Anche in questo secondo giovedì del mese di agosto si rinnova l’appuntamento con il bollettino vaccini Covid, che, facendo ricorso ai dati distribuiti dal Governo, consente di esaminare una fotografia sempre nitida, puntuale e aggiornata in merito all’andamento della campagna vaccinale nel nostro Paese. In particolare, stando a quanto comunicato alle 6.11 di oggi, 12 agosto 2021, sono in tutto 72.920.991 le dosi di vaccino somministrate in Italia. Inoltre, il 65,04% della popolazione over 12 (35.128.774 individui) ha completato interamente il ciclo dei vaccini.



Fino ad oggi, nello Stivale sono stati consegnati 76.586.691 vaccini, con una netta prevalenza del siero Pfizer/BioNTech (53.751.245), seguito da Vaxzevria (ex AstraZeneca, 12.012.058), Moderna (8.816.751) e Johnson&Johnson (2.006.637). Fra le regioni, è ancora la Lombardia a risultare la prima area geografica della nazione per numero di dosi somministrate su quelle consegnate (98,6%). Subito dopo vengono le Marche (97,5%), la Puglia (96,6%), la Valle d’Aosta (95,9%), l’Abruzzo, l’Emilia-Romagna, la Provincia autonoma di Trento e il Veneto (tutti a quota 95,8%).



VACCINI COVID, VAIA: “STOP TERZA DOSE E INOCULAZIONI AGLI UNDER 12”

Dopo aver scoperto i dati che compongono il nuovo bollettino vaccini Covid, sottolineiamo che il direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, è intervenuto nelle scorse ore ai microfoni di “Timeline”, su Sky Tg 24, lanciando un appello: “Io dico alle industrie di fermarsi rispetto alla terza dose dei vaccini, per la quale non dobbiamo accelerare, ma pensare alla memoria immunologica e ai linfociti T, e per le popolazioni che non sono statisticamente rilevanti rispetto alla malattia non facciamo pendere la bilancia verso il rischio”.



Il professore si è quindi detto assolutamente contrario alla vaccinazione degli under 12, fornendo le motivazioni della sua convinzione nel passaggio successivo della sua intervista televisiva: “È statisticamente irrilevante non solo il contagio, ma anche la malattia nei bambini al di sotto dei 12 anni – ha asserito -. In questo caso quindi la bilancia rischio-beneficio penderebbe tutta dalla parte del rischio. Il problema non è l’Rna che resta nell’organismo, ma che, comunque, noi possiamo avere degli effetti collaterali. Nei bambini non c’è questo contagio così imponente e non c’è la malattia”.