Sono decisamente positivi i numeri contenuti nell’ultimo bollettino vaccini covid emesso dal governo, quello aggiornato ad oggi, sabato 22 maggio 2021. Manca davvero un soffio affinchè si raggiunga la quota di 30 milioni di vaccinazioni, traguardo che sicuramente verrà sfondato nelle prossime ore, tenendo conto che alle 6:00 di stamane sono state somministrate 29.969.854 dosi (+500mila rispetto a ieri, qui il bollettino del 21 maggio).



Le regioni stanno vaccinando in maniera serrata e lo dimostra il fatto che il 92.7% di tutte le dosi giunte nel nostro paese sono state inoculate, un totale di 32.313.917, leggasi 22.141.080 Pfizer/BioNTech, 2.639.957 Moderna, 7.021.480 Vaxzevria (AstraZeneca) e 511.400 Janssen (J&J). Sono 16.7 milioni le donne vaccinate, mentre gli uomini sono 13.2, mentre, per quanto riguarda le categorie, gli over 60 hanno raggiunto quasi quota 15 milioni fra 6.9 milioni di over 80, 4.5 della fascia 70-79 e altri 3.3 della fascia 60-69.



BOLLETTINO VACCINI COVID OGGI 22 MAGGIO, IL COMMENTO DI LOCATELLI

“Grazie ai vaccini ci stiamo avvicinando ad una fase molto più tranquilla e che crea meno preoccupazioni”, ha spiegato il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, intervistato dai microfoni di Sky TG24. Locatelli ha ricordato che “già a giugno avremo più di 20 milioni di dosi disponibili” e che a questa velocità “certamente riusciremo a ridurre ulteriormente la circolazione virale entro l’estate”, “fra agosto e settembre”. Sulla seconda dose di Pfizer a 42 giorni dalla prima “non inficia l’efficacia della vaccinazione”, ribadisce Locatelli, per poi commentare un recente studio inglese secondo cui un’attesa più lunga aumenta l’efficacia dei vaccini: “lo studio ha degli spunti interessanti, perché si riferisce ad una popolazione di ultraottantenni”, anche se si tratta di uno studio “che ha coinvolto meno di 200 soggetti”. Infine, sulla variante indiana: “Sembra essere caratterizzata da maggior contagiosità, ma non da maggior patogenicità”.

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