Ed è ancora calo di contagi e decessi nell’ultimo bollettino della Protezione Civile pubblicato dopo le ore 18: sono in tutto 675 i nuovi casi registrati di coronavirus nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 875) e 145 le vittime, numero ancora drammatico ma comunque in calo rispetto ai 153 di ieri. Ad un giorno dall’inizio della fase 2-bis in tutta Italia, sono buoni i dati che emergono anche a livello “generale” sul fronte ospedaliero: +2.366 guariti-dimessi (125.176 totali), 10.311 i ricoverati con sintomi nei reparti Covid (-89 rispetto a ieri), 762 i posti occupati dalle terapie intensive (-13 su sabato), con il dato degli attualmente positivi al Sars-CoV 2 che scende di altri 1.836 persone rispetto alle ultime 24 ore. Il numero dei contagiati al coronavirus in tutta Italia tocca quota 225.435 (+675, positivi però ancora oggi sono 68.351), a fronte di 3.004.960 tamponi (60.101 solo tra ieri e oggi). A chiudere il bollettino della Protezione Civile ci pensano poi i dati regionali dove ancora si registrano cali generalizzati in tutti i territori: in Lombardia i positivi ad oggi sono 27.430, 15.529 morti (+69), segue il Piemonte con 10.329 malati, l’Emilia Romagna con 5.656 e il Veneto con 4.041 registrati ad oggi.



I DATI DI IERI

Da domani l’Italia riparte praticamente in ogni attività ponendo fine agli ultimi “rimasugli” di lockdown da coronavirus che hanno caratterizzato gli ultimi due mesi e mezzo (restano vincoli su piscine, palestre, cinema e spostamenti tra Regioni): dopo i dati del bollettino della Protezione Civile di ieri e gli indici di contagio mostrati dal monitoraggio settimanale Ministero Salute-Iss, Governo e Regioni si apprestano a integrare il nuovo Dpcm sulle riaperture del 18 maggio, non senza criticità e punti ancora da tenere sotto forte osservazione. 875 nuovi casi contro i 789 di venerdì, con il totale delle persone colpite dal Covid-19 dall’inizio dell’epidemia sale a 224.760: nell’ultimo bollettino prima del 17 maggio, la Protezione Civile registra un netto calo delle vittime, 153 i morti segnalati nelle ultime 24 ore contro i 242 del giorno prima (31.763 i decessi totali).



Numeri migliorati anche sui ricoveri (-309, 10.400 totali) e terapie intensive (-33, 775 ricoverati), ma pure sugli attualmente positivi, -1.883 sabato, quindi nel complesso sono 70.187. Per quanto riguarda le Regioni, i casi attualmente positivi sono 27.679 in Lombardia, 10.702 in Piemonte, 5.852 in Emilia-Romagna, 4.162 in Veneto, 2.943 in Toscana, 2.533 in Liguria, 4.022 nel Lazio, 2.657 nelle Marche, 1.710 in Campania, 2.104 in Puglia, 345 nella Provincia autonoma di Trento, 1.659 in Sicilia, 680 in Friuli Venezia Giulia, 1.423 in Abruzzo, 343 nella Provincia autonoma di Bolzano, 81 in Umbria, 415 in Sardegna, 75 in Valle d’Aosta, 474 in Calabria, 215 in Molise e 113 in Basilicata.



CORONAVIRUS PROTEZIONE CIVILE, IL PUNTO SULLA FASE 2

Al netto dei numeri che ancora oggi verranno aggiornati dal consueto bollettino quotidiano (dalle ore 18 sul nostro quotidiano e sui canali social della Protezione Civile), sono ore frenetiche per capire come saranno normate le varie ordinanze regionali e il nuovo Dpcm sulle riaperture. Dopo il fortissimo scontro nella notte tra Premier Conte e Governatori, attorno alle ore 3.30 si è giunti ad un accordo che integri come allegato del nuovo Decreto attuativo del Presidente del Consiglio le linee guida regionali messe a punto 24 ore prima: importante sarà per l’intero proseguimento della fase 2 comunque il monitoraggio delle Regioni che settimanalmente verrà svolto dal Ministero della Salute.

In merito a questi ultimi dati, il Presidente del Css Franco Locatelli – intervistato dal Corriere della Sera – ha spiegato «I dati dell’ultimo bollettino della Protezione civile sono belli, i migliori dall’8 marzo ad oggi dal punto di vista della mortalità. Si è ulteriormente ridotta la pressione sulle terapie intensive. Solo due regioni, Lombardia e Piemonte, presentano numeri di positivi a tre cifre. Le misure di contenimento hanno impedito all’epidemia di dilagare al centro, al sud e nelle isole […] Cominciamo ad avere dati di un certo interesse che danno respiro, a 12 giorni dalle prime riaperture. La temuta impennata non c’é stata, nessun impatto negativo sul rallentamento dei casi».

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