Con qualche minuto di ritardo – per alcuni report regionali giunti dopo le ore 17 – la Protezione Civile ha emesso il consueto bollettino del giorno con la conferma di calo cospicuo per ricoveri, contagiati e terapie intensive, anche se si registrano purtroppo ancora 172 morti in più rispetto alla giornata di ieri. Sono 221.216 le persone positive al coronavirus dall’inizio della pandemia, di questi sono 81.266 gli attualmente positivi (-1222) al tampone (2.673.655 totali, +67.003 rispetto a ieri): vi è da registrare purtroppo un incremento di 1.402 nuovi casi rispetto al bollettino di ieri, ma di questi ben 419 della Lombardia sono riferiti alle settimane precedenti e non dunque alle ultime 24 ore. Tra gli attualmente positivi 952 sono in cura presso le terapie intensive (-47), 12.865 persone sono ricoverate con sintomi (-674 rispetto a lunedì), 67.449 persone, pari all’83% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Il numero dei morti, con gli ultimi 172 decessi, sale purtroppo a 30.911 dall’inizio della pandemia: il bilancio di dimessi e guariti sale invece a 109.039, con un incremento di 2.452 persone rispetto a ieri.
LA CONFERENZA STAMPA DEL COMMISSARIO ARCURI
In attesa del nuovo bollettino coronavirus (dalle ore 18 circa), la conferenza stampa del Commissario all’emergenza Domenico Arcuri dalla sede della Protezione Civile è sembrata più una netta presa di posizione sul tema mascherine dopo le polemiche fortissime con categorie e farmacisti, che non un vero e proprio “aggiornamento” come quelli tenuti nelle scorse settimane. «Lavoriamo nell’esclusivo interesse dei cittadini al fine di tutelare al meglio la loro salute. Qualche volta faccio degli errori, per i quali mi aspetto critiche e se serve reprimende, ma solo dai cittadini»: da farmacisti e imprese insomma Arcuri non intende accettare critiche e per questo conferma il prezzo calmierato sulle mascherine, «Il prezzo delle mascherine chirurgiche a 50 centesimi + Iva, ovvero a 61 centesimi, è e resterà quello. Purtroppo per gli speculatori e altre categorie simili questo è e sarà. E se ne dovranno fare una ragione. La giungla che abbiamo lambito, la speculazione che abbiamo osservato non c’è più e non tornerà».
Arcuri difende il suo operato e ribadisce di non essere lui a dover fornire le farmacie né i loro distributori (però ha centralizzato gli acquisti a livello nazionale, perciò il problema si pone eccome): «Non è il commissario a dover rifornire le farmacie né i loro distributori, né si è mai impegnato a farlo. Né sono io a dover rifornire Confcommercio, Conad Federdistribuzione e Coop. Il commissario si è impegnato ad integrare le forniture, ove sia possibile, che queste categorie si riescono a procurare attraverso le loro reti».
La replica di Federfarma alla conferenza di Arcuri è però durissima: «Queste accuse sono ingiuriose e vergognose e chiedo ufficialmente le scuse e la solidarietà da parte delle Istituzioni ai farmacisti italiani, che ancora una volta hanno dimostrato il loro valore, la loro professionalità e la loro abnegazione, mettendo a rischio la loro salute. Pretendiamo rispetto da parte dello Stato, se non altro per i colleghi che si sono sacrificati dando la vita per il proprio Paese», rilancia Vittorio Contarina (presidente di Federfarma Roma, Federfarma Lazio e vicepresidente nazionale dell’associazione) dopo aver chiesto al Governo che prenda le distanze dalle parole di Arcuri.
I DATI DI IERI
Dal 18 maggio ci saranno le riaperture “differenziate” nelle Regioni, ma al momento mancano ancora i dati effettivi sui primi effetti della fase 2: come spiegato dall’Iss, il bollettino della Protezione Civile quotidiano ancora dà risultati e registra andamenti rispetto a 10-14 giorni fa, dunque per avere qualche indicazione in merito al contagio da coronavirus dopo il 4 maggio bisognerà attendere almeno questo fine settimana, dove infatti saranno impostate le riaperture nei vari territori, in accordo con il Governo dopo la conferenza Stato-Regioni di ieri sera. È in corso la conferenza stampa del commissario all’emergenza Domenico Arcuri, inattesa dopo che martedì scorso e sabato non si era presentato per il consueto aggiornamento in video streaming dalla sede della Protezione Civile: parla di mascherine e distribuzione dopo le forti polemiche degli scorsi giorni.
Nel frattempo nell’ultimo bollettino aggiornato prima del 12 maggio, la Protezione Civile registra ancora un calo di contagi e ricoveri, mentre sono sempre purtroppo moltissime le vittime in tutta Italia: 219.814 contagiati totali dall’inizio della pandemia (+744 nuovi casi), con invece 82.488 la quota degli attualmente positivi (-836 rispetto a domenica). Sono purtroppo ancora 179 i morti (30.739 bilancio drammatico totale), mentre il numero dei dimessi-guariti sale ancora di 1.401 persone toccando quota 106.587.
Tra i contagiati invece, vanno contati 999 in terapia intensiva (-28 pazienti), 13.539 persone sono ricoverate con sintomi (decremento di altri 79 assistiti) e infine 67.950 persone, pari al 82% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. A livello di distribuzione regionale del contagio da Covid-19, i dati della Protezione Civile registrano ancora la Lombardia in testa con 30.411 persone malate attualmente, seguita da 13.338 in Piemonte, 7.040 in Emilia-Romagna, 5.460 in Veneto, 4.073 in Toscana, 2.844 in Liguria, 4.294 nel Lazio, 3.227 nelle Marche, 1.909 in Campania, 735 nella Provincia autonoma di Trento, 2.544 in Puglia, 2.062 in Sicilia, 830 in Friuli Venezia Giulia, 1.609 in Abruzzo, 447 nella Provincia autonoma di Bolzano, 108 in Umbria, 511 in Sardegna, 107 in Valle d’Aosta, 568 in Calabria, 142 in Basilicata e 229 in Molise.
CORONAVIRUS, IL PUNTO SULLE RIAPERTURE
«Il 18 maggio potranno riaprire commercio al dettaglio, bar e ristoranti, estetisti e parrucchieri», così ha deciso ieri il Governo rappresenta dal Premier Conte e dai Ministri Speranza e Boccia, nella conferenza Stato-Regioni che dato nuova speranza alle attività locali di poter riaprire dopo ormai più di 2 mesi di lockdown. La “fase 2” rappresenta però ancora un’incognita, come ribadito ancora ieri dal Governo, visto che «le differenziazioni territoriali e riaperture dovranno avvenire a seconda dell’andamento della curva del contagio»: se la curva dovesse risalire, ha spiegato il Ministro della Salute, allora il governo potrà intervenire con nuove chiusure.
La sfida ora passa al Comitato tecnico scientifico che dovrà stilare le regole generali per poter affrontare la riapertura: indicazioni in arrivo entro giovedì, assieme alla linee guida dell’INAIL per poter riaprire in sicurezza le varie attività. Speranza e Boccia però si sono detti molto intenzionati a far riaprire le zone rosse – con regole già sperimentate durante il lockdown – se vi dovessero essere nuovi focolai del coronavirus. Si guarderà dunque ancora con più interesse ai bollettini che ogni giorno la Protezione Civile continuerà a fornire per capire quale sia realmente l’andamento del contagio tanto a livello nazionale quanto soprattutto a livello locale.
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— ilSussidiario (@ilsussidiario) May 11, 2020