IL BOLLETTINO VACCINI DI OGGI
L’aggiornamento quotidiano del bollettino sul vaccino anti-Covid mostra come siano 36.856.191 gli italiani che si sono sottoposti alla terza dose fino al 20 febbraio, ovvero l’84,38% della popolazione oggetto di dose booster.
Il numero totale di dosi somministrate nel nostro Paese da inizio campagna vaccini sale a 133.123.458: di queste, 49.238.101 sono il totale con almeno una dose (91,16% della popolazione over-12), 1.455.458 invece i guariti da massimo 6 mesi senza ancora vaccini somministrati. Il totale di italiani con almeno una dose ricevuta o guariti da massimo 6 mesi sale a 50.693.559, ovvero il 93,86% della popolazione con più di 12 anni. Resta ancora al rilento la campagna per i vaccini ai bimbi 5-11 anni: 1.340.426 il totale con almeno una dose ricevuta, il 36,66% della popolazione over-5 e under12: in questa fascia, 657.752 è il totale di guariti dal Covid senza ancora somministrazioni.
QUARTA DOSE: NOVITÀ E TEMPISTICHE
I numeri ribaditi ancora oggi nell’ultimo bollettino “live” del vaccino prodotto dalla struttura commissariale di Palazzo Chigi confermano quanto spiegato dal Ministro Roberto Speranza nell’intervista a “Repubblica”: «ho voglia anch’io di mettermi alle spalle questa stagione, come dice Draghi. Siamo dentro un percorso e dobbiamo continuarlo, ma tenendo i piedi per terra. Sappiamo che con il 91% di over 12 vaccinati e la variante Omicron c’è un contesto diverso. Ma serve gradualità». Ieri intanto è arrivato il via libera del Cts di Aifa alla quarta dose del vaccino anti-Covid per i soggetti gravemente immunodepressi: «Tecnicamente non si tratta di una 4a dose bensì della dose booster a conclusione del ciclo primario vaccinale composto da 2 dosi e 1 dose aggiuntiva». Si partirà da marzo, come spiegato ancora dal Ministro della Salute, mentre per la restante popolazione servono ancora interlocuzioni e studi sull’andamento del Covid nei prossimi mesi: «A marzo parte la quarta dose per gli immuno compromessi, ma dovremo valutare il richiamo per tutti dopo l’estate. È da considerare probabile, perché il virus non stringe la mano e se ne va per sempre. Purtroppo».