Inversione di tendenza questa volta negativa in Italia con l’ultimo bollettino della Protezione Civile che segnala purtroppo altri 65 morti in 24 ore (ieri erano stati 53) e ben 280 nuovi casi registrati (domenica erano stati “solo” +197). Il coronavirus resta un’emergenza in lenta diminuzione con oscillazioni durante la settimana come dimostrano ancora i dati degli ultimi tre giorni: per questo lunedì 8 giugno si segnalano 235.278 persone contagiate dal Covid-19 fin da fine febbraio, di cui 34.730 sono gli assistiti ancora malati attivamente (decremento di 532 rispetto a ieri). Bene il numero dei guariti, +747 sui 166.584 mentre anche dal fronte ospedaliero arrivano novità comunque confortanti: -4 in terapia intensiva (283 totali), -135 ricoverati con sintomi (4.729), -393 in isolamento domicilare (29.718).
Sono stati effettuati +27.112 tamponi nelle ultime 24 ore, con dato generale che sale così a 4.263.647: di questi, sono da registrare purtroppo 33.964 vittime per il coronavirus in Italia. A livello regionale, il bollettino della Protezione Civile aggiornato al 8 giugno vede la Lombardia ancora il territorio più colpito con +194 contagi tra ieri e oggi e numero totale degli attualmente positivi fissato a 19.319: seguono il Piemonte con 3.866, l’Emilia Romagna con 2.282, il Veneto con 1.090 e la Toscana con 721 contagiati.
I DATI DELLA PROTEZIONE CIVILE
Sono stati dati ancora una volta confortanti quelli usciti ieri dalla Protezione Civile nel bollettino della domenica: il coronavirus esiste ancora ma i numeri e presenza ospedaliera ormai limitata il che non significa che sia del tutto sparito ma che abbia quantomeno un grado di allarme per la collettività assai più basso di qualche settimana fa. 234.998 persone sono state positive al Covid-19 da inizio pandemia, con aumento dei nuovi casi a +197: di questi, sono 35.262 le persone ancora affette dal Sars-Cov 2, con decremento importante di -615 pazienti rispetto alla giornata di sabato. Sono da registrare purtroppo ancora 53 morti (33.899 totali) mentre le persone guarite e dimesse dagli ospedali salgono di 759 unità rispetto al giorno prima (quota 165.837 raggiunta). Lato ospedali, è ancora positivo l’esito del bollettino coronavirus di ieri: 287 pazienti in terapia intensiva (-6), 4.864 ricoverati con sintomi (-138 rispetto a sabato), 30.111 persone, pari all’85% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
BOLLETTINO CORONAVIRUS: LA FASE 3 E LE MASCHERINE
A livello di distribuzione del contagio da coronavirus nelle Regioni, i dati del bollettino coronavirus del 7 giugno mostrano come in Lombardia l’emergenza resti ancora la più “calda” di tutta Italia (anche se i dati calano anche qui, specie per vittime e terapie intensive), con 19.420 persone ancora positive: seguono, 3.962 in Piemonte, 2.328 in Emilia-Romagna, 1.085 in Veneto, 750 in Toscana, 243 in Liguria, 2.690 nel Lazio, 1.159 nelle Marche, 725 in Campania, 733 in Puglia, 82 nella Provincia autonoma di Trento, 862 in Sicilia, 151 in Friuli Venezia Giulia, 653 in Abruzzo, 97 nella Provincia autonoma di Bolzano, 29 in Umbria, 59 in Sardegna, 9 in Valle d’Aosta, 91 in Calabria, 120 in Molise e 14 in Basilicata. Sono ancora 6 le Regioni con zero contagi nelle ultime 24 ore (Calabria, Molise, Basilicata, Sardegna, Puglia e Friuli Venezia Giulia) ma è il Veneto insieme alla Toscana a segnare il dato più “positivo” della giornata di ieri, ovvero l’aumento di un solo contagio da Covid-19 in tutta la giornata.
Guardando alla fase 3 iniziata da pochi giorni, il pensiero dei cittadini dopo mesi di sacrifici e lockdown è inevitabilmente rivolto all’estate con il timore che non si possa vivere appieno per la “paura” da nuovo contagio: «Potendo mantenere le distanze io partirei sereno. Sulla spiaggia lettini e ombrelloni sono organizzati in sicurezza. Non c’è motivo di indossare la mascherina tranne quando andiamo al bar dello stabilimento e sono presenti molte persone», ha spiegato stamattina Francesco Le Foche, immunologo del Policlinico universitario Umberto I di Roma. Le distanze ma anche la ragionevolezza va recuperata altrimenti «addio alla normalità»: per l’esperto infine, «Il virus c’è ma è sbagliato vedere il pericolo ovunque. Vedo persone che quando incrociano un altro essere umano trattengono il respiro e guardano a terra. Una paranoia. Bisogna reagire altrimenti entriamo in un contesto negativo dal quale sarà difficile uscire».