I dati dell’ultimo bollettino Protezione Civile, aggiornati a lunedì 22 giugno 2020, sono di fatto i medesimi di ieri con un aumento dei guariti e una lieve diminuzione dei contagi: per il resto il trend rimane “fedele” a quanto già visto 24 ore fa, con 24 morti registrati (34.657 totali), +218 nuovi positivi al tampone (238.710 da inizio pandemia il totale dei contagi) e –335 malati “attivi” del dato generale che scende fino a 20.637. In attesa di capire se una seconda ondata davvero arriverà nel mese di autunno – con la Lombardia che però oggi mostra netto miglioramento (+3 morti, -205 malati e +143 nuovi contagi) – i report della Protezione Civile indicano una de-crescita del coronavirus anche sul fronte ospedali: 10% di calo sia nelle terapie intensive che nei ricoverati con sintomi, con i posti in rianimazione che passano da 148 a 127 (in calo del 14,19%) mentre i ricoverati con sintomi in calo da 2314 a 2038 (-11,93%).



28.972 tamponi con 218 casi accertati, il rapporto tamponi/casi 0,75, mentre i guariti salgono a 183.426 unità (+533 da ieri): livello di diffusione territoriale del contagio, dietro ai 13.638 della Lombardia, troviamo 1.970 persone attualmente positive in Piemonte, 1.154 in Emilia-Romagna, 585 in Veneto, 360 in Toscana, 250 in Liguria, 945 nel Lazio, 505 nelle Marche, 133 in Campania, 218 in Puglia, 53 nella Provincia autonoma di Trento, 72 in Friuli Venezia Giulia, 394 in Abruzzo, 141 in Sicilia, 89 nella Provincia autonoma di Bolzano, 13 in Umbria, 28 in Sardegna, 5 in Valle d’Aosta, 33 in Calabria, 43 in Molise e 8 in Basilicata.



I DATI DI IERI

Grazie anche al calo della Regione Lombardia i dati del coronavirus ieri nel bollettino Protezione Civile vedono un generale ribasso del trend epidemiologico in attesa delle nuove comunicazioni in arrivo come sempre alle ore 18 dalla sede nazionale della Protezione Civile. Ancora 24 morti (sui 34.634 totali), con 13 solo dalla Lombardia mentre sono 224 i nuovi contagi registrati (il 57% da lombardi) che fanno salire il dato generale da inizio pandemia fino a 238.499 malati di coronavirus: di questi, 20.971 sono ancora attivamente positivi, con decremento di 240 unità rispetto alla giornata di sabato.



Si tratta, almeno per il numero di decessi, di uno dei dati più bassi dall’inizio della pandemia il che fa di certo ben sperare per il prosieguo della fase 3 ma avverte anche sul continuo “saliscendi” che il Covid-19 sta mostrando negli ultimi mesi: i guariti nuovi registrati sono +440, con 182.893 totali da inizio pandemia, mentre sono da registrare sul fronte ospedaliero 148 sono i ricoverati in terapia intensiva (-4), 2.314 ricoverati con sintomi (-160), 18.510 in isolamento domiciliare (-76). Nessuno decesso in 16 Regioni e ben 7 sono a zero nuovi contagi (Basilicata, Molise, Valle d’Aosta, Sardegna, Umbria, Abruzzo, Marche) mentre è solo la Lombardia a presentare più di 25 contagi registrati in 14 ore (+128, con 13 morti e -141 ricoverati per Covid).

CORONAVIRUS, TAMPONI INUTILI? OMS VS OMS

A livello di distribuzione territoriale del coronavirus, l’ultimo bollettino disponibile della Protezione Civile mostra dietro ai 13.843 della Lombardia anche 2.013 in Piemonte, 1.172 in Emilia-Romagna, 583 in Veneto, 365 in Toscana, 248 in Liguria, 991 nel Lazio, 527 nelle Marche, 126 in Campania, 222 in Puglia, 53 nella Provincia autonoma di Trento, 141 in Sicilia, 78 in Friuli Venezia Giulia, 403 in Abruzzo, 75 nella Provincia autonoma di Bolzano, 15 in Umbria, 28 in Sardegna, 5 in Valle d’Aosta, 36 in Calabria, 40 in Molise e 8 in Basilicata. Sulla attualissima “querelle” internazionale sollevata dalle nuove linee guida dell’Oms che consigliano di non praticare più due tamponi per essere certi della guarigioni, ma che basta di fatto la scomparsa dei sintomi (ribaltando l’intera rete di comportamenti fin qui adottati in Italia e nel mondo per contrastare il Covid-19), oggi è il rappresentante italiano all’Organizzazione Mondiale della Sanità, nonché membro del Cts Ranieri Guerra a provare a fare ordine.

«Se l’Italia opterà per il mantenimento del doppio tampone negativo, come unico criterio necessario per interrompere l’isolamento di un paziente, avrà scelto la strada della prudenza». spiega ii direttore aggiunto Oms intervistato dal Corriere della Sera «Sono raccomandazioni che sta ai governi applicare o no. Non sono vincolanti, non c’è obbligo. l’uso del doppio tampone è la regola d’oro perché esclude ogni rischio. Affidarsi al solo criterio clinico, vale a dire basarsi sulla mancanza di sintomi per un certo numero di giorni comporta rischi bassi che però non si possono escludere, tanto che le linee guida parlano di improbabilità. È su questo che i singoli governi devono riflettere».