Senza conferenza stampa ma è pur sempre bollettino quello che la Protezione Civile ha fatto uscire alle ore 18: ebbene, si conferma la “fotografia” vista ieri negli aggiornamenti del sabato. In Italia nelle ultime 24 ore ci sono stati +486 nuovi contagi positivi al Covid-19 registrati (108257 totali), ancora purtroppo 433 morti (23600) e nuovo “boom” di guariti-dimessi, ben 2128 rispetto ai 47055 totali dall’inizio della pandemia (aumento del trend di +4,7%). Nel bollettino del 19 aprile si segnalano anche 2.635 ricoverati in terapia intensiva (-98 su ieri) a fronte di 1.356.541 tamponi totali, +50.708 nelle ultime 24 ore. Il totale dei casi registrati per coronavirus sono divenuti 178.972 unità, +3047 complessivi rispetto a ieri (dato che comprende gli attualmente positivi, i decessi e i guariti).

Nel dettaglio del bollettino diffuso dalla Protezione Civile si registrano questi nuovi numeri a livello regionale: 34.497 positivi in Lombardia, 13.552 in Emilia-Romagna, 14.470 in Piemonte, 10.210 in Veneto, 6.496 in Toscana, 3.490 in Liguria, 3.182 nelle Marche, 4.321 nel Lazio, 3.022 in Campania, 1.971 nella Provincia autonoma di Trento, 2.786 in Puglia, 1.337 in Friuli Venezia Giulia, 2.202 in Sicilia, 1.987 in Abruzzo, 1.566 nella Provincia autonoma di Bolzano, 436 in Umbria, 864 in Sardegna, 844 in Calabria, 562 in Valle d’Aosta, 247 in Basilicata e 215 in Molise. (agg. di Niccolò Magnani)

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I DATI DI IERI

In attesa del bollettino di oggi della protezione civile sul coronavirus, la parola chiave dei prossimi mesi sarà “convivenza”, ovviamente, con il covid-19. Lo ha spiegato senza troppi mezzi termini il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, intervistato stamane dal Corriere della Sera: “La parola chiave è convivere per mesi col virus e rispettare individualmente le regole per evitare il contagio – dice al quotidiano nazionale – nel tempo avremo più conoscenze su come si diffonde il Sars CoV 2, più farmaci e più strumenti di diagnosi però non fasciamoci la testa”. Da più parti si parla di riapertura delle attività, della cosiddetta fase 2, ma a riguardo Brusaferro specifica: “Bisogna muoversi passo dopo passo misurandogli effetti della riapertura con cautela. Ogni azione andrà monitorata attuando anche sul campo il tracciamento dei casi e valutando qual è il numero di ricoverati compatibile con la disponibilità di posti letto”. Nel frattempo nella giornata di ieri i dati hanno visto una diminuzione sia dei morti che dei contagi: 482 vittime (23.227 totali), 809 i nuovi casi (107.771 bilancio generale). Nel bollettino si segnalano poi anche 2.733 sono in cura presso le terapie intensive con una decrescita di 79 pazienti rispetto a ieri.

BOLLETTINO PROTEZIONE CIVILE, BRUSAFERRO: “VACCINO A FINE ANNO”

Bisognerà ricominciare dalle attività fondamentali del Paese, ma sempre in condizioni di sicurezza: “Convivere col virus significa riprogettare le giornate. No agli orari di punta in tutte le fasi della vita quotidiana. Dimentichiamo strade e mezzi pubblici affollati”. Per quanto riguarda la scuola, invece, la riapertura sembra ancora lontana, e pare ormai scontato che non si tornerà sui banchi se non prima del prossimo settembre: “è un tema – dice a riguardo Brusaferro – che prenderemo in considerazione in un secondo momento”. La vita potrà tornare lentamente alla normalità, ma per molti mesi saranno ancora molte le azioni vietate, a cominciare dai grandi eventi che riuniscono in poco spazio migliaia di persone: “Gli eventi di massa nei prossimi mesi sono da evitare. Folle che si riuniscono è uno scenario inimmaginabile. Pagheremmo un prezzo molto alto. Ognuno deve rinunciare a qualcosa”. Di conseguenza, quasi scontato anche le vacanze estive in casa: “Il sole si può prendere in tanti modi, anche in terrazzo. La mia è una battuta. La risposta seria è che non si può pensare ad aree affollate”. Infine, sull’arrivo del vaccino: “Il virus lo batteremo solo con l’immunità di gregge data dal vaccino che non arriverà prima di fine anno”.