Novità importante da oggi e per tutti i prossimi giorni di emergenza coronavirus: da oggi infatti la tabella di aggiornamento dei dati sanitari sarà diffusa, giornalmente alle ore 18, dal Ministero della Salute in collaborazione con l’istituto Superiore di Sanità. «Come già comunicato nei giorni scorsi dal Ministero della Salute, vi informiamo che a partire da oggi, giovedì 25 giugno, il Dipartimento non diffonderà più il comunicato stampa quotidiano relativo alla situazione dei contagi Covid-19 in Italia.  La tabella di aggiornamento dei dati sanitari sarà diffusa, giornalmente alle ore 18, dal Ministero della Salute. Sarà consultabile sul sito web del Ministero (http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus) e contestualmente sulla mappa interattiva dashboard del Dipartimento», spiega la Protezione Civile annunciando dunque la conclusione dei propri bollettini.



In effetti, osservando il primo “nuovo” bollettino si trovano già due nuove voci: i casi positivi al tampone emersi da attività clinica e i casi che emergono da indagini e test pianificati che diagnosticano casi positivi al tampone. Nell’aggiornamento odierno, si hanno purtroppo un’impennata di nuovi contagi (+296) frutto anche dei due focolai esplosi sia in Campania a Mondragone e sia nella ditta Bartolini di Bologna in Emilia Romagna: sono invece 37 le vittime registrate dai dati delle singole Regioni (con sottratti già 3 delle Marche dopo calcolo errato sui numeri di ieri). Sono ancora 614 i guariti in più (su 186.725), 103 le terapie intensive occupate (-4) mentre le persone attualmente positive sono 18.303 (-352 rispetto a ieri). Sul fronte contagio regionale, il nuovo bollettino inquadra dietro alla Lombardia con 11.992 malati “attivii”, il Piemonte con 1.681, l’Emilia Romagna con 1.068 e il Veneto con 527 pazienti contagiati. Da ultimo, la nuova suddivisione dei contagiati in Italia diviene così: 239.306 totali, di cui 223.905 identificati dal sospetto diagnostico e 15.801 per attività di screening (asintomatici).



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I DATI DI IERI

La fase 3 è meglio della fase 2 ma non significa, purtroppo, automaticamente la fine dell’emergenza coronavirus: il bollettino della Protezione Civile di ieri conferma il trend in diminuzione di questi giorni ma presenta comunque ancora 30 morti in tutta Italia (di cui solo 8 in Lombardia però, ndr) con dato drammatico delle vittime che sale fino a 34.644. Ci sono ben 6 Regioni a 0 contagi (Puglia, Trento, Friuli, Calabria, Molise, Basilicata) ma restano comunque alti i dati sul contagio in 24 ore: 239.410 il totale dei casi da inizio pandemia, +190 tra martedì e mercoledì. Di questi, 18.655 sono ancora i malati “attivi” in tutte le Regioni con decremento di 918 rispetto alle 24 ore precedenti: sul fronte degli ospedali, netto miglioramento sul fronte ricoveri (-243 con 1.610 totali), 107 in terapia intensiva (-8) e 16.938 persone, pari al 91% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Bene infine il fronte dei guariti, con +1526 rispetto a martedì (sui 186.111 totali).



RICCIARDI “CORONAVIRUS KO? SERVONO 0 CONTAGI IN 40 GIORNI”

A livello di distribuzione regionale, il bollettino della Protezione Civile del 24 giugno mostra dietro alla Lombardia con 12.227 malati attivi (-677 in 24 ore) i 1.730 del Piemonte, 1.074 in Emilia-Romagna, 549 in Veneto, 330 in Toscana, 261 in Liguria, 869 nel Lazio, 471 nelle Marche, 148 in Campania, 177 in Puglia, 52 nella Provincia autonoma di Trento*, 57 in Friuli Venezia Giulia, 378 in Abruzzo, 132 in Sicilia, 90 nella Provincia autonoma di Bolzano, 11 in Umbria, 15 in Sardegna, 6 in Valle d’Aosta, 28 in Calabria, 43 in Molise e 7 in Basilicata.

Presentando ieri il report “Osservasalute 2019” il direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane Walter Ricciardi ha provato a tracciare una potenziale “evoluzione” del coronavirus nei prossimi mesi. Non è certo tra gli “ottimisti” l’ex Oms e lo si capisce dalla sua stessa disamina epidemiologica: «L’Italia è calda così, come è caldo il Brasile. Questo virus si diffonderà fra i giovani, che diventeranno i vettori, i portatori di questa infezione e il problema sarà che, a causa della mancanza di misure di sicurezza da parte dei ragazzi, lo trasmetteranno a nonni e genitori e rivedremo di nuovo la pressione su sistema sanitario. Questo si verificherà in autunno».

Ma dunque quando si potrà dire “finita” la pandemia? «Tecnicamente una pandemia si definisce terminata da 40 giorni consecutivi a zero casi nel mondo. Siccome ieri si è avuto il record di singoli casi in un giorno, siamo ben lontani a livello mondiale, ma anche nazionale, dal raggiungere questo obiettivo».