono stati invece 57, di cui 22 debolmente positivi e 16 asintomatici con test sierologici. Sono in tutto 95.633 le persone colpite dal Covid-19 in Lombardia, di cui al momento ancora malati solo 6.975: da segnalare ieri una sola vittima (a Rovato, provincia di Brescia) che fa salire la quota dei morti positivi al coronavirus fino a 16.798 unità. Da segnalare poi 71.860 persone guarite-dimesse da inizio pandemia, +85 rispetto a ieri con le quote dei guariti definitivamente che sale a 69.888 mentre i dimessi sono 1972. Sul fronte degli ospedali, 17 pazienti sono ancora in terapia intensiva (-4) e 149 in reparti Covid-19 (-2): per quanto riguarda la diffusione del Covid nelle ultime 24 per le diverse province lombarde, è Milano la più colpita con +17 sui 51 totali, poi Brescia (+9), Bergamo (+7) e Varese (+6).
BOLLETTINO LOMBARDIA: DEBOLMENTE POSITIVI ISOLATI DA 2 MESI
«I dati di oggi sono particolarmente incoraggianti, nelle province di Cremona, Mantova e Pavia, infatti, non si registra alcun caso di positività. Scende sotto quota 20 il numero dei ricoverati in terapia intensiva (17 in totale) con un calo di 4 unità rispetto a ieri», sono le parole di commento al bollettino coronavirus Lombardia riferite dall’assessore al Welfare Giulio Gallera, che poi aggiunge «Anche oggi si registra 1 solo decesso. Proseguono le azioni di preventive di monitoraggio e di tracciamento gestite dalle ATS per ‘stanare’ anche i focolai più piccoli ed estinguerli sul nascere». Sul tema dei “debolmente positivi” si scatena poi l’ultima polemica tra Regione Lombardia e Ministero della Sanità: delle 8.947 persone ancora positive al Coronavirus in Lombardia, ce ne sono circa 2mila che – nonostante siano passati 2 mesi dalla data di comparsa dei sintomi – continuano a essere “debolmente positive”. Gallera ha spiegato stamane di aver inviato una nuova nota al Ministero e Cts, dopo quelle del 10 e 22 giugno, «affinché ci vengano fornite linee guida aggiornate alla situazione attuale, soprattutto alla luce degli studi scientifici che hanno dimostrato la scarsa possibilità di infettare da parte di questi soggetti». Tali periodi di isolamento, conclude ancora l’assessore lombardo, «stanno generando situazioni in molti casi insostenibili e con risvolti psicologicamente negativi in soggetti fragili, come per esempio la bambina di 4 anni del Milanese per la quale abbiamo già interessato il ministero. Siamo tutti concordi sull’importanza di garantire la sicurezza delle persone, nella certezza però di non infliggere misure sproporzionate».