Nel secondo giorno del nuovo anno il numero di italiani vaccinati – o guariti da meno di 6 mesi dal Covid-19 (over12) – cresce fino a 48.471.703 unità: il bollettino aggiornato dei vaccini anti-Covid mostra alle 6.16 del 2 gennaio la quantità di terze dosi somministrate che raggiunge le 19.629.779 unità.



Il totale dei vaccini somministrati da inizio campagna vaccinale un anno fa sale a 111.236.095, con vaccinati con almeno una dose che restano 48.061.277: per la platea dei 5-11 anni, il totale di vaccinati con almeno una dose sale a 314.224, guariti invece sono 127.532. Gli ultimi dati emersi ieri dal report Iss mostrano che la variante Omicron in rapida espansione in Italia trova una buonissima opposizione dalla vaccinazione con terza dose: «contro la nuova variante del covid, la dose booster abbatte il rischio di malattia grave e, conseguentemente, di ricovero», rilevano dall’Iss. Nel report si legge infatti come l’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa sale rispettivamente al 86,6% e al 97,0% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster. Non solo, «rimane elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa, in quanto l’efficacia del vaccino nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni e tra i 91 e 120 giorni è pari rispettivamente al 95,7% e 92,6%, mentre cala all’88% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni».



VACCINI COVID, SI VA VERSO L’OBBLIGO?

Come anche altri studi da Israele, Sud Africa e Inghilterra dimostrano in questi giorni, la variante Omicron è sì molto più contagiosa della precedenti ma non porta con sé pericoli di eccessiva letalità o aumento significativi di ricoveri gravi. Questo però non significa – spiega il coordinatore Cts Prof. Franco Locatelli, in un’intervista a “Repubblica” – che allora si possa far correre il virus “liberamente”: «Non sposerei assolutamente l’idea di lasciar correre il virus. Anche se i dati dei ricercatori inglesi mostrano che con Omicron i ricoveri sono ridotti a un terzo, un aumento marcato dei contagi avrebbe un impatto pesante sul sistema sanitario e porterebbe a una crescita di ricoveri e vittime. In Italia 1,3 milioni di persone sopra i 60 anni non sono vaccinate. È un gruppo di connazionali che oggi rischia molto». Anche per questo motivo, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità identifica la strada dell’obbligo vaccinale, prima ancora dell’obbligo di Super Green Pass al lavoro, come privilegiata rispetto a tutte le altre: «L’obbligo vaccinale è una scelta che spetta alla politica perché non ha valenze solo sanitarie, ma anche etiche e sociali». Locatelli spiega di essere sempre stato un fautore del vaccino facoltativo, «ora però da tecnico della sanità dico che le condizioni sono mature per l’obbligo per rispondere alle esigenze di salute dei pazienti con Covid o con malattie diverse. Bisogna adottare tutte le misure per la prevenzione dei contagi anche per mantenere gli ospedali funzionali. Non c’è solo il Covid. Le altre malattie continuano ad aver bisogno di risposte adeguate. È importante quindi che tutti usino i dispositivi di protezione. Le Ffp2 sono più efficaci delle chirurgiche. Devono avere un prezzo calmierato e omogeneo sul territorio».

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