Come ogni mattina, anche oggi giovedì 13 maggio, facciamo il consueto aggiornamento sulla campagna vaccinale in Italia con il bollettino vaccini covid. Stando ai dati aggiornati a stamane, così come comunicato dal ministero della salute, al momento sono 25.4 milioni le dosi somministrate nel Belpaese (campagna iniziata il 27 dicembre scorso, qui il report di ieri). Un numero pari all’85.9% del totale delle dosi consegnate, fino ad oggi 29.5 milioni di cui 19.964.880 Pfizer/BioNTech, 2.583.100 Moderna, 6.668.880 Vaxzevria (AstraZeneca) e infine le solite 342.800 Janssen (J&J).



Continua a crescere il numero delle persone immunizzate, quelle cioè che hanno già ricevuto la prima e la seconda dose di vaccino, ad oggi 7.8 milioni, pari al 13.1% dell’intera popolazione. Infine, segnaliamo 14.3 milioni di donne vaccinate e 11.1 milioni di uomini che hanno ricevuto il siero. Intanto in Italia si continua a dibattere sul tema della seconda dose del vaccino Pfizer: il Comitato Tecnico Scientifico invita a prolungarla al 42esimo giorno dalla prima somministrazione, mentre l’azienda farmaceutica rimane ferma di fatto sulla sua posizione del richiamo a 21 giorni.



BOLLETTINO VACCINI COVID OGGI 13 MAGGIO, PALÙ SU SECONDA DOSE

A riguardo ne ha parlato ieri anche il presidente dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, Giorgio Palù, che intervistato dai microfoni di SkyTg24 ha spiegato: “Non sono le industrie farmaceutiche a dettare le regole ma gli enti regolatori, e gli studi hanno mostrato che protrarre la dose fino al 42esimo mantiene l’efficacia della protezione dalla malattia”. Palù ha quindi specificato che la raccomandazione “non è un suggerimento, è un’indicazione on label, cioè riportata sul cosiddetto bugiardino”. Poi il numero uno dell’Aifa ha aggiunto: “Le decisioni vengono prese anche sulla base dei risultati osservati sul campo, su decine di milioni di persone e quindi non limitati agli studi di validazione su poche decine di migliaia di casi”. E le somministrazioni in alcuni cesi hanno mostrato “che spostando la seconda dose fino a 42 giorni la protezione dalla malattia che resta alta, fino al 70%, e viene mantenuta la capacità degli anticorpi di riconoscere il virus”.

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