Con un ritardo di almeno un’ora rispetto alla consueta tabella di marcia, la Protezione Civile ha emesso l’ultimo bollettino coronavirus nel quale si mantiene sostanzialmente costante il trend epidemiologico visto negli ultimi giorni di fase 3. Salgono purtroppo le vittime (+30, ieri erano 18) e anche i contagi vengono registrati con numeri maggiori (+190, ieri erano “solo” 122) ma resta un report confortante per tutte le altre voci e per il fatto che solo in tre Regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte) si superano i 20 nuovi casi registrati, con ben 6 Regioni senza neanche un tampone positivo.
Sono 239.410 le persone contagiate dal Covid-19 da inizio pandemia, di cui 18.65 ancora malati “attivi” e con decremento di 918 assistiti rispetto alla giornata di martedì: sul fronte ospedali, 107 sono in cura presso le terapie intensive (-8), 1.610 persone sono ricoverate con sintomi (-243) e 16.938 persone, pari al 91% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 186.111, con un incremento di 1.526 persone rispetto a ieri, mentre le vittime purtroppo salgono fino al drammatico numero di 34.644 decessi in tutta Italia. Nel dettaglio della Protezione Civile, la distribuzione delle persone ancora malate per coronavirus, dietro alla Lombardia con 12.227 (e oggi con +7 morti e +88 contagi) troviamo 1.730 in Piemonte, 1.074 in Emilia-Romagna, 549 in Veneto, 330 in Toscana, 261 in Liguria, 869 nel Lazio, 471 nelle Marche, 148 in Campania, 177 in Puglia, 52 nella Provincia autonoma di Trento*, 57 in Friuli Venezia Giulia, 378 in Abruzzo, 132 in Sicilia, 90 nella Provincia autonoma di Bolzano, 11 in Umbria, 15 in Sardegna, 6 in Valle d’Aosta, 28 in Calabria, 43 in Molise e 7 in Basilicata.
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I DATI DI IERI
Il bollettino della Protezione Civile prima del 24 giugno segna una delle giornate forse più positivi dal punto di vista epidemiologico di tutta la grande emergenza coronavirus: ci sono sì ancora 18 vittime registrate in 24 ore (+6 dalla Lombardia) ma calano drasticamente ricoverati, malati attivi e nuovi contagi. Sono +122 le persone positive al tampone per il Sars-CoV-2, con 238.833 contagi da inizio pandemia fino ad oggi: di questi, malati “attivi” restano solo 19.574, -1064 tra lunedì e martedì con la prima volta al di sotto della quota 20mila per i pazienti assistiti.
Fronte ospedali, 1.853 persone sono ricoverate con sintomi (-185), 17.605 persone, pari al 90% degli attualmente positivi, sono in isolamento, 115 sono in cura presso le terapie intensive in tutto il Paese (-12): in attesa del nuovo bollettino che la Protezione Civile emanerà dopo le ore 18 oggi pomeriggi, da segnalare ancora il dato delle vittime nazionale (34.675) e il contagio “regionale” del coronavirus secondo gli ultimi report.
Dietro alla Lombardia con 12.903, troviamo 1.870 in Piemonte, 1.089 in Emilia-Romagna, 564 in Veneto, 337 in Toscana, 255 in Liguria, 886 nel Lazio, 493 nelle Marche, 141 in Campania, 190 in Puglia, 51 nella Provincia autonoma di Trento, 71 in Friuli Venezia Giulia, 391 in Abruzzo, 132 in Sicilia, 89 nella Provincia autonoma di Bolzano, 12 in Umbria, 15 in Sardegna, 5 in Valle d’Aosta, 28 in Calabria, 43 in Molise e 8 in Basilicata.
CORONAVIRUS ITALIA, SCIENZIATI “SFIDANO” L’ISS
Nella giornata di ieri non ci sono decessi per coronavirus in ben 12 Regioni, mentre sono 8 quelle che non hanno segnalato nuovi contagi: Basilicata, Molise, Valle d’Aosta, Sardegna, Umbria, Bolzano, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia. Al netto dei dati che migliorano, prosegue lo “scontro” a distanza tra scienziati “ottimisti” e “pessimisti” in merito ad una rapida risoluzione della pandemia in Italia: dopo gli ultimi dati, ben 10 esperti tra virologi, infettivologi ed epidemiologici hanno scritto all’Istituto Superiore di Sanità una lettera per descrivere la situazione del coronavirus oggi in Italia.
«Evidenze cliniche non equivoche da tempo segnalano una marcata riduzione dei casi di Covid19 con sintomatologia – scrivono esperti tra cui Massimo Clementi e Alberto Zangrillo del San Raffaele di Milano, Matteo Bassetti del San Matteo di Pavia, Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri -. Il ricorso all’ospedalizzazione per sintomi ascrivibili all’infezione virale è un fenomeno ormai raro e relativo a pazienti asintomatici o paucisintomatici. Le evidenze virologiche, in totale parallelismo, hanno mostrato un costante incremento di casi con bassa o molto bassa carica virale. Sono in corso studi utili a spiegarne la ragione. Al momento la comunità scientifica internazionale si sta interrogando sulla reale capacità di questi soggetti, paucisintomatici e asintomatici, di trasmettere l’infezione».
Di contro, il professore del Sacco Dott. Massimo Galli a Cartabianca ha una visione diametralmente opposta: «io dico sempre più test e meno plexiglass. Trovo demenziale e irresponsabile continuare a sostenere che il virus sia rabbonito. Questo viene smentito ogni giorno dai nostri focolai e da quello che sta accadendo in Germania e Cina».