sui Bollettino vaccini covid oggi 19 luglio 2022: 138,8 milioni di dosi
Come di consueto nel corso dell’ultimo anno e mezzo, sono stati pubblicati in mattinata, da parte del Governo, i dati di martedì 19 luglio 2022 sulle nuovi vaccini contro il covid. Il nuovo rapporto sui vaccini somministrati registra un totale di 138.865.340 dosi dal 27 dicembre 2020 (giorno in cui è partita ufficialmente la campagna vaccinale). Sono state circa 100mila le nuove somministrazioni nel corso della giornata, stando anche ai dati pubblicati ieri sulle vaccinazioni.
Le quarte dosi di vaccini covid attualmente somministrate, con un ciclo che si è aperto per gli over 60, salgono a quota 1.700.072, con un incremento di circa 500mila dosi in una giornata, stando ai dati di ieri. Per quanto riguarda la terza dose, invece, sono state somministrate 39.905.245, con 100mila dosi circa aggiuntive rispetto alla giornata di ieri. La prima dose, ad oggi, è stato inoculata ad un totale del 91,52% della popolazione over 12. Contestualmente, il ciclo vaccinale è stato completato dal 90,13% della popolazione, che sale al 96,06% se si vanno ad analizzare anche i guariti ed immunizzati nel corso degli ultimi 6 mesi, senza dosi aggiuntive (con un totale, dunque, di 51.867.152 persone immunizzate).
Vaccini covid 19: “meno utile del previsto nella fascia 5/11 anni”
Assieme ai dati sui nuovi vaccini covid, è stato pubblicato anche un nuovo studio svolto dall’Istituto superiore di sanità, assieme al Ministero della salute, che sottolinea come la vaccinazione risulti essere meno utile più di quanto ci si aspettasse per la fascia d’età tra i 5 e gli 11 anni. L’indagine è stata pubblicata sulla rivista internazionale Lancet ed ha preso in analisi oltre un milione di bambini. Gli autori, però, ci tengono a sottolineare come comunque la vaccinazione “ha contribuito in maniera significativa a ridurre gli effetti dell’infezione”, anche se l’efficacia non sembra essere così tanto elevata nei bambini.
Lo studio sui vaccini covid nei bambini parla di “effectiveness”, ovvero effettività, più che efficacia, e riguarda il grado di protezione vaccinale. Il risultato è che questa effectiveness nei bambini tra i 5 e gli 11 anni è risultata decisamente più bassa di quella effettivamente riscontrata negli studi iniziali. All’epoca, infatti, Pfizer (che produce l’unico vaccino somministrato in quella fascia d’età) annunciava un’efficacia del 90%, mentre questi nuovi studi l’hanno ridimensionata al 29% contro l’infezione e al 41% contro la forma grave della malattia. Sulle ragioni che riducono questa efficacia, però, non ci sono ancora teorie concrete, ma si suppone, a quanto sostiene Antonio Cassone, membro dell’American Academy of Microbiology ad un’intervista su Repubblica, che sia legato tanto alla diffusione di Omicron quanto alla ridotta quantità (espressa proprio in microgrammi) inoculata ai bambini.