Mentre migliora sensibilmente il conteggio delle vittime in 24 ore (+70 a fronte dei 117 di ieri), peggiora invece di poco il conto delle persone positive al coronavirus (+593, ieri erano 584): i dati del bollettino Protezione Civile aggiornati alle ore 17 del 28 maggio 2020 esprimono una fotografia in tendenza con quanto visto ieri, con numeri però più rassicuranti che fanno diminuire il campanello d’allarme suonato mercoledì. Nel report stilato dalla Protezione Civile nazionale, con i dati di tutte le Regioni, si scopre che sono ancora 231.732 le persone positive in tutta Italia dall’inizio della pandemia (+593 casi registrati) di cui però 47.986 sono i casi ancora positivi al tampone Sars-CoV 2: il decremento è ancora molto significativo, -2.980 in 24 ore. Mentre sale il numero di vittime totali a 33.142 (+70, di cui 20 in Lombardia con netto calo rispetto alle scorse giornate), è ottimo ancora il dato sui dimessi-guariti +3.503 sui 150.604 totali.
Sul fronte ospedaliero, i numeri del bollettino sono sempre confortanti: 489 pazienti in terapia intensiva (-16, -3,2%), 7.379 ricoverati con sintomi (-350), 40.118 in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi (-2.614). A livello di contagio regionale, i dati del 28 maggio esprimono dietro alla sempre più colpita Lombardia (22.013 attualmente positive, -1.124 rispetto a ieri) troviamo il Piemonte con 6.072 positivi, l’Emilia Romagna con 3.750 e il Veneto con 2.025 davanti alla Toscana con 1.380 contagi da Covid-19.
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I DATI DELLA PROTEZIONE CIVILE
Si attende con ansia il responso del nuovo bollettino coronavirus in arrivo come sempre alle ore 18 dalla sede nazionale della Protezione Civile: dopo i dati al ribasso degli ultimi giorni, la giornata di ieri è stata invece caratterizzata dal brusco rialzo improvviso dei contagi tanto quanto delle vittime in 24 ore: +117 morti (di cui 58 solo in Lombardia) e +584 contagiati rappresentano un campanello d’allarme che per il momento può rimanere ancora isolato, finché non sarà seguito da altri rialzi nei prossimi giorni che allora sì preoccuperebbero molto in vista delle riaperture complete dal 3 giugno in poi in tutte le Regioni. A livello generale, i dati della Protezione Civile registrano 231,139 persone positive al coronavirus (con aumento di circa 200 casi rispetto al trend del giorno prima) di cui 50.966 attualmente positive (decremento importante di -1.976 assistiti). Ancora buoni i numeri sui guariti-dimessi (+2.443 su 147.101 totali) mentre purtroppo sale drammaticamente a 33.072 il numero delle vittime per Covid-19 in Italia. Fronte ospedali è invece ancora buona la “narrazione” nell’ultimo bollettino prima del 28 maggio: 505 pazienti in terapia intensiva (-16, -3,1%), 7.729 ricoverati con sintomi (-188), 42.732 in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi (-1772).
FASE 2 CORONAVIRUS, NUOVO SCONTRO TRA LE REGIONI
A chiudere poi il bollettino coronavirus Protezione Civile di ieri ci pensano come sempre i dati sull’andamento regionale del contagio, molto importanti per verificare le condizioni di riaperture interregionali dal 3 giugno in poi: 24.037 le persone ancora malate in Lombardia, 6.464 in Piemonte, 3.998 in Emilia-Romagna, 2.287 in Veneto, 1.460 in Toscana, 1.269 in Liguria, 3.488 nel Lazio, 1.450 nelle Marche, 1.146 in Campania, 1.513 in Puglia, 477 nella Provincia autonoma di Trento, 1.318 in Sicilia, 356 in Friuli Venezia Giulia, 866 in Abruzzo, 171 nella Provincia autonoma di Bolzano, 32 in Umbria, 215 in Sardegna, 27 in Valle d’Aosta, 190 in Calabria, 166 in Molise e 36 in Basilicata. Non si placa invece lo scontro emerso negli ultimi giorni sul tema “passaporto sanitario” che alcune Regioni del Sud (Sicilia e Sardegna su tutte) richiederebbero ai cittadini di Lombardia e Piemonte che dovessero recarsi in quei territori per le vacanze estive.
Dopo la polemica tra il sindaco di Milano Beppe Sala e la replica del Governatore sardo Solinas, a provare a fare da paciere ci pensa il Governatore del Veneto Luca Zaia: «Sono pronto ad accogliere i lombardi perché nessuno deve essere trattato come agente di contagi. Capisco i timori di Solinas e comprendo le sue ansie. Parlare è facile ma una responsabilità non si prende alla leggera. Però nessuno può uscirne come un untore. Mi metto nei panni di un lombardo e non troverei giusto che qualcuno mi trattasse da agente di contagio». Non solo, rivela Zaia, avrebbe anche ben poco senso logico come idea di politica regionale «I test sono una fotografia che vale nel momento in cui viene scattata […] io posso essere negativo al momento della prova e ammalarmi tre giorni dopo». A chiudere poi la polemica stamani ci pensa anche il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia che in merito al passaporto sanitario annuncia «Rileggete l’articolo 120 della Costituzione: una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone».