E’ stato aggiornato poco fa il bollettino vaccini covid, il report sulla campagna vaccinale di massa con tutti i dati riferiti alla giornata di oggi, lunedì 16 maggio 2022. Inizia una nuova settimana sulla falsa riga di quanto sta accadendo da ormai un paio di mesi a questa parte, con le inoculazioni decisamente immobili, e lo si capisce chiaramente dal numero totale di dosi somministrate, giunte oggi a quota 137.3 milioni, solo 50mila in più rispetto a quanto conteggiato nel bollettino vaccino covid di ieri.
Una fase di stallo che si evince anche dal numero di terze dosi inoculate, con il primo booster fermo da tempo a quota 39.4 milioni, pari all’82.7 per cento del totale della platea di vaccinabili. In merito invece alle quarte dosi, la crescita prosegue lentamente, e ad oggi il secondo richiamo, ricordiamo destinato a fragili e anziani, ha raggiunto quota 477.475. Infine, per quanto riguarda le persone immunizzate, che hanno cioè completato il primo ciclo vaccinale, il dato segna oggi quota 48.6 milioni, pari al 90 per cento del totale.
BOLLETTINO VACCINI COVID OGGI 16 MAGGIO: LOCATELLI SUL BOOSTER
Come già spiegato sopra e come confermato dai numeri del bollettino vaccini covid di oggi, le somministrazioni continuano ad essere immobili, e a preoccupare gli addetti ai lavori sono in particolare coloro che non hanno ancora fatto la terza dose e che sono quindi scoperti nei confronti di Omicron.
A riguardo ne ha parlato il professor Franco Locatelli, ex coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico nonché numero uno del Css, il Consiglio Superiore di Sanità, che interpellato nella giornata di ieri dai microfoni del Corriere della Sera ha spiegato: “Le somministrazioni di dosi booster stanno avendo un uso ridotto rispetto a quello auspicato. Nonostante i grandi risultati ottenuti nella campagna di immunizzazione, più di 3 milioni e mezzo di italiani non le hanno ancora ricevuto”. Locatelli ha aggiunto: “Oltre a un’adesione spontanea della popolazione è fondamentale il ruolo svolto sia dai medici di medicina generale, sia dagli specialisti. Serve anche la collaborazione attiva delle Regioni e delle aziende sanitarie nel contattare chi ha bisogno di ulteriore copertura”.