Ennesimo appuntamento con il bollettino vaccini Covid, che anche in questo caldissimo Ferragosto (domenica 15 agosto 2021), regala all’intero Belpaese una visione panoramica completa in merito all’andamento della campagna vaccinale in Italia, la quale sta regalando soddisfazioni in termini di adesioni, anche se resiste fino a questo momento uno zoccolo duro di connazionali, stimato dagli esperti fra il 10 e il 20% degli abitanti dello Stivale, che si definisce no vax e rifiuta fermamente la vaccinazione.
Fino a questo istante (dati aggiornati alle 6.08 di oggi), ha completato il ciclo vaccinale con doppia dose il 65,79% della popolazione over 12 (35.531.715 persone), a fronte di un totale di 73.718.833 dosi somministrate. La percentuale nazionale della distribuzione delle inoculazioni rispetto alle consegne è pari al 95,3%. Secondo il bollettino vaccini Covid, le regioni più virtuose sono Lombardia (98%), Marche (96,9%), Puglia (96,7%), Emilia-Romagna e Piemonte (entrambe al 96,2%) e Veneto (96%). Il preparato più utilizzato nel nostro Paese è Pfizer/BioNTech con 53.778.456 dosi, poi troviamo Vaxzevria (ex AstraZeneca, 12.023.191), Moderna (9.557.611) e Janssen (2.006.643).
VACCINI, GALLI: “PROF COME OPERATORI SANITARI, DEVONO VACCINARSI”
Appresi i dati che compongono il nuovo bollettino vaccini Covid in Italia, riportiamo le parole pronunciate da Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all’Università Statale di Milano e primario all’ospedale Sacco, nell’ambito di un’intervista rilasciata ai colleghi de “La Stampa”: “Per garantire la scuola in presenza bisogna che i docenti si vaccinino tutti – ha asserito –. Chi fa quel lavoro deve rassegnarsi. È un po’ come per gli operatori sanitari. Gli insegnanti devono vaccinarsi, senza se e senza ma”.
Eccezion fatta per i guariti, a detta di Galli i problemi di salute per cui sono giustificabili i professori che non si vaccinano sono pochi: reazioni alla prima dose, immunodepressione tale da rendere inutile la vaccinazione. Tuttavia, cardiopatici, malati oncologici o persone con altre fragilità hanno “un vantaggio maggiore a vaccinarsi che a restare scoperti. Questo vale di più per gli insegnanti, che sono ad alto rischio perché a contatto con i giovani”. Per quanto riguarda la situazione in autunno, i numeri attuali “non tengono conto del sommerso. Ora si contagiano soprattutto i giovani e i non vaccinati. È un momento dell’anno in cui si viaggia e solo una minoranza degli infettati viene accertata. A settembre si faranno i conti, alcuni ospedali dovranno lavorare parecchio”.