Sono ancora 34 i morti registrati nelle ultime 24 ore dal bollettino della Protezione Civile, con +210 contagi e una situazione a livello nazionale che per la gran parte delle Regioni comincia a “sorridere” con continuità: sono 143 i contagi registrati in Lombardia, ma 8 regioni hanno zero casi, 19 sono sotto quota 10 nuovi registrati e ben 17 sotto quota 5. Sono in tutto 237.500 le persone contagiate dal coronavirus da inizio pandemia, di cui 24.669 sono attualmente positivi al Sars-CoV 2 (-1.340 in tutta Italia): ancora 34 vittime che fanno alzare il conteggio totale al drammatico numero di 34.405, mentre ottimo ancora il contributo dei guariti-dimessi al bollettino del 17 giugno, con +1.516 unità in più sui 178.526 totali. A livello ospedaliero, ancora buone notizie nelle ultime 24 ore: 177 ricoverati in terapia intensiva (-30), 3.301 ricoverati con sintomi (-188), 21.091 in isolamento domiciliare (-1.122). Per la diffusione regionale del coronavirus, il bollettino della Protezione Civile vede dietro alla Lombardia, 15.233 malati attualmente, il Piemonte con 2.450, l’Emilia Romagna con 1.405 e il Veneto con 718.
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I DATI DI IERI
Se si guarda l’Italia senza la Lombardia, i dati della Protezione Civile contenuti nell’ultimo bollettino di ieri sono quasi completamente rassicuranti: il problema è ancora ieri l’85% dei nuovi contagi proviene dalla Regione più colpita dal coronavirus, dove però di contro si segnalano un numero tra i più bassi di vittime dall’inizio pandemia (+8). Sono in tutto 237.290 i casi di positività riscontrati in tutto il Paese da inizio emergenza, con +301 nuovi contagi (259 solo in Lombardia) mentre attualmente restano contagiati “solo” 25.909 persone (decremento di 365 rispetto a domenica). Le vittime salgono fino a 34.371, con +26 rispetto alla giornata di domenica mentre i guariti aumentano di 640 unità sui 177.010 totali: a livello ospedaliero, la situazione è dappertutto (anche in Lombardia) rassicurante, 207 ricoverati in terapia intensiva (-2), 3.489 ricoverati con sintomi (-105), 22.213 in isolamento domiciliare (-258). Sono ben 9 le Regioni con 0 nuovi contagi e tra queste l’Abruzzo ci aggiunge anche 0 vittime al contempo.
CORONAVIRUS, IL “NODO” DELLA SECONDA ONDATA
A livello di distribuzione invece generale sul coronavirus in tutta Italia, il bollettino della Protezione Civile del 15 giugno segnala dietro alla Lombardia con 15.976 persone ancora malate (-13), 2.604 in Piemonte, 1.500 in Emilia-Romagna, 755 in Veneto, 489 in Toscana, 246 in Liguria, 1.292 nel Lazio, 617 nelle Marche, 289 in Campania, 410 in Puglia, 66 nella Provincia autonoma di Trento, 805 in Sicilia, 99 in Friuli Venezia Giulia, 486 in Abruzzo, 94 nella Provincia autonoma di Bolzano, 18 in Umbria, 33 in Sardegna, 12 in Valle d’Aosta, 37 in Calabria, 70 in Molise e 11 in Basilicata. Lo scontro nel mondo scientifico e politico ora, essendo ormai a pieno regime nella fase 3, riguarda la possibilità di un ritorno del coronavirus nei prossimi mesi, la cosiddetta “seconda ondata”: ebbene, qui i pareri sono del tutto contrapposti.
Alle indicazioni di prudenza e attenzione predicate dal Cts e dall’Iss, stamane si è aggiunto anche Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive a Tor Vergata a Roma: a Repubblica spiega «La seconda ondata del coronavirus la ritengo probabile. Non avrà certamente le dimensioni della prima e comunque sarà diversa da come ci aspettiamo. Si tratterà probabilmente di un continuum, la prosecuzione di quella che abbiamo attraversato. Il virus non ha smesso di circolare e continuerà a farlo». Di contro, oltre ad uno studio approfondito pubblicato dal Sussidiario.net a cura di Marco Pugliese, la tesi di una seconda ondata assai meno “dannosa” viene sposata anche dal viceministro della Salute, il chirurgo Pierpaolo Sileri: «Anche dopo le riaperture, la paura di una seconda ondata del virus non sembrerebbe esserci. Le misure vengono rispettate, dal distanziamento al lavaggio delle mani, tuttavia serve un monitoraggio attento».